Colosse era una città della Frigia, in Asia Minore (attuale Turchia); ai tempi apostolici faceva parte della provincia romana dell’Asia. Collocata ai margini di una steppa in cui pascolavano greggi di pecore, era posta a sud del fiume Lico, nell’alta valle del fiume, e giaceva sulla strada principale che collegava Efeso e la costa dell’Egeo al fiume Eufrate. Per la sua posizione geografica, è ricordata negli itinerari bellici di Serse e di Ciro il giovane. Erodoto (5° secolo a. E. V.) la definisce “una città della Frigia” (Hostaria 7,30). Senofonte (4° secolo a. E. V.) la presenta come una “città popolosa, ricca e larga”. – Anabasi 1,2,6.

   Prima dell’inizio dell’Era Volgare, quando in epoca romana la rete stradale fu modificata, le vicine città di Laodicea (che distava circa 18 km da Colosse) e di Gerapoli s’ingrandirono a spese di Colosse, per cui Strabone la chiama “una cittadina” (Geor. 12,8,13; pòlisma). Tuttavia, Colosse continuò a mantenere la sua importanza come rinomato centro tessile (produceva ottima lana di una tonalità particolare, chiamata colossinus).

   Il libro di Apocalisse o Rivelazione non la nomina. Oggigiorno, il luogo è deserto. Solo la torre di Honas (già antica fortezza bizantina e sede arcivescovile), posta a circa 5 km a sud-est dell’antica città, testimonia la vita che vi si svolgeva. Circa 5 km a sud si erge il monte Cadmo (Honaz Dagi), alto 2750 m, che con lo scioglimento delle sue nevi alimentava i corsi d’acqua che bagnavano Colosse.

   Al tempo dell’apostolo Paolo, gli abitanti di Colosse erano costituiti da frigi e da coloni greci, con un buon numero di giudei che vi erano giunti al tempo di Antioco III (inizio del 2° secolo a. E. V.). Quando a Gerusalemme, nel giorno santo di Pentecoste fu versato lo spirito, diversi frigi erano presenti, e forse alcuni di loro erano colossesi. – At 2:10.

   Unitamente alla regione occidentale della Frigia (dove giaceva la valle del fiume Lico), Colosse formava il regno di Pergamo, che nel 133 a. E. V., al tempo di Attalo III (ultimo suo capo), fu donato al senato di Roma.