Dove trovare Dio quando siamo esausti dentro? Dove poterlo incontrare quando ne abbiamo bisogno?

   “Elia si alzò, mangiò e bevve. Poi, rinforzato da quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino all’Oreb, il monte di Dio. Andò in una grotta e vi passò la notte. Il Signore gli chiese:

– Che fai qui, Elia?

   Elia rispose:

– Signore, Dio dell’universo, sono stato preso da un’ardente passione per te, quando ho visto che gli Israeliti hanno violato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso i tuoi profeti. Sono l’unico rimasto, ma cercano di togliermi la vita.

   Il Signore rispose ad Elia:

– Esci dalla grotta e vieni sulla montagna, alla mia presenza.

   Infatti il Signore stava passando. Davanti a lui un vento fortissimo spaccava le montagne e fracassava le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento venne il terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.Dopo il terremoto venne il fuoco, ma il Signore non era neppure nel fuoco. Dopo il fuoco, Elia udì come un lieve sussurro. Si coprì la faccia col mantello”. – 1Re 19:8-13, PdS.

   Il profeta Elia, scoraggiato dal persistere degli israeliti nella disubbidienza a Dio, sente il forte bisogno di rifugiarsi nell’Onnipotente, e si reca al monte di Dio. Qui Dio lo accoglie alla sua presenza. Dio si manifesta con un vento fortissimo, ma non è nel vento. Si manifesta poi con un terremoto, ma non era neppure nel terremoto. Si manifesta ancora con il fuoco, ma non era neanche nel fuoco. Infine “un lieve sussurro”. La LXX aggiunge: “E il Signore era lì”. Ed Elia si copre la faccia con il mantello.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio”. – Sl 45:11, CEI.

    Dio è sempre presente, ma invisibilmente, “benché egli non sia lontano da ciascuno di noi” (At 17:27). Dio si cela dietro “un lieve sussurro”.

“Narrano i cieli la gloria di Dio,
gli spazi annunziano l’opera delle sue mani.
Un giorno all’altro ne da notizia,
una notte all’altra lo racconta,
senza discorsi e senza parole.
Non è voce che si possa udire.
Il loro messaggio si diffonde sulla terra,
l’eco raggiunge i confini del mondo”.

Sl 19:2-5, PdS.

 

   La creazione parla un linguaggio silenzioso, senza parole. E parla di Dio. Della sua bellezza, della sua potenza. “Infatti, fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina” (Rm 1:20, PdS). Ma occorre fermarsi, non essere distratti. “Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore. Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze” (Dt 6:4,5). Fermarsi e saper ascoltare, saper percepire che dietro tutta la creazione c’è Dio, il Dio unico.

   Dove trovare Dio? Dove poterlo incontrare? “Tu, quando preghi, entra nella tua stanza privata e, chiusa la porta, prega il Padre tuo che è nel segreto” (Mt 6:6, TNM). Dio “è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità”. – Sl 144:18, TNM.

“Il Signore è giusto in tutto,
buono in ogni sua azione.
È vicino a chiunque lo invoca,
a chi lo cerca con cuore sincero.
Non delude le attese di chi gli è fedele,
ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore veglia su quanti lo amano”.

Sl 145:17-20, PdS.

   Chi è Dio? Possiamo dire che è l’Onnipotente, ma Dio ‘non è nel vento, nel terremoto, nel fuoco’. Possiamo dire che è Bellezza, ma già “un giorno all’altro ne da notizia, una notte all’altra lo racconta, senza discorsi e senza parole”. Possiamo dire che è “Colui che è”, avvertendo tutta la forza imperiosa del suo Nome. “Il suo nome solo è irraggiungibilmente alto. La sua dignità è al di sopra della terra e del cielo” (Sl 113:4, TNM). Dio è molto di più. “Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere” (1Re 8:27). Diciamo allora: “Dio è amore” (1Gv 4:8), e Dio si fa in quel momento molto vicino.

   “Chi è degno di salire al monte del Signore? Chi entrerà nel suo santuario? Chi ha cuore puro e mani innocenti” (Sl 24:3,4, PdS). Il nostro peccato costringe Dio a nascondersi da noi. “Non dovete pensare che il Signore sia così debole da non potervi salvare o così sordo da non sentirvi. In realtà sono le vostre azioni malvagie che hanno alzato una barriera tra voi e il vostro Dio. Sono le vostre colpe che gli fanno voltare la testa per non sentire le vostre preghiere”. – Is 59:1,2, PdS.

    Occorre uscire da noi stessi, dalla prigione del nostro egoismo.  “Che fai qui, Elia? … Esci dalla grotta e vieni sulla montagna, alla mia presenza”. Uscire. Per incontrare Dio. Per stare alla sua presenza.

   “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3:20). Questo bussare è discreto, quasi impercettibile. “Intanto arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece finta di continuare il viaggio. Ma quei due discepoli lo trattennero dicendo: ‘Resta con noi perché il sole ormai tramonta’. Perciò Gesù entrò nel villaggio per rimanere con loro. Poi si mise a tavola con loro”. – Lc 24:28-30, PdS.

   I credenti desiderano incontrare Dio. Dovremmo invece permettere che sia lui a incontrare noi.