Nota: tutte le citazioni bibliche di questo studio – se non altrimenti specificate – sono tratte dalla versione TILC.


 

Che cos’è un essere umano? Per il popolare giornalista Piero Angela, per fare un corpo umano occorrono, parole sue, “15 chili di proteine, 85 grammi di cloro, 3 grammi di ferro, 35 grammi di sodio, 240 grammi di potassio e 4-5 secchi d’acqua ‘messi in forma’”. E voilà, l’essere umano è servito. Verrebbe voglia di fornirgli tutti gli ingredienti e chiedergli di trarne un essere umano. Si faccia pure aiutare da chi vuole.

   Che cos’è un essere umano? Se volessimo rimanere sulle banalità, si potrebbe anche dire che è una macchina per produrre escrementi. La brava scrittrice e pittrice danese Karen Blixen, pur con meno brutalità, non si allontanò da questa definizione; parole sue: “Che cos’è l’uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in orina?”.

   Che cos’è un essere umano? Il salmista biblico pose la stessa domanda, con ben altri toni, alcuni millenni or sono:

“Se guardo il cielo, opera delle tue mani,
la luna e le stelle che vi hai posto,
chi è mai l’uomo perché ti ricordi di lui?
Chi è mai, che tu ne abbia cura?”.

Sl 8:4.

   Biologicamente, l’essere umano è composto di materia fisica: “Il Signore, prese dal suolo un po’ di terra e, con quella, plasmò l’uomo” (Gn 2:7). Qualcosa gli mancava ancora, però. “Gli soffiò nelle narici un alito vitale [נִשְׁמַת חַיִּים (nishmàt khayìym)] e l’uomo divenne un’anima [נֶפֶשׁ (nèfesh)] vivente” (Ibidem). Così l’essere umano iniziò a vivere.

   Che cos’è l’“alito vitale” che Dio immise in lui? Certamente non una presunta anima spirituale, perché la Bibbia dice che “l’uomo divenne un’anima vivente”. Non ebbe un’anima: lui stesso era anima. L’idea di un’anima spirituale appartiene alla filosofia greca e fu assunta dalle religioni. Per la Bibbia, l’essere umano è un’anima, fisica e mortale. L’anima, essendo fisica, muore, tanto che nella Bibbia si parla di “anima [נֶפֶשׁ (nèfesh)] deceduta”. – Nm 5:2, TNM.

   L’alito vitale – neshamàh (נְשָׁמָה) – non è solo il respiro ma anche la sorgente della vita fisica o forza vitale dell’essere umano. Tale neshamàh (נְשָׁמָה) o “alito vitale” lo hanno anche tutti gli animali, compresi gli uccelli e gli insetti. Al Diluvio “perì ogni essere vivente che si moveva sulla terra: uccelli, bestiame, animali selvatici, rettili di ogni sorta striscianti sulla terra e tutti gli uomini. Tutto quello che era sulla terra asciutta e aveva alito di vita [נִשְׁמַת־רוּחַ חַיִּים  (nishmàt-rùakh khayìym)] nelle sue narici, morì” (Gn 7:21,22, NR). Esseri umani e animali hanno la stessa sorte e quando muoiono vanno nel medesimo luogo: sottoterra. “La sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l’uno, così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere”. – Ec 3:19,20, NR.

   Eppure, una differenza tra animali e esseri umani c’è. Gli esseri umani possono risorgere. Dio non vuole “che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2Pt 3:9, NR). Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità”. – 1Tm 2:4, NR.

   Fra tutte le creature fisiche di Dio – e tutte (animali ed esseri umani) hanno l’alito vitale o neshamàh (נְשָׁמָה) – soltanto l’essere umano ha la straordinaria facoltà di pensare e ragionare. Gli animali vivono per istinto e non possiedono il concetto di bene e di male. C’è un baratro tra il cervello animale e quello umano. L’enorme divario è spiegato in Gn 1:27: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (NR). La capacità di pensare, di ragionare, di fare delle scelte e di prendere decisioni, tutti questi poteri mentali, costituiscono la mente e il carattere dell’essere umano. È tutto ciò, che ci rende umani. Gli animali non possono pentirsi e nulla avrebbero di cui pentirsi: vivono per istinto. Noi soli conosciamo la differenza tra bene e male; noi soli possiamo pentirci del male commesso. Noi soli possiamo accettare il codice di condotta richiesto da Dio e ubbidire con autodisciplina. La nostra mente, per quanto lontana da quella di Dio, assomiglia alla sua. Noi non solo sappiamo, ma sappiamo di sapere: siamo consapevoli. Possedendo potenzialmente la mente e il carattere di Dio, a sua somiglianza, possiamo conformarci a lui: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste”. – Mt 5:48, NR.

La mente umana

   Sebbene condividiamo con gli animali lo stesso “alito vitale” o neshamàh (נְשָׁמָה), abbiamo una particolarità unica. “Quel che rende intelligente l’uomo è lo spirito [רוּחַ (rùakh)]” (Gb 32:8, NR). Si tratta dello “spirito dell’uomo dentro di lui” (Zc 12:1, NR). Anche Paolo parla dello “spirito dell’uomo che è in lui” (1Cor 2:11, NR). Si noti che è definito “dell’uomo”, quindi gli animali non lo possiedono. Si tratta di qualcosa che impartisce al cervello umano le sue particolari qualità. È questo qualcosa che ci rende particolarmente intelligenti, permettendoci di apprendere ogni tipo di conoscenza, come nozioni matematiche e lingue straniere; di progettare opere ingegneristiche; di gustare e perfino produrre poesia e musica. Tale spirito umano è l’essenza spirituale che è in noi. Non ci conferisce la vita, che è invece nel sangue (Lv 17:11, NR), ossigenato dall’alito di vita. Lo spirito umano conferisce al nostro cervello le capacità d’intelletto. È una componente non fisica, spirituale, che è data solo agli esseri umani.

   Lo spirito umano non ha facoltà uditive: sono i nostri orecchi a udire. Non ha facoltà visive: sono i nostri occhi a vedere. Non può gustare: lo fa il palato. Non può odorare: lo fanno le narici. Né può toccare: ci sono le mani per questo. Non può neppure pensare: è il cervello che ci permette di pensare. È però lo spirito umano che è in noi a dare al cervello la capacità di pensare. Ecco perché gli animali non possono pensare e ragionare come facciamo noi: non hanno lo “spirito dell’uomo che è in lui”.

   Lo “spirito dell’uomo” memorizza tutto ciò che entra nel nostro cervello, come un computer. Fornice poi al cervello la capacità di ricordare ogni cosa dandogli anche le capacità di pensare e ragionare, che consistono nel porre in ordine tutte le informazioni per giungere a una conclusione. Inoltre, è questo spirito umano che ci permette di avere con Dio un rapporto intimo e personale.

   Da sempre, il maligno ingaggia una lotta per la conquista della mente umana, avendo iniziato da subito con la prima donna, Eva (Gn 3:1-6, NR). È proprio lì, in Eden, che sorse la grande menzogna dell’immortalità dell’anima: “Non è vero che morirete” (Gn 3:4). “Il dio di questo mondo ha accecato le menti” (2Cor 4:4, NR). “E non c’è da meravigliarsene, poiché Satana stesso continua a trasformarsi in angelo di luce”. – 2Cor 11:14, TNM.

   L’essere umano è oggi capace di progettare e costruire astronavi con cui esplora l’universo, con cui può andare sulla luna e tornare. Può costruire giganteschi ponti e dighe. Progetta e realizza computer incredibili, opere ingegneristiche grandiose; lavora con la nanotecnologia, costruendo oggetti che sono grandi meno di un millesimo di millimetro. Eppure non sa risolvere un problema coniugale o una lite con il suo vicino. Il motivo sta nel fatto che tali problemi sono d’ordine spirituale. Con lo “spirito dell’uomo che è in lui” può conoscere, comprendere, pensare, ragionare, progettare; può fare tutto ciò, però, solo riguardo alla materia. Per affrontare problematiche spirituali gli occorre la conoscenza di princìpi spirituali. Per questa conoscenza spirituale, all’essere umano naturale non basta lo spirito umano. Gli occorre un altro spirito.

L’impellente bisogno dello spirito di Dio

   “Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio . . . l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio” (1Cor 2:10,11,14, NR). Nessun cervello animale può comprendere le cose umane e, nello stesso modo, nessuna mente umana naturale può comprendere le cose spirituali. Per comprendere le verità divine occorre lo spirito di Dio. Neppure i più grandi uomini dell’umanità, quelli con le menti più eccelse o perfino geniali, arrivano a comprendere le verità spirituali, perché “l’uomo che non ha ricevuto lo Spirito di Dio non è in grado di accogliere le verità che lo Spirito di Dio fa conoscere. Gli sembrano assurdità e non le può comprendere perché devono essere capite in modo spirituale”. – 1Cor 2:14.

   L’essere umano con il suo spirito umano può conoscere e comprendere soltanto cose fisiche e materiali, solo ciò che i suoi sensi possono percepire. Le cose spirituali non possono essere viste con gli occhi e udite con gli orecchi: si tratta, infatti, di “quel che nessuno ha mai visto e udito, quel che nessuno ha mai immaginato” (1Cor 2:9). Da tutto ciò emerge che l’essere umano fu creato incompleto. Abbiamo bisogno, per essere completi, dello spirito di Dio.

   Come si ottiene lo spirito di Dio? “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2:38, NR). “Gesù stando in piedi esclamò: ‘Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno’. Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui” (Gv 7:37-39, NR). È ricevendo lo spirito di Dio che si diventa suoi figli, generati da lui, ricevendo la sua natura:

“Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: ‘Abbà! Padre!’ Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui”. – Rm 8:14-17, NR.

   Se volessimo fare un paragone, è come se lo spermatozoo spirituale dello spirito di Dio fecondasse l’ovulo spirituale del nostro spirito umano. Con tale fecondazione spirituale, è generata la persona spirituale che ha in sé, potenzialmente, la vita eterna. E non solo. Alla mente umana viene impartita la capacità di comprendere le cose spirituali. Inoltre, viene infusa nella nuova persona spirituale parte della natura divina, con cui può cresce e spiritualmente e vincere la propria natura umana. Tutto ciò non rende ancora le persone, così generate, immortali: esse sono però “figli” ed “eredi di Dio” (Rm 8:17, NR). La persona spirituale non ha ancora il possesso dell’eredità, ma è erede. Stando sempre al paragone, la persona non è ancora nata veramente ma solo generata. Sarà al ritorno di Yeshùa che la persona riceverà la vita piena e l’eredità spirituale, se lascerà che lo spirito di Dio rimanga in lei facendola crescere. “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”. – Rm 8:11, NR.

Il progetto di Dio

   Dio sta riproducendo se stesso. Questa è una verità spirituale sbalorditiva che pochi comprendono. L’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, con una mente simile alla sua, deve sviluppare il carattere di Dio. Yeshùa, il consacrato di Dio, ha tracciato la strada. Se accogliamo la chiamata di Dio, siamo generati come nuove creature e iniziamo a crescere spiritualmente (2Pt 3:18, NR). “Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza”. – 1Pt 2:1,2, NR.

   In questa fase di crescita spirituale non siamo ancora perfetti in senso assoluto. “Ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui”, “Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio”. – 1Gv 3:2,9, NR.

   Il carattere perfetto e santo di Dio non è dato all’istante, immediatamente. Deve essere sviluppato, crescendo spiritualmente. La nostra fedeltà deve essere vissuta, ubbidendo ai Comandamenti e alla Legge di Dio. Già da ora, però, questo cammino spirituale procura pace, serenità e gioia. Il nostro nutrimento sono le parole di vita che troviamo nella Scrittura. “Lo Spirito di Dio dà la vita, l’uomo da solo non può far nulla”. – Gv 6:63.