Le Scritture Greche fanno parte della Bibbia. Esattamente come le Scritture Ebraiche, esse furono scritte da ebrei che scrissero sì in greco ma pensarono in ebraico. In esse quindi si ritrova la stessa mentalità: i miracoli non trascendono necessariamente la natura (anche se possono farlo), ma servono a dirci che Dio opera in Yeshùa.

   Anche nelle Scritture Greche, qualsiasi azione – pure se rientra nell’ordine usuale della natura – che serve a mettere in risalto alla vista del credente la presenza di Dio, è un miracolo. Viceversa, un fenomeno straordinario che non è ricollegato a Dio non dice alcunché. Questo significa che diversi eventi naturali sono presentati come miracolosi. Tuttavia, non vi è il minimo dubbio che Yeshùa abbia operato azioni straordinarie. Dio non solo parla, ma agisce. Parola e azione sono un binomio inseparabile nell’opera salvifica di Dio. I miracoli compiuti da Yeshùa sono compiuti per la potenza di Dio che in lui agiva. Ridurre l’azione di Yeshùa alla pura rivelazione orale contraddice tutta la testimonianza biblica.