La Valle di Izreel è una valle fertile che si estende a nord di Sichem. Inizia da sotto il livello del mare e sale fino ad aprirsi in una vasta pianura. Il nome “Izreel” dato all’intera regione è preso dal nome della città omonima. A settentrione della valle ci sono le stupende colline della Galilea, dove sorgeva anche Nazaret. “Nazaret rimane in una conca fra le colline; ma allorché si sale ai bordi di questa conca, . . . si gode una vista stupenda! Davanti a voi si estende [la valle di Izreel], con i suoi . . . campi di battaglia . . . È una mappa di storia veterotestamentaria”. – G. Smith, The Historical Geography of the Holy Land.

   In questa vallata pianeggiante – la Valle di Izreel – gli archeologi hanno portato alla luce le rovine di alcune città-stato che furono conquistate da Israele al tempo di Giosuè. Si tratta di Taanac, Meghiddo, Iocneam e forse anche di Chedes. –  Gs 12:7,21,22.

   In questa valle, al tempo dei Giudici Barac e Gedeone, Israele fu liberata con l’aiuto divino da nazioni nemiche che erano molto più potenti. – Gdc 5:1,19-21;6:33;7:22.

   Sempre qui, il re Ieu (secoli dopo) andò fino alla città di Izreel per eseguire il giudizio di Dio su Izebel. Una torretta di guardia a Izreel rende possibile, guardando verso est, vedere fino a 19 km di distanza. Era possibile quindi vedere avvicinarsi le truppe di Ieu, perciò il re israelita Ieoram ebbe il tempo di inviare messaggeri a cavallo e infine (insieme a Acazia re di Giuda) di andare incontro a Ieu prima che questi raggiungesse la città di Izreel (2Re 9:16-27). Riguardo ai luoghi in cui si svolsero combattimenti come questi, G. Smith scrive: “È straordinario che in nessuno dei racconti . . . ci sia alcun aspetto geograficamente impossibile”. – G. Smith, The Historical Geography of the Holy Land.

   La città sul colle di Meghiddo era situata nel punto di convergenza d’importanti rotte commerciali e dominava la pianura di Izreel, chiamata anche pianura di Esdrelon. Era situata a metà strada fra il Monte Carmelo e il fiume Giordano. La strada del Mare – la più importante via di comunicazione tra nord e sud – passava per Meghiddo. La strada fra est e ovest – che congiungeva la Giudea e la valle del fiume Giordano con la costa mediterranea – pure passava davanti a Meghiddo. Meghiddo era una città fortificata che permetteva di controllare il traffico e gli eserciti che si muovevano tra l’Egitto e l’area dell’Eufrate. Un esercito egiziano, assiro o babilonese poteva anche evitare Gerusalemme, ma doveva passare per Meghiddo.

   Questa vallata fu teatro di battaglie decisive. Qui Barac sconfisse il forte esercito di Sisera (Gdc 4:12-16). Qui si diedero battaglia il faraone Neco e Giosia (2Cron 35:20,22-24). Qui, durante la prima guerra mondiale, il maresciallo di campo Allenby sconfisse le truppe turche.

   La Scrittura indica Meghiddo come luogo in cui si raduneranno gli eserciti che poi attaccheranno Gerusalemme prima del ritorno di Yeshùa. Sbaglia due volte il direttivo statunitense dei Testimoni di Geova quando afferma: “La Bibbia usa Meghiddo, la più importante città di questa valle dal punto di vista strategico, come simbolo del luogo in cui si combatterà la guerra di Dio, Har-Maghedon (che significa “Monte di Meghiddo”). Questa sarà una battaglia di proporzioni mondiali in cui Gesù Cristo, quale Re dei re, distruggerà tutti i nemici di Dio e della congregazione cristiana, il vero popolo di Dio. — Rivelazione (Apocalisse) 16:16; 17:14” (La Torre di Guardia del 15 giugno 1993, pag. 6). Il primo errore sta nel ritenere Meghiddo un simbolo. La Bibbia dice: “Li radunarono [i “re dell’intera terra abitata”, v. 14, TNM] nel luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon [Ἃρμαγεδών (Armaghedòn); ebraico: הר (har), “monte”; מְגִדֹּו (Meghidò), “Meghiddo”]” (Riv 16:16, TNM). Sono forse un simbolo i “re dell’intera terra abitata”? Perché mai allora dovrebbe essere un simbolo il luogo in cui si raduneranno? Il secondo errore è quello di affermare: “la guerra di Dio, Har-Maghedon” (Ibidem). La Scrittura non parla assolutamente di una guerra di Har-Maghedon. Dove mai l’ha letto il direttivo? La Scrittura dice che , nel “luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon”, proprio , si raduneranno i contingenti militari inviati dalle potenze mondiali. non ci sarà proprio nessuna guerra. Ci sarà però un raduno strategico per poi andare all’attacco di Gerusalemme. La guerra avverrà dopo il raduno che avverrà nel “luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon”: “Le dieci corna che hai visto significano dieci re, che non hanno ancora ricevuto il regno, ma ricevono autorità come re per un’ora con la bestia selvaggia. Questi hanno un solo pensiero, e danno la loro potenza e la loro autorità alla bestia selvaggia. Questi combatteranno contro l’Agnello, ma, siccome egli è Signore dei signori e Re dei re, l’Agnello li vincerà. E con lui [vinceranno] quelli che sono chiamati ed eletti e fedeli” (Ap 17:12-14, TNM). “I dieci re” (forse i futuri Stati Uniti d’Europa composti da 10 nazioni? Si vedrà) avranno un’idea fissa, “un solo pensiero”: distruggere Israele. È detto, infatti, che “combatteranno contro l’Agnello”. Dove avverrà questo? “Certamente raccoglierò tutte le nazioni [gli apocalittici “re dell’intera terra abitata”] contro Gerusalemme per la guerra; e la città sarà realmente catturata e le case saranno saccheggiate, e le donne stesse saranno violate” (Zc 14:2, TNM). Ma quelle nazioni si troveranno a combattere contro Yeshùa: “In quel giorno i suoi piedi staranno effettivamente sul monte degli ulivi” (v. 4, TNM). Yeshùa scenderà proprio sul Monte degli Ulivi, come garantirono 2000 anni or sono gli angeli: “Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo? Questo Gesù che di fra voi è stato assunto in cielo verrà nella stessa maniera in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1:11, TNM, cfr. v. 12). Sarà quello il momento in cui Israele, attaccata senza speranza di scampare, vedrà Yeshùa venirle in soccorso. Sarà quello il momento in cui troverà adempimento la profezia fatta da Yeshùa stesso: “Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Lc 13:35). Israele riconoscerà allora Yeshùa come messia. Zc 14 mostra che sarà ripristinata la Legge di Dio, e lo sarà su tutto il pianeta. Israele avrà ancora un ruolo importantissimo nel piano di Dio: “Tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: Il liberatore verrà da Sion . . . Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra [i pagani]; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati a causa dei loro padri; perché i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili” (Rm 11:26-29). C’è quindi un terzo errore nelle affermazioni del direttivo nordamericano quando esso parla di “congregazione cristiana, il vero popolo di Dio” (Ibidem), che sarebbe attaccato dai re della terra. Ciò che causerà il ritorno di Yeshùa e la guerra finale sarà invece l’attacco internazionale che le nazioni sferreranno per togliere Israele dalla faccia della terra. Ma – dice Dio – “chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio” (Zc 2:8, TNM). Chi – ancora oggi, nel terzo millennio – visita Israele e conosce la Scrittura è percorso da un brivido quando si trova davanti la Valle di Izreel: un’ampia pianura di sola campagna, senza costruzioni; pare sia lì, in attesa di accogliere le future spedizioni militari.