Non speravamo certo di trovare verità nelle religioni politeiste. Il semplice buon senso della ragione ci suggerisce che la verità che riguarda Dio non può essere trovata tra milioni di dèi. Se poi tali dèi includono forze della natura, antenati e imperatori, comprendiamo subito che si tratta solo di proiezioni umane. La religione, del resto, consiste proprio nel tentativo umano di ricercare Dio.

   Scartati i politeismi, la nostra attenzione – nel tentativo di scoprire se qualche religione contenga delle verità su Dio – si rivolge per esclusione ai monoteismi. Ce ne sono tre: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.

   Seri dubbi li nutriamo sul Cristianesimo quale religione monoteista. È vero che la dottrina trinitaria parla di un solo Dio, ma è pur vero che vengono presentate tre persone ritenute ciascuna Dio. Definire il tutto un mistero, non porta lontano: racchiude solo la dottrina in un assurdo sotto le mentite spoglie del mistero (in questo sito è analizzata a fondo la questione trinitaria).  Comunque, ci sono alcune religioni cristiane che rifiutano la trinità: Testimoni di Geova, Chiesa del Regno di Dio e Chiese Cristiane di Dio. La Chiesa di Dio Unita – staccatati dalla Chiesa di Dio Universale – è un caso speciale: abbraccia il binitarismo, credendo in Dio Padre e in Gesù Dio; alla fin fine si tratta di politeismo. La Chiesa di Dio Universale si è invece convertita al trinitarismo.

   Esaminando i tre monoteismi si fanno scoperte interessanti.

Islam

   Maometto (Muhammad), fondatore dell’Islam, nacque a La Mecca, nell’Arabia Saudita, verso il 570 della nostra èra. “[Maometto] era turbato dai continui litigi fra i capi coreisciti [della tribù dei Quraish, alla quale egli apparteneva] che avvenivano per dichiarati motivi di religione e d’onore. Ancor più profonda era la sua insoddisfazione per le sopravvivenze della religione araba antica, il politeismo e l’animismo idolatrici, l’immoralità praticata alle grandi riunioni religiose e alle fiere, gli sbevazzamenti, il gioco d’azzardo e le danze, tutte cose molto popolari fra i suoi contemporanei, nonché per la pratica, seguita non solo alla Mecca ma in tutta l’Arabia, di seppellire vive le neonate indesiderate”. – John Noss, Man’s Religions.

    Maometto, all’età di circa 40 anni, avrebbe ricevuto la vocazione a divenire profeta. Non sapendo leggere, dovette imparare a memoria le rivelazioni così da poterle ripetere e recitare. Tali rivelazioni le avrebbe ricevute dall’angelo Gabriele in un arco di 20-23 anni, tra il 610 circa e il 632 (anno della sua morte) della nostra èra. Nella vita islamica ci sono tre autorità: il Corano (il testo sacro ritenuto ispirato), il Hadīth (ciò che il Profeta fece, disse e approvò tacitamente) e la Sharī‛ah (la legge basata sul Corano, che regola l’intera vita del musulmano sotto l’aspetto religioso, politico e sociale).

   Gli abitanti della Mecca (che erano anche della sua stessa tribù) respinsero Maometto. Per 13 anni fu perseguitato e odiato. Dovette quindi trasferirsi, così andò a Yathrib (poi chiamata al-Madīnah, Medina), che divenne la città del profeta. Questa emigrazione o ègira (higra), avvenuta nel 622 della nostra èra, rappresentò un momento significativo per la storia islamica. Quella data (l’anno della fuga, il 622) fu assunta in seguito come punto di partenza del calendario islamico.

   Nel 630 Maometto conquistò La Mecca, che si arrese a lui, e vi instaurò il suo governo. Maometto morì nel 632. Entro pochi decenni dalla sua morte, l’Islām si propagò in Afghanistan e fino in Tunisia, nell’Africa settentrionale. All’inizio dell’8° secolo la fede coranica era penetrata in Spagna, giungendo alla frontiera francese. “Considerata da un punto di vista umano, l’impresa compiuta da un profeta arabo vissuto nei secoli VI e VII dopo Cristo è sbalorditiva. Umanamente parlando, fu lui a dare inizio a una nuova civiltà. Ma naturalmente per il musulmano l’opera fu divina e l’impresa di Allah”. — Ninian Smart, Background to the Long Search.

   Maometto era morto senza lasciare discendenza maschile e senza aver disposto nulla per la successione. Ci fu crisi per la successione. “Quello del califfato è quindi il problema più antico che l’Islam dovette affrontare. È tuttora una questione scottante . . . Lo storico musulmano al-Shahrastāni [1086-1153] si espresse in questo modo: ‘Mai una controversia islamica ha causato tanto spargimento di sangue quanto quella del califfato (imāmah)’” (Philip Hitti). Nel 632 “Abu-Bakr . . . fu designato (8 giugno 632) successore di Maometto mediante una forma di elezione alla quale presero parte quei capi che erano presenti nella capitale, al-Madīnah”. — History of the Arabs.

   I musulmani sunniti accettano il principio della carica elettiva anziché quello della discendenza naturale dal profeta. I musulmani sciiti, invece, dicono che il titolo a dirigere il mondo islamico viene trasmesso dai diretti discendenti del profeta e attraverso ‛Alī ibn Abī Tālib, suo cugino e genero, il primo imām (guida e successore), che sposò Fātimah, la figlia prediletta di Maometto. Le sanguinose lotte tra sunniti e sciiti sono tuttora storia quotidiana. Gli sciiti sono solo il 20% circa della popolazione musulmana mondiale; la maggioranza dei musulmani è costituita da sunniti.

   La principale professione di fede dei musulmani è la shahādah che recita: “La ilāh illa Allāh; Muhammad rasūl Allāh” (Non v’è Dio fuori che Allāh; Maometto è il messaggero di Allāh). Ciò si basa sulla Sura II, 158 del Corano: “Il vostro Dio è un Dio unico, non vi è altro Dio se non lui, il misericordioso, il compassionevole”. Questo versetto coranico ci fa sorgere subito un sospetto. Pare copiato tal quale dalla Bibbia.

 

Corano

“Il vostro Dio è un Dio unico, non vi è altro Dio se non lui, il misericordioso, il compassionevole”.

Sura II, 158

Bibbia

Ascolta, Israele: יהוה [Yhvh] è il nostro Dio,

 יהוה [Yhvh] è uno solo.

Deuteronomio 6:4

 

   La dichiarazione biblica è di almeno duemila anni anteriore a quella coranica.

   Quando sorse l’islam, l’ebraismo aveva già più di due millenni e mezzo di storia, il cristianesimo ne aveva più di mezzo millennio. “La Gente del Libro [ebrei e cristiani; il “Libro” è la Bibbia] si è sviata: gli ebrei infrangendo il loro Patto e diffamando Maria e Gesù . . . e i cristiani elevando Gesù l’Apostolo alla pari con Dio mediante la dottrina trinitaria”. — AYA, commentario coranico; cfr. il Corano Sura IV, 152-174.

   Il Gesù menzionato da Maometto aveva ricordato ben seicento anni prima di lui: “Gesù rispose: «Il primo [comandamento] è: Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore »”. – Bibbia, Marco 12:29.

   Quando Maometto parlava dei cristiani che avevano elevato “Gesù l’Apostolo alla pari con Dio” (Ibidem), aveva in mente la dottrina trinitaria. La Sura IV, 171 (AYA) del Corano recita: “Credete dunque in Dio e nei Suoi apostoli. Non dite ‘Trinità’: smettetela! sarà meglio per voi: poiché Dio è un Dio unico”. Maometto criticava il cristianesimo dei suoi tempi, “cristianesimo” che aveva ormai apostatato da secoli dal puro insegnamento di Yeshùa (Gesù) l’ebreo.

   Esaminando bene il Corano si scopre che Maometto aveva attinto a larghe mani proprio da quel cristianesimo apostata. Il retaggio del cristianesimo apostata è evidente nelle dottrine islamiche dell’anima, del paradiso e dell’inferno di fuoco. Secondo il Corano l’anima può avere destini diversi: o un celeste giardino paradisiaco o la punizione in un inferno di fuoco (Sura LI, 12-14; CI, 10, 11; LXXVIII, 21, 23-25). C’è da dire che Maometto non era un profondo conoscitore della Bibbia, altrimenti avrebbe saputo che nella Bibbia l’anima è la persona stessa con il suo corpo mortale. – Ez 18:4.

   Maometto attinse a larghe mani anche all’ebraismo. Uno dei precetti principali dell’Islam prescrive che il musulmano osservante faccia cinque volte al giorno la preghiera rituale (salāt) rivolto in direzione della Mecca. Gli ebrei pregavano tre volte al giorno rivolti verso Gerusalemme: “Daniele . . . essendo le finestre della sua camera in terrazza aperte per lui verso Gerusalemme, si inginocchiava sulle sue ginocchia, sì, tre volte al giorno, e pregava” (Dn 6:10). Maometto non poteva essere da meno: le tre volte ebraiche le aumentò a cinque; la città cui rivolgersi non poteva essere che La Mecca (capitale dell’odierno regno dell’Arabia Saudita, un regno costruito su sabbia, petrolio e religione). Le moschee sono copie delle sinagoghe. Nella stessa Gerusalemme – conquistata dai musulmani nel 7° secolo della nostra èra e da loro chiamata al-Quds  (القُدس, “la santa”) – fu edificata la Cupola della Roccia, una moschea che prese posto accanto all’antico sito del Tempio ebraico.

   Un’altra caratteristica attinta dall’ebraismo è il giorno di risposo. Gli ebrei avevano il sabato (Dt 5:12-15). Maometto lo anticipò al venerdì. Come per gli ebrei, l’obbligo di recarsi alla moschea (sinagoga, per gli ebrei) è soltanto per gli uomini. Gli ebrei avevano un annuale giorno di digiuno, Maometto lo allargò a un mese intero (solo nelle ore diurne).

   A parte gli errori dottrinali mutuati dal cristianesimo e le scopiazzature dall’ebraismo, nell’islam ci sono pratiche raccapriccianti.

   Il Corano permette la poligamia. Maometto aveva sposato una ricca vedova, Cadigia (Khadījah); alla morte di lei sposò poi molte donne: alla propria morte lasciò nove vedove (confronta Ibn-Hishām, biografo di Maometto). Nell’Islam c’è poi la forma di matrimonio detta mut‛ah. Si tratta di un contratto matrimoniale che i sunniti definiscono matrimonio di piacere, e gli sciiti matrimonio a termine.

   L’infibulazione è la mutilazione dei genitali femminili e la cucitura della vulva. Questa pratica lede gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne: le conseguenze sono tragiche, in quanto la donna perde gran parte del piacere sessuale a causa della rimozione del clitoride e i rapporti diventano dolorosi e difficoltosi; spesso insorgono cistiti, ritenzione urinaria e infezioni vaginali. I rapporti sessuali vengono impossibilitati fino alla defibulazione (cioè alla scucitura della vulva), che viene effettuata direttamente dallo sposo prima della consumazione del matrimonio. La pratica dell’infibulazione ha lo scopo di conservare e di indicare la verginità al futuro sposo e di rendere la donna una specie di oggetto sessuale incapace di provare piacere nei rapporti sessuali con il coniuge. Sebbene l’infibulazione e l’escissione del clitoride non siano menzionate dal Corano, diversi islamici sostengono invece che tale pratica sia prescritta in alcuni hadith (“detti”) del profeta Maometto: in un hadit egli definisce questa pratica una makruma, ovvero un’azione nobile e dignitosa. È un fatto che la giurisprudenza coranica ammette, fra le cause di divorzio, i difetti fisici della sposa, come ad esempio una infibulazione mal riuscita.

   Già dal secolo scorso l’Islam ha avuto nuovo vigore. Nel nostro 21° secolo sta avendo una grande crescita. Nei paesi musulmani che applicano la legge islamica non è permesso avere altri culti, ma nei paesi in cui si trasferiscono i mussulmani, questi pretendono di applicare la loro mentalità. Per loro esistono i “fedeli” (loro), mentre tutti gli altri sono “gli infedeli”. Sono tristemente noti nel mondo i sempre più frequenti episodi in cui un “fedele” fanatico si fa saltare in aria uccidendo vilmente persone innocenti (tra cui donne e bambini), al grido di: “Nel nome di Dio misericordioso!” oppure “Allah è grande!”. Ci è davvero difficile capire il loro concetto di misericordia e di grandezza divina. Secondo la scrittrice Oriana Fallaci, non esiste un Islam buono e uno cattivo: la malvagia matrice musulmana è sempre la stessa.

   Ci è difficile individuare la Verità di Dio nell’Islam. Piuttosto, il fatto che questa religione sia una brutta copia di cristianesimo ed ebraismo, ci induce a dare uno sguardo più attento a queste due religioni. Il cerchio si restringe: andando per esclusione, abbiamo scartato finora l’antico paganesimo greco-romano, tutti i politeismi e l’Islam.

Cristianesimo

   Leggiamo in un’enciclopedia: “Il Cristianesimo è una religione monoteista originatasi nel 1° secolo dalla religione ebraica, fondata sull’insegnamento di Gesù Cristo ed elaborato nella letteratura neo-testamentaria”. Yeshùa (Gesù) era un ebreo praticante. La sua opera si svolse in Palestina e fu diretta agli ebrei. Yeshùa tenne in massimo conto le Sacre Scritture Ebraiche (l’erroneamente detto Vecchio Testamento). L’attività e gli insegnamenti di Yeshùa, nonché l’attività della primitiva congregazione dei suoi discepoli sono contenuti nelle Scritture Greche (l’erroneamente detto Nuovo Testamento). Le Scritture Ebraiche e le Scritture Greche costituiscono le Sacre Scritture, comunemente dette Bibbia.

   L’attività di Yeshùa e dei suoi discepoli si svolse nel 1° secolo della nostra èra. Gli studiosi del cristianesimo parlano del 2° secolo come del “secolo buio”. Ci fu, infatti, nel 2° l’apostasia dall’insegnamento puro e genuino di Yeshùa. Con questa apostasia sorgeva il “cristianesimo”, una religione che ben poco aveva a che fare con la pratica di fede che i discepoli di Yeshùa chiamavano semplicemente “la via”. Paolo, ricordando il tempo in cui perseguitava i discepoli di Yeshùa, narra: “Perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne” (At 22:4). Nella cronaca che ne fa la Bibbia ci è detto di Paolo: “Sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore [Yeshùa], si presentò al sommo sacerdote, e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme”. – Ibidem, 9:1,2.

   Dopo la morte dei fedeli apostoli di Yeshùa divampò l’apostasia. Paolo stesso lo aveva predetto: “Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli” (Ibidem, 20:29,30). Il che avvenne. Le centinaia di religioni e sette cristiane ne sono il prodotto.

   Sinceramente, poco ci interessa ripercorrere qui tutta la storia del cristianesimo per indagarne gli sviluppi. Ci interessa, più che lo sviluppo, molto di più andare all’origine. Lì all’origine ci sono le Sacre Scritture che contengono la rivelazione di Dio. Quella stessa rivelazione cui Yeshùa l’ebreo si riferiva come guida per la propria vita e per il suo insegnamento. Il cerchio si è finalmente ristretto.

La Verità

    È opportuno, prima di proseguire, fare il punto della situazione.

   Abbiamo affermato l’esistenza di Dio. Tramite evidenze scientifiche abbiamo escluso l’assurda idea che l’universo sia sempre esistito e abbiamo smascherato la fantasiosa idea dell’evoluzione delle specie. Dio esiste.

   Nella mentalità moderna viene spontaneo l’abbinamento tra Dio e religione. Abbiamo allora indagato le religioni per vedere se qualcuna di esse contenga la verità. Abbiamo anche scoperto che la parola “religione” non appartiene neppure al vocabolario biblico. Il semplice buon senso ci ha fatto scartare il paganesimo e i politeismi. La ragione ci ha fatto mettere da parte quella brutta copia di ebraismo e cristianesimo che è l’Islam. In più, non possiamo credere che una religione che tratta le donne come oggetti di piacere e le tiene sottomesse, che pratica la poligamia e che acclama come martiri dei vigliacchi che fanno strage di persone “nel nome di Dio misericordioso” possa rappresentare la Verità di Dio.

   Rimanevano il cristianesimo e l’ebraismo. Le centinaia di religioni cristiane sono lì a dimostrare la confusione che vi regna. Occorre indagare le origini per risalire alla fonte pura. Nel corso di un fiume l’acqua pura si trova alla sua sorgente, non nella sua grande foce ricca di detriti raccolti lungo la sua corsa. Oggi il delta del cristianesimo reca in sé tutto ciò che ha raccolto lungo il fiume della storia e che è estraneo all’acqua biblica sorgiva.

   Ciascuna religione cristiana pretende ovviamente di essere quella vera e di aver restaurato il cristianesimo originale. A noi fa senso perfino la parola “cristianesimo”. Questa parola è del tutto estranea alla fede praticata da coloro che seguivano “la Via” (si veda nella sezione Yeshùa l’articolo intitolato L’uso della parola “cristiano”). In ogni caso, si tratta di religioni. Ogni religione è falsa.

   In quanto all’ebraismo, sebbene venga definita religione, si tratta in verità di una ortoprassi, ovvero della pratica della fede nella vita.

   Occorre andare alla fonte. E la fonte sta nell’ebraismo. Quello autentico, però. Quello autentico è quello asserito dall’ebreo Yeshùa e testimoniato nelle Sacre Scritture che compongono la Bibbia.

   A questo punto le domande sono: La Bibbia è davvero ispirata da Dio? Cosa dice veramente? Qual è la Verità?

   Tutto ciò è argomento di questo sito.