“Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio, perché veritieri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha giudicato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione e ha vendicato il sangue dei suoi servi, chiedendone conto alla mano di lei»”. – Ap 19:1,2.

   “E dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli»” (Ap 19:3). Il fumo che sale perennemente sta ad indicare che la distruzione è totale, senza possibilità che Babilonia in qualche modo risorga. È la stessa espressione usata in Is 34:10 a proposito della “pece ardente” con cui Dio punisce Edom: “Non si spegnerà né notte né giorno, il fumo ne salirà per sempre”. Dalle ceneri nulla può risorgere perché continuano a bruciare.

   “Allora i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si prostrarono, adorarono Dio che siede sul trono, e dissero: «Amen! Alleluia!». Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi»”. – Ap 19:4,5.

 

La triplice lode dei cori celesti,

tratta dalla liturgia ebraica

1

“Alleluia!”

Ap 19:1

2

“Alleluia!”

Ap 19:4

3

“Alleluia!”

Ap 19:6

“Anima mia, benedici il Signore.

Alleluia. – Sl 104:35.

“Tutto il popolo dica: «Amen!»

Alleluia”. – Sl 106:48.

“Alleluia. Lodate il Signore dai cieli; lodatelo nei luoghi altissimi”.

Sl 148:1.

הַלְלוּ־יָהּ

halelu-yàh

“Lodate Yah”

 

   Al triplice alleluia celeste partecipa, rispondendo, una grande folla: “Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi»”. – Ap 19:6-8.

   La sposa di Yeshùa è la chiesa: “Vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo” (2Cor 11:2); “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei” (Ef 5:25). – Cfr. Mr 2:19; Mt 22:2;25:1; Gv 3:29.

   Si noti com’è vestita la chiesa e lo si paragoni all’abbigliamento della gran puttana, Babilonia:

 

 

La sposa di Yeshùa

Babilonia

Vestita “di lino fino, risplendente e puro”. – Ap 19:8.

“Vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle”. – Ap 17:4; cfr. 18:16.

 

   La possa di Yeshùa è vestita in modo semplice, la prostituta è vestita sfarzosamente; la sposa va a nozze; la battona è condannata. La gran città caput mundi è annientata e distrutta, “la santa città, la nuova Gerusalemme”, scende dal cielo “pronta come una sposa adorna per il suo sposo”. – Ap 21:2.

 

Vestimenti e opere

La sposa di Yeshùa

Babilonia la puttana

“Il lino fino sono le opere giuste dei santi”. – Ap 19:8.

“I suoi peccati si sono accumulati fino al cielo … ha glorificato se stessa e vissuto nel lusso. Poiché dice in cuor suo: ‘Io sono regina’”. – Ap 18:5-7.

 

   “E l’angelo mi disse: ‘Scrivi’” (Ap 19:9). Giovanni deve scrivere il messaggio angelico perché lo rechi alle comunità dei credenti, ed ecco il messaggio: “’Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello’. Poi aggiunse: ‘Queste sono le parole veritiere di Dio’” (Ibidem). È Dio in persona che garantisce la sua promessa: non può che essere vera.

   Giovanni è come inebriato e per l’esaltazione ha una reazione emotiva che non sa trattenere: “Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia»” (Ap 19:10). A Dio soltanto spetta l’adorazione. Lo aveva già riconosciuto Yeshùa stesso: “Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”. – Mt 4:10.

   “La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia»” (Ap 19:10). Cosa significa? L’angelo sta rassicurando il veggente che il messaggio che ha avuto e che dovrà riferire ha l’autorità profetica. Dio ha impiegato il suo santo spirito, la sua santa energia, per insegnare al suo popolo e ricordar loro ciò che Yeshùa ha proclamato in nome del Padre (cfr. Gv 14:26;16:13-15). Lo spirito di verità parla per bocca dei profeti. Giovanni è un testimone che ha ricevuto la rivelazione (apokàlypis) “che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire”. – Ap 1:1.