Sl 110 – Il messia re e sacerdote (TNM)

Di Davide. Melodia.

110 1 Espressione di Geova 2 al mio Signore: 3

“Siedi alla mia destra 4

Finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”. 5

2 6 La verga della tua forza Geova manderà da Sion, [dicendo:]

“Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici”.

3 7 Il tuo popolo si offrirà volenterosamente nel giorno delle tue forze militari.

Negli splendori della santità, dal seno dell’aurora,

Hai la tua compagnia di giovani proprio come le gocce di rugiada.

4 8 Geova ha giurato (e non si rammaricherà):

“Tu sei sacerdote a tempo indefinito

Alla maniera di Melchisedec!”

5 Geova 9 stesso alla tua destra 10

Certamente farà a pezzi i re nel giorno della sua ira.

6 Eseguirà il giudizio fra le nazioni; 11

Causerà una pienezza di corpi morti.

Certamente farà a pezzi il capo di un paese popoloso. 11

7 Berrà dalla valle del torrente lungo la via.

Perciò alzerà la [sua] testa. 12

 

Note:

È uno dei salmi più difficili sia per il contenuto che per la critica del testo che è conservato male.

1 La sezione dei vv. 1-3 potrebbe essere riassunta nella frase: il re potente.

2 Ciò che è tradotto “espressione di Geova” è nel testo ebraico ”oracolo di Yhvh” (נְאֻם יְהוָה, neùm yhvh). Si tratta quindi di un “oracolo” (“espressione” è davvero troppo debole e dice poco e niente) del tipo che si trova frequentemente negli scritti profetici. Neùm (נְאֻם) letteralmente significa: “ciò che è detto”.

3 “Ciò che è detto” (l’oracolo) è stato detto “al mio Signore”, ovvero ad una persona superiore a colui che sta scrivendo. Nel caso presente, superiore allo stesso Davide che è presentato come autore del salmo (vedere il titolo). In questo stesso senso è usato da Yeshùa per sottolineare la superiorità del messia che sarebbe il “Signore” qui ricordato: “’Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?’. Essi [i farisei] gli risposero: ‘Di Davide’. Ed egli [Yeshùa] a loro: ‘Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?’”. – Mt 22:42-44.

4 “Siedi alla mia destra”. Sedere alla destra del re significava occupare il primo posto dopo di lui. Sedere alla destra di Dio, nel linguaggio orientale non indicava l’elevare qualcuno a dignità divina, ma alla dignità tutta speciale di re. I re orientali nel giorno della loro intronizzazione sedevano alla destra della divinità. Nel contesto l’autorità suprema e divina consiste nel fatto che il Signore di Davide è invitato a regnare con Dio o in sua vece su tutta la terra. “Chiedimi, affinché io ti dia le nazioni come tua eredità”. – Sl 2:8, TNM.

5 “Sgabello dei tuoi piedi”. Significa l’annientamento dei nemici, che erano posti a sgabello del vincitore. Ciò è testimoniato da documenti preistorici assiri ed egizi. Anche nelle lettere di El-Amarna (corrispondenza diplomatica tra l’Egitto e i paesi vicini, secoli 15° e 14° a. E. V.) il vassallo è detto “sgabello dei piedi del faraone”.

6 Per comprendere bene il v. 2 di questo salmo è opportuno confrontarlo con altri passi salmici:

 

Sl 110:2

“Il Signore stenderà da Sion lo scettro del tuo potere.

Domina in mezzo ai tuoi nemici!”

 

Sl 2:6,8,9

“’Sono io’, dirà, ‘che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo’”.

“Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d’argilla”.

 

   Il versetto 2 evoca quindi un’immagine viva che stava spesso davanti agli occhi degli ebrei e che denotava tutta la crudezza del vincitore. Nel nostro caso evoca il rigore della giustizia divina che condanna gli increduli. “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Mr 16:16). Il “finché” anche qui, come usualmente nella Scrittura, indica il cambiamento di situazione dopo la sconfitta di tutti gli avversari. Si comprenda bene: il Signore di Davide è elevato alla posizione tutta speciale simboleggiata dallo stare alla destra di Dio; lo scopo è quello di vincere i nemici a nome del Creatore dell’universo; in quella alta posizione deve stare finché li ha vinti; poi, compiuta la missione, cambia la situazione e viene di nuovo abbassato. “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti . . . in Cristo saranno tutti [i credenti] vivificati . . . poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”. – 1Cor 15:20-28, passim.

7 Il v. 3 è il versetto più difficile non solo di questo salmo ma di tutto il Salterio. È variamente tradotto e interpretato. Vediamo.

 

Testo Masoretico

עַמְּךָ נְדָבֹת בְּיֹום חֵילֶךָ בְּהַדְרֵי־קֹדֶשׁ

amchà nedavòt beyòm khelècha behadre-qòdesh

popolo di te offerte volontarie in giorno potenza di te in splendori santità

מֵרֶחֶם מִשְׁחָר לְךָ טַל יַלְדֻתֶיךָ׃

merèkhem mishkhàr lechà tal yaldutècha

da utero aurora a te rugiada gioventù di te

“Il tuo popolo spontaneamente [si presenterà] nel giorno della tua forza, nei sacri ornamenti. Dal grembo dell’aurora [verrà] a te la rugiada della tua giovinezza”

 

Testo Masoretico

solo

consonantico

con diversa

vocalizzazione

עמך נדבת בּיום חילך בּהדרי־קדש

imechà nedivòt beyòm kholàlcha behadre-qòdesh

con te nobiltà in giorno nascita di te in splendori santità

מרחם משחר לך טל ילדתיך׃

merèkhem mishkhàr lechà tal yaldutècha

da utero aurora a te rugiada gioventù di te

“Con te [è] il principato nel giorno della tua nascita nello splendore dei santi, dal seno dell’aurora [come] rugiada [fu] per te la tua gioventù”

 

LXX

μετὰ σοῦ ἡ ἀρχὴ ἐν ἡμέρᾳ τῆς δυνάμεώς σου

metà su e archè en emèra tes dünàmeòs su

con te il principio in giorno della potenza di te

ἐν ταῖς λαμπρότησιν τῶν ἁγίων

en tàis lampròtesin ton aghìon

negli splendori dei santi;

ἐκ γαστρὸς πρὸ ἑωσφόρου ἐξεγέννησά σε

ek gastròs pro eosfòru ecseghènnesà se

da ventre prima di aurora ho generato te

 

Vulgata

tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus sanctorum

con te il principio nel giorno della forza tua nello splendore dei santi

ex utero ante luciferum genui te

dall’utero prima dell’aurora generai te

 

Diodati

Il tuo popolo sarà tutto volenteroso, Nel giorno che tu rassegnerai il tuo esercito, nel magnifico santuario; La rugiada della tua gioventù ti sarà prodotta dalla matrice dell’alba”

 

NR

“Il tuo popolo si offre volenteroso quando raduni il tuo esercito.

Parata di santità, dal seno dell’alba la tua gioventù

viene a te come rugiada”

 

CEI

“A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori;

dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato”

 

Analizzando il testo ebraico, ci sembra che il passo voglia dire questo: sin dalla sua nascita il futuro re sarà arricchito di nobiltà e di onori sacri; la giovinezza, quasi fosse rugiada, bagna il nascituro. TNM si attiene in qualche punto alla lettura di un tempo e in altri punti inventa di suo:

 

Testo TNM

“Il tuo popolo si offrirà volenterosamente a

nel giorno delle tue forze militari. b

Negli splendori della santità,

dal seno dell’aurora,

hai la tua compagnia di giovani c

proprio come le gocce di rugiada” d

 

Note

a È la vecchia lettura dei traduttori. “Si offrirà” è un’aggiunta del traduttore: per correttezza andrebbe messa tra quadre

b “forze militari” è inventato: l’ebraico ha, casomai, solo “ tua forza”

conforme all’ebraico

c pura invenzione: l’ebraico ha solo “tua gioventù”, senza giovani né compagnia (che c’entra mai la “compagnia di giovani”?!)

d “proprio come le gocce di” è totalmente aggiunto; è appropriato, ma andrebbe messo tra quadre per avvisare il lettore che è un’aggiunta del traduttore

8 Il v. 4 si riferisce al re come a un sacerdote. Si tratta di un nuovo oracolo di Yhvh accompagnato da un giuramento che mette in risalto la funzione sacerdotale del re. Il suo sacerdozio non levitico è riallacciato a quello di Melchisedec, personaggio enigmatico del tempo di Abraamo (20° secolo a. E. V.) vissuto a Gerusalemme. “Melchisedec, re di Salem [antico nome di Gerusalemme], fece portare del pane e del vino. Egli era sacerdote del Dio altissimo. Egli benedisse Abramo, dicendo: ‘Benedetto sia Abramo dal Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra! Benedetto sia il Dio altissimo, che t’ha dato in mano i tuoi nemici!’. E Abramo gli diede la decima [più corretto: “un decimo”] di ogni cosa”  (Gn 14:18-20). La Lettera agli ebrei insiste nel presentare il significato messianico di questo fatto: Melchisedec è superiore al sacerdozio di Aaronne, perché Melchisedec benedisse Abraamo padre dei leviti (che costituivano la tribù sacerdotale) e perché è presentato senza padre né madre né genealogia. “Anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui [Dio] che gli disse: Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato. Altrove egli dice anche: Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec”, “Essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec”, “Gesù è entrato [nel Santissimo del Tempio] per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec” (Eb 5:5,6,10;6:20). Tutto il cap. 7 di Eb è un commento a questo v. 4 del salmo. Molto interessante è la duplice funzione di una sola persona quale re e sacerdote, che ci riporta al tempo di Gionata e Simone (epoca maccabeica) o al tempo dei primi re (Davide e Salomone).

9 Il Testo Masoretico ha qui אֲדֹנָי (adonày, “Signore di me”). Secondo TNM questo sarebbe uno di quei luoghi in cui i soferìm avrebbero sostituito il tetragramma divino con adonày. Se così fosse, non si capirebbe come mai gli stessi soferìm lo avrebbero lasciato per ben tre volte (vv. 1,2,4) in questo piccolo salmo. Comunque, si veda la nota n. 10 al Salmo 2. In ogni caso Adonày sta per Yhvh:

 

Sl 2:4

.   אֲדֹנָי. . . יֹושֵׁב בַּשָּׁמַיִם

yoshèv bashamàym…adonày

sedente nei cieli…Signore di me

 

Sl 110:5

אֲדֹנָי

adonày

Signore di me

Nota: Il “Signore di me” (adonày) sta per Yhvh

 

10 Egli sta alla destra del re-sacerdote per proteggerlo. “Egli [Dio] sta alla destra del povero per salvarlo da quelli che lo condannano a morte” (Sl 109:31). Si noti la differenza con il v. 1:

 

Sl 110

v. 1

“Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra’”

Stando seduto alla destra di Dio il re-sacerdote partecipa al potere divino

 

v. 5

“Geova stesso alla tua destra

Avendo Dio alla destra il re-sacerdote è protetto e difeso da Dio

 

   Subito dopo, infatti, è spiegato il senso dello stare alla destra del re-sacerdote da parte di Dio: “Certamente farà a pezzi i re nel giorno della sua ira”. I semplici, che non comprendono il senso biblico di stare alla destra, leggendo letteralmente vanno in confusione vedendovi contraddizione.

11 “Nazioni”. Qui le nazioni designano i pagani, i nemici di Israele. È come in Sl 2:1,8. Il messia, secondo la ideologia del tempo, era visto come un gran re vittorioso che avrebbe annientato tutti gli avversari. Infatti, si noti: “Causerà una pienezza di corpi morti”. L’ebraico dice letteralmente: “Riempirà di cadaveri”. Il seguito del v. 6 è male tradotto da TNM: “Certamente farà a pezzi il capo di un paese popoloso”, frase oscura e che, soprattutto, non si trova nel testo biblico. Ecco la frase della Scrittura:

 

מָחַץ רֹאשׁ עַל־אֶרֶץ רַבָּה

màkhatz rosh al-èretz rabàh

colpirà testa su terra molta

 

   TNM prende lucciole per lanterne e legge rosh (רֹאשׁ), “capo”, non come “testa” (quale effettivamente è) ma come “capo” inteso come un comandante. Con questa svista è poi costretta a mutare “terra molta” (una regione di terra molto vasta) in “paese popoloso”! Ma deve forzare anche la grammatica, perché l’ebraico ha al (על), su”, che TNM traduce erroneamente con “di”. Alla fine, per volersi attenere a tutti i costi alla propria errata lettura, crea una frase fuori contesto e senza senso. Ecco il versetto nella sua giusta traduzione: “Giudicherà fra le nazioni e le riempirà di cadaveri, stritolerà i crani su una vasta regione”. Questo era ciò che ci si aspettava dal messia secondo l’attesa ebraica. E fu per questo che i giudei non accolsero Yeshùa quale messia, essendo delusi – e irritati – dal suo modo di fare pacifico. Non compresero che così doveva essere e che solo alla sua seconda venuta – questa volta come re glorioso – farà quello che di lui è stato profetizzato: “Il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo . . . allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno” (1Ts 4:16;5:3). “Dio stesso farà a pezzi la testa (רֹאשׁ, rosh) dei suoi nemici, la capelluta sommità del capo di chiunque cammina nella sua colpa” (Sl 68:21, TNM). La parola ebraica rosh (רֹאשׁ) si trova anche al v. 7 e qui TNM la traduce correttamente con “testa”.

12 Il v. 7, che è l’ultimo di questo salmo, descrive il messia che durante l’inseguimento dei nemici si rinfresca e si disseta ad un torrente per poi rialzare il capo e inseguir ardimentoso gli avversari fino alla loro sconfitta totale. Si noti come il linguaggio è sempre concreto, in armonia con il modo di esprimersi ebraico. Noi occidentali ce la saremmo cavata con una astrazione (che gli ebrei rifiutano): Non darà tregua agli avversari. Va qui ricordato l’episodio simile dei madianiti: “Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua . . . Il numero di quelli che leccarono l’acqua, portandosela alla bocca nella mano, fu di trecento uomini . . . Allora il Signore disse a Gedeone: ‘Mediante questi trecento uomini che hanno leccato l’acqua io vi libererò e metterò i Madianiti nelle tue mani’ (Gdc 7:5-7). Qui al v. 7 non si tratta più di Dio, ma del messia che, grazie all’aiuto divino, può risollevare il capo vittorioso.

Tempo di composizione

   Quando fu scritto questo salmo? Alcuni, per l’allusione al re-sacerdote, vi vedono raffigurata l’immagine di Gionata o, meglio, Simone il cui nome – secondo certi studiosi – si ritroverebbe addirittura nell’acrostico dei vv. 1b, 2a, 3a, 4a.

1

לְדָוִד מִזְמֹור נְאֻם יְהוָה ׀ לַאדֹנִי שֵׁב לִימִינִי עַד־אָשִׁית אֹיְבֶיךָ הֲדֹם לְרַגְלֶיךָ׃

2

מַטֵּה־עֻזְּךָ יִשְׁלַח יְהוָה מִצִּיֹּון רְדֵה בְּקֶרֶב אֹיְבֶיךָ׃

3

עַמְּךָ נְדָבֹת בְּיֹום חֵילֶךָ בְּהַדְרֵי־קֹדֶשׁ מֵרֶחֶם מִשְׁחָר לְךָ טַל יַלְדֻתֶיךָ׃

4

נִשְׁבַּע יְהוָה ׀ וְלֹא יִנָּחֵם אַתָּה־כֹהֵן לְעֹולָם עַל־דִּבְרָתִי מַלְכִּי־צֶדֶק׃

שמען

Shimòn

 

Anzi, lo studioso Treves vi vede addirittura come acrostico l’espressione “Simone il terribile”:

 

1

לְדָוִד מִזְמֹור נְאֻם יְהוָה ׀ לַאדֹנִי שֵׁב לִימִינִי עַד־אָשִׁית אֹיְבֶיךָ הֲדֹם לְרַגְלֶיךָ׃

2

מַטֵּה־עֻזְּךָ יִשְׁלַח יְהוָה מִצִּיֹּון רְדֵה בְּקֶרֶב אֹיְבֶיךָ׃

3

עַמְּךָ נְדָבֹת בְּיֹום חֵילֶךָ בְּהַדְרֵי־קֹדֶשׁ מֵרֶחֶם מִשְׁחָר לְךָ טַל יַלְדֻתֶיךָ׃

4

נִשְׁבַּע יְהוָה ׀ וְלֹא יִנָּחֵם אַתָּה־כֹהֵן לְעֹולָם עַל־דִּבְרָתִי מַלְכִּי־צֶדֶק׃

אים שמען

Shimòn ym

   Si tratta però di una congettura fantasiosa e molto discutibile. Simone (anno 142 a. E. V.) riunì la sua duplice funzione solo temporaneamente, fino alla comparsa di un “profeta veritiero”; ma il salmo dice: “Tu sei Sacerdote in eterno” (v. 4). Gionata (anno 151 a. E. V.) fu nominato sacerdote dal re pagano Alessandro Bales di Siria e non da un oracolo divino: “’Noi ti eleggiamo oggi nostro capo e condottiero nelle nostre battaglie’. Giònata assunse il comando in quella occasione e prese il posto di Giuda suo fratello . . . Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo”. – 1Maccabei 9:30,31:10:20.

   Davide va riconosciuto come autore. Lo dice anche il titolo del salmo: “Salmo di Davide” (v. 1). Pietro riferisce il salmo a Davide: “Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra,  finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi’” (At 2:34,35). Yeshùa poggia su questo salmo per sostenere la propria superiorità a Davide: “Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo . . .” (Mt 22:43). Non si può negare che Davide ne sia l’autore. Inoltre, dal punto di vista dello studio biblico, tutto riesce più significativo se si accetta che il salmo risalga proprio a Davide.

 

Messianismo

   È chiaro poi – dall’uso di questo salmo nelle Scritture Greche – che gli ebrei vi vedevano un’interpretazione messianica che già era stata intuita dal giudaismo anteriore. Ne usa Yeshùa, come già abbiamo visto, nelle diatribe con i farisei, gli erodiani e i sadducei. “Gesù, mentre insegnava nel tempio, disse: ‘Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide? Davide stesso disse per lo Spirito Santo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. Davide stesso lo chiama Signore; dunque come può essere suo figlio?’” (Mr 12:35-37). Paolo lo usa per sottolineare l’esaltazione di Yeshùa alla destra di Dio: “Bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi [riferimento a Sl 110:1]” (1Cor 15:25). L’autore di Eb ne usa per la superiorità di Yeshùa sugli angeli: “E a quale degli angeli disse mai: Siedi alla mia destra finché abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?” (Eb 1:13). La resurrezione di Yeshùa è dimostrata con tale salmo da Pietro (At 2:35,36). Della esaltazione e del sacerdozio di Yeshùa si parla in vari passi biblici:

 

Esaltazione di Yeshùa

 

“Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”. – Mr 16:19.

 

“Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo al legno e lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele”. – At 5:20,31.

 

“Stefano . . . vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: ‘Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio’”. – At 7:55,56.

 

“Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio”. – Rm 8:34.

 

“Questa potente efficacia della sua forza egli [Dio] l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo”. – Ef 1:20.

 

“Cristo è seduto alla destra di Dio”. – Col 3:1.

 

“abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli”. – Eb 8:1.

 

“Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi”. – Eb 10:12,13.

 

“Gesù . . . si è seduto alla destra del trono di Dio”. – Eb 12:2.

 

“Asceso al cielo, [Yeshùa] sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti”. – 1Pt 3:22.

 

“Ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono”. – Riv 3:21.

 

Sacerdozio di Yeshùa

 

“Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato. Altrove egli dice anche: Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec”. – Eb 5:5,6.

 

“Gesù è entrato [nel Santissimo del Tempio] per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec”. – Eb 6:20.

 

“Questo Melchisedec, re di Salem, era sacerdote del Dio altissimo”. – Eb 7:17.

   È pure significativo che gli apostoli non si siano trovati imbarazzati davanti alle immagini belliche del salmo: segno che non venivano intese alla lettera, altrimenti ciò avrebbe reso inverosimile la sua applicazione alla prima venuta di Yeshùa.