Come abbiamo notato in questa serie di studi sulla cronologia biblica, la settimana creativa rappresenta la durata della storia umana. I sei giorni creativi rappresentano seimila anni di storia umana, dato che ciascun giorno equivale a mille anni: “Voi, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2Pt 3:8). Il settimo giorno creativo rappresenta il sabato millenniale del regno di Dio (cfr. Ap). Da quando partono questi 6000 anni? Non lo sappiamo con esattezza. Sia perché non possiamo avere una cronologia accurata, sia perché non sappiamo se partono dalla creazione di Adamo, da quella di Eva o dal loro peccato. Quanto tempo è rimasto Adamo nel giardino di Eden prima che Dio creasse Eva? Non lo sappiamo. Quanto tempo rimasero Adamo ed Eva nel giardino di Eden prima che Dio li scacciasse (Gn 3:23)? Non lo sappiamo.

   Di certo questi 6000 anni furono costellati da Giubilei. Il Giubileo è stabilito in Lv 25:10: “Santificherete il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo”. Ogni cinquantesimo anno era un anno santo. In occasione del Giubileo veniva proclamata la libertà in tutto il paese. Questo voleva dire che tutti gli israeliti che si erano venduti come schiavi a causa di debiti tornavano liberi.

   La libertà è menzionata nella profezia isaiana in Is 61:1-7. Pur non menzionando direttamente l’anno giubilare, la profezia fa riferimento a una futura liberazione: “Lo spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia del Signore […] avranno felicità eterna”.

   In che modo, e quando, quella profezia si adempì? Dopo aver celebrato la Pasqua del 28 E. V., Yeshùa si recò in una sinagoga in giorno di sabato. Mentre era lì, egli lesse parte della profezia di Isaia e l’applicò a se stesso.

“Gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a proclamare l’anno accettevole del Signore. Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Egli prese a dir loro: ‘Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite’”. – Lc 4:17-21.

   Yeshùa richiamò così l’attenzione su qualcosa che i giudei conoscevano e sperimentavano in occasione dei vari Giubilei. “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite”. Era l’anno 28. Fu un anno giubilare? La Scrittura non lo dice. Inoltre, la predicazione e il ministero pubblico di Yeshùa non durarono solo un anno. Sembrerebbe quindi un errore ritenere quell’anno un Giubileo, come fanno le Chiese Cristiane di Dio.

  Nella Bibbia non troviamo indicazioni sulle date in cui furono celebrati i Giubilei, ammesso che gli ebrei li avessero osservati. Troviamo anzi in 2Cron 36:20,21 la condanna di Dio perché il suo popolo violò i suoi comandamenti, incluse le leggi sabatiche, di cui i Giubilei facevano parte.

  Il Libro dei Giubilei (che parafrasa la storia del mondo dalla creazione all’Esodo, suddividendola in Giubilei) non è poi affidabile; si tratta di un apocrifo del 2° secolo a. E. V. che solo la Chiesa Copta considera canonico.