La lingua del profeta è generalmente molto pura, corretta ed elegante. Il libro di Isaia, scritto in un ebraico classico, è anche dal punto di vista stilistico un vero capolavoro dell’età aurea della letteratura ebraica.

   Isaia ci colpisce per la sua forza, elevatezza e profondità di pensiero. Il tutto è condito con delicatezza d’espressione. Le sue immagini sono senza difetti, varie e brillanti. Isaia possiede tutte le risorse dell’arte oratoria: suscita la sorpresa, eccita l’attenzione, mette il rilievo i punti salienti, adatta la sua lingua alle circostanze e allo scopo da raggiungere.

   La sua parlata abbonda di assonanze, di similitudini, di antitesi. Ma, si sa, molte bellezze letterarie svaniscono in qualsiasi traduzione. Il fiore si sciupa, come diceva Girolamo, e perde la vivacità del suo colorito e la freschezza del suo profumo. Un esempio illustrerà meglio quest’aspetto. Qui di seguito viene riportato un piccolo brano (vv. 7-9) della preghiera presente nel capitolo 26 di Isaia. Viene data la trascrizione fonetica del testo ebraico (anche se non si conosce la lingua, se ne può ascoltare la musicalità) e vengono proposte poi alcune traduzioni italiane.

Testo ebraico

Òrakh latzadìyq mesharìm yashàr magàl tzadìyq tfalès af òrakh mishpatècha Yhvh qiuinùcha leshimchà ulsicherècha taavàt nàfesh nafshì iuytichà balàila af-rukhìy veqirbìy ashakharècha ki kaashèr mishpatècha laàretz tzèdeq lamdù yshvè tevèl.

   Si notino le assonanze e il ritmo che crea una musicalità poetica. Purtroppo le assonanze sono difficili da rendere in una traduzione. Tuttavia una traduzione che oltre ad essere buona sia bella, cerca di rendere con la massima efficacia la bellezza del testo, specialmente nei brani poetici.

   Si notino ora tre traduzioni italiane a confronto. La NR rende bene il testo in un italiano comprensibile, ma di più non fa. TNM sta molto alla lettera del testo e traduce in un linguaggio arido, usando un italiano strano che nessuno parla; la poesia è completamente assente; la bellezza della preghiera accorata svanisce del tutto per lasciar posto a degli enunciati meccanici che nulla trasmettono al lettore. PdS rende in modo sublime, facendo gustare ogni espressione: l’italiano è fluente, è quello parlato, e la poetica è resa bene.

 

NR

TNM

PdS

“La via del giusto è diritta; tu rendi perfettamente piano il sentiero del giusto. Sulla via dei tuoi giudizi, Signore, noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima. Con l’anima mia ti desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me, ti cerco; poiché, quando i tuoi giudizi si compiono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia”. “Il sentiero del giusto è rettitudine. Essendo tu retto, livellerai il medesimo percorso del giusto. Sì, per il sentiero dei tuoi giudizi, o Geova, abbiamo sperato in te. Per il tuo nome e per il tuo memoriale è stato il desiderio dell’anima. Con la mia anima ti ho desiderato nella notte; sì, col mio spirito dentro di me continuo a cercarti; perché, quando da te ci sono giudizi per la terra, gli abitanti del paese produttivo certamente imparano la giustizia”. “Signore, tu raddrizzi il sentiero degli onesti, rendi piana la loro strada. Noi seguiamo la via che tu ci indichi, riponiamo in te la nostra speranza. Il nostro unico desiderio è lodarti. Ogni notte il mio cuore desidera te. Quando giudichi la terra e i suoi abitanti, essi imparano che cos’è la giustizia”.