Qual è il nome del faraone al quale Giuseppe interpretò il sogno? Va detto innanzitutto che la cronologia egizia pone diversi problemi che causano varie incertezze. Gli storici fanno riferimento al sacerdote egiziano Manetone (3° secolo a. E. V.), che scrisse in lingua greca una storia dell’Egitto, chiamata Aigüptiakà (egittistica); quest’opera attingeva a fonti del posto. Gli studiosi moderni hanno però dimostrato che nelle fonti di Manetone furono inserite tradizioni non storiche e perfino leggende; non è possibile attribuire i molti errori presenti in Manetone a suoi copisti e revisori: sono proprio errori iniziali di Manetone. Noi, tra l’altro, possediamo solo degli estratti di quest’opera, conservati in opere a lui posteriori; tali opere sono quelle dello storico romano d’origine ebraica Giuseppe Flavio (1° secolo della nostra èra), dello scrittore romano e cronografo cristiano Sesto Africano (2°-3° secolo della nostra èra) e dello storiografo palestinese Eusebio di Cesarea (3°-4° secolo della nostra èra). Tali estratti dalle opere di Manetone sono usate dagli storici per cercare di dare un ordine logico alle liste (che sono frammentarie) e alle iscrizioni rinvenute. Ai suddetti storiografi va aggiunto Giorgio Sincello (8°-9° secolo della nostra èra); costui presenta nella sua opera Cronografia una lista (detta epìtome) di sovrani dell’Antico Egitto, suddivisa in trenta dinastie, indicando per ciascun sovrano egizio la durata del suo regno. Questa epìtome si basa sulle informazioni fornire da Eusebio e da Sesto Africano, riportandoci così a Manetone. È, insomma, come il classico cane che morde la coda. In più, non è così semplice collegare i nomi menzionati da Manetone (attraverso gli storiografi posteriori che a lui si rifanno) con i nomi presentati dalle fonti archeologiche ed epigrafiche. Va detto infine che le durate dei regni egizi non sono affidabili, poiché queste durate sono esagerate: se ci affidassimo a loro, avremmo una durata totale di ben 5000 anni per le trenta dinastie. Non si può quindi che essere d’accordo con W. G. Waddell che dichiarò: “È veramente difficile giungere a una conclusione certa su ciò che Manetone ha veramente detto e ciò che è spurio o corrotto . . . [non c’è] riguardo per l’ordine cronologico”; “Nell’opera di Manetone c’erano molti errori fin dall’inizio . . . La durata di molti regni è impossibile: in certi casi i nomi e la successione dei re indicati da Manetone sono insostenibili alla luce della testimonianza dei monumenti”. – W. G. Waddell, Manetho, introduzione.

   Si tenga presente anche ciò che dice lo studioso T. Nicklin: “Le Dinastie di Manetone . . . non sono liste di re che governavano su tutto l’Egitto, ma si riferiscono in parte a sovrani più o meno indipendenti, in parte . . . a dinastie di sovrani da cui in seguito sorsero governanti che regnarono su tutto l’Egitto . . . forse diversi re egiziani regnarono contemporaneamente . . . non si trattava quindi di una successione di re che ascesero al trono l’uno dopo l’altro, ma di vari re che regnarono contemporaneamente in regioni diverse. Questo spiega l’elevato numero totale di anni”. – T. Nicklin, Studies in Egyptian Chronology, Blackburn, 1928.

   La Bibbia, comunque, menziona alcuni faraoni con il loro nome, e questi sono:

  • Sisac (1Re 11:40), chiamato Sheshonk I nei documenti egizi. Con Sisac siamo all’epoca della guerra civile in Israele e alla divisione del regno.
  • So (2Re 17:3, 4). Vani sono stati i tentativi d’identificare il faraone So con i sovrani egizi dell’epoca ovvero Osorkon IV e Shabaka. Con So siamo all’epoca dell’ultimo re del Regno del Nord (Regno di Israele, composto da dieci tribù).
  • Tiraca, sovrano etiope dell’Egitto (2Re 19:8,9; cfr. Is 37:8,9), che è identificato generalmente col faraone Taharqa, ma le date attribuite dagli storici al regno di Taharqa non concordano con la cronologia biblica, che è più attendibile. Con Tiraca siamo all’epoca di Ezechia, re di Giuda (Regno del Sud).
  • Neco (2Cron 35:20–36:4; 2Re 23:29-35; cfr. Ger 46:2). Secondo Erodoto, storico greco, Neco era figlio di Psammetico I e suo successore quale sovrano d’Egitto (II, 158, 159; IV, 42). Con Neco siamo all’epoca di Giosia re di Giuda (Regno del Sud).
  • Cofra (Ger 44:30), chiamato Uafrè nella Settanta greca (qui in 51:30) e chiamato Aprieo da Erodoto. Con Cofra siamo all’epoca della fuga dei giudei in Egitto e della distruzione di Gerusalemme.

   Tutti questi faraoni menzionati nella Bibbia sono di epoca ben posteriore alle vicende di Giuseppe in Egitto. Gli altri faraoni egizi non sono menzionati per nome nella Bibbia. Tra questi ultimi faraoni anonimi, ci sono:

  • Il faraone che cercò di prendere per sé la moglie di Abraamo, Sara. – Gn 12:15-20.
  • Il faraone che portò Giuseppe all’apice. – Gn 41:39-46.
  • Il faraone (o i faraoni) che oppressero gli ebrei prima che Mosè tornasse da Madian. – Es capp. 1 e 2.
  • Il faraone che subì le dieci piaghe prima dell’Esodo ebraico. – Es capp. 5–14.
  • Il faraone padre di Bitia, moglie del giudeo Mered. – 1Cron 4:18.
  • Il faraone che diede rifugio ad Adad (edomita di discendenza reale, oppositore d’Israele), al tempo del re Davide. – 1Re 11:18-22.
  • Il faraone padre di una delle mogli del re Salomone. – 1Re 3:1.
  • Il faraone che colpì Gaza al tempo del profeta Geremia. – Ger 47:1.

   Come si nota, non è possibile sapere dai dati biblici il nome del faraone al quale Giuseppe interpretò il sogno. E i dati storici non permettono neppure di ipotizzarlo, viste le difficoltà di avere un’accurata cronologia egizia. Pur non sapendone il nome, le vicende di questo faraone, almeno per ciò che lo legò a Giuseppe, possono essere lette nella Scrittura dal capitolo 39 in poi nel libro biblico di Genesi.