Abdia è il più breve scritto delle Scritture Ebraiche. Si tratta di soli 21 versetti. Lo scritto è attribuito a un ignoto Ovadyàh (עֹבַדְיָה). Il nome significa “Servo di Yàh”.

   Abdia profetizzò contro Edom, nemico invidioso di Israele, traditore di suo “fratello” (cfr. Giacobbe ed Esaù, due gemelli), e per questo destinato a perire sotto la collera divina. “Visione di Abdia. Così parla il Signore, Dio, riguardo a Edom […] Ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni, tu sei profondamente disprezzato”. – Abd 1:1,2.

   In passato si voleva collegare la profezia di Abdia con quanto descritto in 2Cron 21:16,17: “Il Signore risvegliò contro Ieoram [9° secolo a. E. V.] lo spirito dei Filistei e degli Arabi, che confinano con gli Etiopi; essi salirono contro Giuda, l’invasero, portarono via tutte le ricchezze che si trovavano nella casa del re, e anche i suoi figli e le sue mogli, in modo che non gli rimase altro figlio se non Ioacaz, che era il più piccolo”. Tuttavia, questa calamità ristretta non spiega il contenuto della profezia. La profezia di Abdia va invece riferita al contegno idumeo durante la caduta del Regno di Giuda e al successivo esilio dei giudei. – Cfr. Ez 35.

“Esulta, gioisci, o figlia di Edom,

che risiedi nel paese di Uz!

Anche fino a te passerà la coppa;

tu ti ubriacherai e ti denuderai.

Il castigo della tua iniquità è finito, o figlia di Sion!

Egli non ti manderà più in esilio;

egli punisce l’iniquità tua, o figlia di Edom,

mette allo scoperto i tuoi peccati”. – Lam 4:21,22.

“Ricòrdati, Signore, dei figli di Edom,

che nel giorno di Gerusalemme

dicevano: ‘Spianatela, spianatela,

fin dalle fondamenta!’”. – Sl 137:7.

   Edom si era accaparrato parte del territorio della Giudea. Questo è confermato da altri indizi:

  • Una grave calamità ha colpito il Regno di Giuda.
“A causa della violenza fatta a tuo fratello Giacobbe, tu sarai coperto di vergogna e sarai sterminato per sempre. Quel giorno tu eri presente, il giorno in cui gli stranieri portavano via il suo esercito, e i forestieri entravano per le sue porte e tiravano a sorte su Gerusalemme; anche tu eri come uno di loro. Ah! non gioire per il giorno della sventura di tuo fratello. Non ti rallegrare per i figli di Giuda nel giorno della loro rovina. Non parlare con tanta arroganza nel giorno dell’angoscia. Non passare per la porta del mio popolo il giorno della sua sventura; non gioire, anche tu, della sua afflizione il giorno della sua sventura; non metter le mani sul suo esercito il giorno della sua sventura. Non appostarti ai bivi per sterminare i suoi fuggiaschi e non consegnare al nemico i suoi superstiti, nel giorno della sventura!”. – Abd 10-14.
  • Gli esuli torneranno.
“Infatti il giorno del Signore è vicino per tutte le nazioni e come hai fatto, così sarà fatto a te: le tue azioni ti ricadranno sul capo. Come voi avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni; berranno e si ingozzeranno, e saranno come se non fossero mai state. ‘Ma sul monte Sion ci saranno degli scampati, ed esso sarà santo; e la casa di Giacobbe possederà ciò che le appartiene. La casa di Giacobbe sarà un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma; e la casa d’Esaù come paglia che essi incendieranno e consumeranno; non rimarrà più nulla della casa di Esaù’, perché il Signore ha parlato. Quelli della regione meridionale possederanno il monte di Esaù; quelli della pianura possederanno il paese dei Filistei, il territorio di Efraim e quello di Samaria; e Beniamino possederà Galaad. I deportati di questo esercito, i figli d’Israele, possederanno il paese dei Cananei fino a Sarepta, e i deportati di Gerusalemme che sono a Sefarad, possederanno le città della regione meridionale. I salvati saliranno sul monte Sion per giudicare la montagna di Esaù. Allora il regno sarà del Signore”. – Abd 15-21.

   Anche Malachia, profeta esilico, ha accenti simili contro Edom:

“’Io vi ho amati’, dice il Signore; ‘e voi dite: In che modo ci hai amati? Esaù non era forse fratello di Giacobbe?’ dice il Signore; ‘eppure io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù; ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto’. Se Edom dice: ‘Noi siamo stati annientati, ma torneremo e ricostruiremo i luoghi ridotti in rovine’, così parla il Signore degli eserciti: ‘Essi costruiranno, ma io distruggerò. Saranno chiamati Territorio dell’empietà, Popolo contro il quale il Signore è sdegnato per sempre. I vostri occhi lo vedranno e voi direte: Il Signore è grande anche oltre i confini d’Israele”. – Mal 1:2-5.

   Da tutti questi indizi, per Abdia si deve pensare al 6° secolo a. E. V..

     Il profeta riflette lo spirito vendicativo che c’era nelle comunità giudaiche travolte da quel grande cataclisma.