Dopo la morte di Mosè il comando fu preso da Giosuè, “figlio di Nun, servo di Mosè fin dalla sua giovinezza” (Nm 11:28). Giosuè era della tribù di Efraim ed il suo nome era in origine Osea (Nm 13:8): “Mosè diede a Osea, figlio di Nun, il nome di Giosuè” (Nm 13:16). “Osea” (ebraico הֹושֵׁעַ, Hohshèa) significa “salvezza/liberazione”; “Giosuè” (ebraico יְהֹושֻׁע, Yehohshùa) significa “Yhvh è salvezza”. È lo stesso nome di Yeshùa il consacrato, il figlio di Miryàm, il Messia. In greco “Giosuè” è Ἰησοῦς (Iesùs), da cui l’italianizzazione “Gesù”.

   Es 17:13 dice di lui: “Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente passandoli a fil di spada”. L’episodio degli amalechiti deve aver contribuito a creare un rapporto ancora più stretto fra Giosuè e Mosè. Giosuè fu l’assistente personale di Mosè fino alla morte di Mosè, per un periodo di circa 40 anni. Al Sinày era accanto a lui (Es 32:17). Fu con Mosè presso il Santuario portatile: “Giosuè, figlio di Nun, suo giovane aiutante, non si allontanava dalla tenda” (Es 33:11). Fu tra gli esploratori della Terra promessa. – Nm 14:6.

   Dio volle che Giosuè succedesse a Mosè e disse a quest’ultimo: “Da’ i tuoi ordini a Giosuè, fortificalo e incoraggialo, perché sarà lui che lo passerà alla testa di questo popolo e metterà Israele in possesso del paese che vedrai” (Dt 3:28). “Poi Mosè chiamò Giosuè e, in presenza di tutto Israele, gli disse: ‘Sii forte e coraggioso, poiché tu entrerai con questo popolo nel paese che il Signore giurò ai loro padri di dar loro e tu glielo darai in possesso’” (Dt 31:7). Giosuè ebbe un compito duplice: conquistare con le armi la Terra Promessa e dividerla poi tra le tribù di Israele.

   Ormai sulla riva del Giordano (Gs 3:1), non dovevano far altro che passare il fiume e sarebbero entrati nella Terra Promessa. Giosuè prese opportuni provvedimenti (Gs 3:5-13), ma fu necessario il prodigioso aiuto di Dio. “Appena quelli che portavano l’arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell’acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico”. – Gs 3:15,16.

   Il Giordano era stato passato, ma ora dovevano espugnare la città di Gerico che era all’imboccatura della Terra Promessa. Fu espugnata in modo meraviglioso e prodigioso seguendo le istruzioni di Dio.

“Giosuè aveva dato al popolo quest’ordine: ‘Non gridate, fate che non si oda neppure la vostra voce e non vi esca parola di bocca, fino al giorno che io vi dirò: Gridate! Allora griderete’. Così fece fare all’arca del Signore il giro della città una volta; poi rientrarono nell’accampamento, e vi passarono la notte. Giosuè si alzò la mattina presto, e i sacerdoti presero l’arca del Signore. I sette sacerdoti che portavano le sette trombe squillanti davanti all’arca del Signore avanzavano, sonando le trombe durante la marcia. L’avanguardia li precedeva; la retroguardia seguiva l’arca del Signore; e durante la marcia, i sacerdoti sonavano le trombe. Il secondo giorno girarono intorno alla città una volta, e poi tornarono all’accampamento. Così fecero per sei giorni. Il settimo giorno si alzarono la mattina allo spuntar dell’alba e fecero sette volte il giro della città in quella stessa maniera; soltanto in quel giorno fecero il giro della città sette volte. La settima volta, come i sacerdoti sonarono le trombe, Giosuè disse al popolo: ‘Gridate! perché il Signore vi ha dato la città. E la città con tutto quel che contiene sarà consacrata al Signore per essere voto di interdetto . . . Il popolo dunque gridò e i sacerdoti sonarono le trombe; e quando il popolo udì il suono delle trombe lanciò un gran grido, e le mura crollarono. Il popolo salì nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s’impadronirono della città. Votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città”. – Gs 6:10-21.

   Proseguendo la loro marcia vittoriosa, gli ebrei presero poi Ai (Gs 8:1-29). Una grave resistenza la trovarono a Gabaon, che viene identificata con l’attuale el-Jib, 9,5 km a nord-nord-ovest del monte del Tempio di Gerusalemme (là sono stati rinvenuti numerosi manici di vasi di terracotta col nome Gabaon in caratteri paleoebraici), ma vinsero dopo un’aspra e sanguinosa battaglia (Gs 9:1-10:28). Anche qui l’aiuto di Dio fu provvidenziale, perché la battaglia non era ancora vinta e il sole era particolarmente caldo. Giosuè, volendo avere il tempo per riportare la vittoria completa, alla presenza di tutti gridò: “Sole, fermati su Gabaon” (10:12). “Il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero” (v. 13). Sull’errore di traduzione di questo passo si veda il sottotitolo Il sole fermato nello studio Bibbia e scienza, errori di traduzione nella categoria Bibbia e Scienza della sezione La Bibbia.

   La vittoria ci fu. Israele s’impadronì della Terra che circa 500 anni prima Dio aveva promessa ad Abraamo e alla sua discendenza.

   Ripartizione della Terra. La ripartizione della Terra Promessa tra le 12 tribù fu affidata alla sorte in presenza del sommo sacerdote Eleazaro, di Giosuè e di dieci rappresentanti nominati da Dio. – Gs 13:7;14:1,2,6; Nm 34:17-29.

   Il racconto della suddivisione del territorio a ovest del fiume Giordano indica che prima furono gettate le sorti per le tribù di Giuda (Gs 15:1-63), di Giuseppe o Efraim (Gs 16:1-10) e della mezza tribù di Manasse (Gs 17:1-13); furono elencate le linee di confine e le rispettive città. Le singole eredità delle altre tribù sono descritte in Giosuè 18:11–19:49.

 

Suddivisione della Terra tra le 12 tribù di Israele

1

Giuda

Gs 15:1-63

7

Issacar

Gs 19:17-23

2

Efraim

Gs 16:1-10

8

Aser

Gs 19:24-31

3

Manasse

Gs 17:1-13

9

Neftali

Gs 19:32-39

4

Beniamino

Gs 18:11-28

10

Dan

Gs 19:40-48

5

Simeone

Gs 19:1-9

11

Ruben

Gs 13:8-13,15-32

6

Zabulon

Gs 19:10-16

12

Gad

   Alla tribù sacerdotale di Levi non fu assegnata una regione particolare (Nm 18:20), ma le vennero date 48 città, con i relativi pascoli, sparse entro i confini delle altre tribù. – Nm 35:1-8.

   Le città di rifugio. La divisione della Terra ebbe termine con la designazione di sei città di rifugio (Gs 20). Che tipo di città erano?

“’Stabilite le città di rifugio, delle quali vi parlai per mezzo di Mosè, affinché l’omicida che avrà ucciso qualcuno senza averne l’intenzione, possa mettersi al sicuro; esse vi serviranno di rifugio contro il vendicatore del sangue. L’omicida fuggirà in una di quelle città; e, fermatosi all’ingresso della porta della città, esporrà il suo caso agli anziani di quella città; questi lo accoglieranno presso di loro dentro la città, gli daranno una dimora, ed egli si stabilirà fra loro. E se il vendicatore del sangue lo inseguirà, essi non gli daranno nelle mani l’omicida, poiché ha ucciso il prossimo senza averne l’intenzione, senza averlo odiato prima. L’omicida rimarrà in quella città finché, alla morte del sommo sacerdote che sarà in funzione in quei giorni, comparirà in giudizio davanti alla comunità. Allora l’omicida potrà tornarsene e rientrare nella sua città e nella sua casa, nella città da cui era fuggito’. Essi dunque consacrarono [1] Chedes in Galilea nella regione montuosa di Neftali, [2] Sichem nella regione montuosa di Efraim e Chiriat-Arba, cioè [3] Ebron, nella regione montuosa di Giuda. E di là dal Giordano, a oriente di Gerico, scelsero, nella tribù di Ruben: [4] Beser, nel deserto, nell’altopiano; [5] Ramot, in Galaad, nella tribù di Gad, e [6] Golan in Basan, nella tribù di Manasse. Queste furono le città assegnate a tutti i figli d’Israele e allo straniero residente fra loro, affinché chiunque avesse ucciso qualcuno involontariamente potesse rifugiarvisi e non avesse a morire per mano del vendicatore del sangue, prima di essere comparso davanti alla comunità”. – Gs 20:2-9.

   Le sei città di rifugio erano opportunamente dislocate nella geografia della Terra: tre da ciascun lato del Giordano. Quelle a ovest del fiume erano Chedes in Galilea, Sichem in Efraim ed Ebron sulle colline di Giuda. Quelle a est erano Bezer nel territorio di Ruben, Ramot in Galaad e Golan in Basan. A queste città venne conferito un carattere sacro. Gs 20:7.

   Il provvedimento di Dio per provvedere rifugio era davvero misericordioso. C’è differenza tra assassinio e omicidio. Oggi i nostri codici parlano di omicidio preterintenzionale o omicidio colposo quando non si tratta di assassinio. La Legge di Dio lo prevedeva già. Un esempio è in Dt 19:4,5: “Ecco, in qual caso l’omicida che vi si rifugerà avrà salva la vita, cioè colui che avrà ucciso il suo prossimo involontariamente, senza averlo odiato prima. Se uno, ad esempio, va al bosco con il suo compagno a tagliare legna e, mentre la mano alza la scure per abbattere l’albero, il ferro gli sfugge dal manico e colpisce il compagno e lo fa morire, quel tale si rifugerà in una di queste città, e avrà salva la vita”. In ogni caso, comunque, l’omicida involontario non era esente da ogni responsabilità. Pur essendo accolto, l’omicida doveva esporre il caso agli anziani alla porta della città di rifugio; poi era rimandato indietro per subire un processo davanti agli anziani della città sotto la cui giurisdizione si trovava il luogo dove era avvenuta l’uccisione. Lì doveva dimostrare la sua innocenza (Es 21:12, 13). Se si scopriva che era stato colpevole, gli anziani dovevano consegnarlo al vendicatore del sangue. – Dt 19:11-13.

   Compiuta la gloriosa opera, giunsero gli ultimi giorni di Giosuè, l’uomo che fu grande e potente davanti a Dio e agli uomini, e non solo ebrei. Poco prima della sua morte, Giosuè “convocò tutto Israele, gli anziani, i capi, i giudici e gli ufficiali del popolo, e disse loro: ‘Io sono vecchio e molto avanti negli anni’” (Gs 23:2). Tenne una grande assemblea e raccomandò la fedeltà a Dio, assicurando che sarebbero stati felici se fossero rimasti fedeli a Dio. “Applicatevi dunque risolutamente a osservare e a mettere in pratica tutto quel che è scritto nel libro della legge di Mosè, senza sviarvene né a destra né a sinistra” (v. 6). “Come ogni buona parola che il Signore, il vostro Dio, vi aveva detta si è compiuta per voi, così il Signore adempirà a vostro danno tutte le sue parole di minaccia, finché vi abbia sterminati da questo buon paese, che il vostro Dio, il Signore, vi ha dato”. – V. 15.

   Poco dopo Giosuè morì. La Scrittura chiude la vita dell’eroe ebreo con solenne austerità: “Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì all’età di centodieci anni” (Gs 24:29). Si rilegga: “Servo del Signore”. Potrebbe esserci un elogio funebre migliore?