Il lamento dell’aquila

“Guardai, e udii un’aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri suoni di tromba che tre angeli stanno per suonare!»” (Ap 8:13). L’aquila è notoriamente un uccello che vola molto in alto e ha una vista molto acuta. Dal punto più lato del cielo, questa aquila apocalittica fa un triplice annuncio, quindi enfatico (n. 3) e lo fa risuonare “a gran voce”. Annuncia nuove sciagure. Il triplice “guai” è solo enfatico. Come vedremo, non fa riferimento a tre visioni collegate alle prossime tre trombe, e il terzo guaio non è quasi menzionato.

La quinta tromba

   “Poi il quinto angelo suonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell’abisso. Egli aprì il pozzo dell’abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande fornace; il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo. Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare l’erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte”. – Ap 9:1-4.

   Come nell’ottava piaga abbattutasi  sull’Egitto (cfr. Es 10:1-15), c’è una terribile invasione di cavallette, ma questa è demoniaca. Inizia con una stella che precipita dal cielo sulla terra. Dal parallelo che ne fa Gb 38:7, le stelle sono associate agli angeli e la stessa Ap, in 1:20, identifica le stelle con gli angeli. Da come si comporta questo di Ap 9, si tratta di angelo caduto, un demonio. Il “pozzo dell’abisso” che apre con la chiave che gli è concessa, è il luogo in cui sono imprigionati gli spiriti maligni. La “Legione” di demòni che escono dall’indemoniato che viveva tra le tombe, supplicarono Yeshùa “che non comandasse loro di andare nell’abisso” (Lc 8:31). Aperto il pozzo del baratro, ne esce il fumo prodotto dal fuoco che vi arde, tanto che oscura la terra. E non solo. Ne escono anche le potenze infernali, che Dio usa per il suo giudizio. Gli uomini che non appartengono a Dio (che non hanno “sigillo di Dio sulla fronte”) sono tormentati dalle cavallette che pungono come scorpioni.

   “Fu loro concesso, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi con un dolore simile a quello prodotto dallo scorpione quando punge un uomo” (Ap 9:5). “Cinque mesi” è la durata della vita di una cavalletta, dalla primavera a fine estate. Al successivo v. 6 è inserita una profezia: “In quei giorni gli uomini cercheranno la morte ma non la troveranno; brameranno morire ma la morte fuggirà da loro”.

   “L’aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano come delle corone d’oro e la loro faccia era come viso d’uomo. Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come denti di leoni. Il loro torace era simile a una corazza di ferro e il rumore delle loro ali era come quello di carri tirati da molti cavalli che corrono alla battaglia. Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni, e nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi. Il loro re era l’angelo dell’abisso il cui nome in ebraico è Abaddon e in greco Apollion”. – Ap 9:7-11.

   Questo sciame di cavallette fa davvero paura. In formazione di battaglia, comandati da un demonio (“l’angelo dell’abisso”), attaccano gli uomini. Il nome ebraico אֲבַדּוֹן (avadòn) significa “distruzione”, e lo troviamo in:

 

Passo

TNM

NR

Gb 26:6

“Lo Sceol è nudo di fronte a lui, e [il luogo della] distruzione [אֲבַדּוֹן (avadòn)] non ha copertura”

“abisso”

Sl 88:11

“La tua fedeltà nel [luogo della] distruzione [אֲבַדּוֹן (avadòn)]?”

“distruzione”

Pr 15:11

“Lo Sceol e [il luogo della] distruzione [אֲבַדּוֹן (avadòn)]”

“abisso”

 

   Il nome greco Ἀπολλύων (Apollýon) significa similmente “distruttore”, e troviamo una parola simile in Mt 7:13: “Ampia e spaziosa è la strada che conduce alla distruzione [ἀπώλειαν (apòleian)]” (TNM). Si noti l’assonanza tra Appllǜon (“sterminatore”)  e Apòllon (Απόλλων), il dio greco della medicina. Con sarcasmo, il dio che dovrebbe guarire è identificato con un demonio sterminatore.

   Il peggio però deve ancora venire. “Il primo «guai» è passato; ecco, vengono ancora due «guai» dopo queste cose”. – Ap 9:12.