Palestina, Terrasanta, Terra Promessa, èretz Israèl (= terra di Israele), Canaan: sono tutti nomi dati alla stessa terra, il territorio situato lungo la costa orientale del Mar Mediterraneo. È la terra donata da Dio a Israele.

  • Palestina. Questo termine deriva dal nome greco e latino dato ai discendenti dei filistei. I filistei erano un antico popolo stanziato nella parte meridionale della terra di Canaan, pressappoco l’attuale Striscia di Gaza. I filistei erano uno dei “popoli del Mare” e furono tra i principali rivali degli israeliti. In Gn 21:32 si parla del “paese dei filistei”. L’espressone ebraica è אֶרֶץ פְּלִשְׁתִּים (èretz felishtìm): “terra dei filistei”. La LXX greca traduce l’ebraico felishtìm con la traslitterazione greca Fülistiim (Φυλιστιιμ).  La Vulgata  latina traduce con “philisthini”, filistei. In Es 15:14 si una la parola “Filistea” (“Filistia”, nelle versioni meno recenti); ebraico פְּלָשֶׁת (Pelèshet); greco Φυλιστιιμ (Fülistiim); latino Philisthim.

   Il primo ad usare la forma ellenistica di “Filistea” fu lo storico greco Erodoto del 5° secolo a. E. V.: Παλαιστίνη (Palaistìne). Per i romani divenne Palaestina, in latino, quando l’imperatore romano Adriano (in seguito alla rivolta giudaica nel 135 E. V.) cancellò la denominazione di Provincia Iudaea e la sostituì con quella di Provincia Syria Palaestina o semplicemente Palaestina. Da qui il nostro “Palestina”.

  • Terra Promessa. È questa una designazione moderna, assente dalla Bibbia ebraica. Tuttavia, trae la sua ragione da Gn 13:14,15: “Il Signore disse ad Abramo . . . : ‘Alza ora gli occhi e guarda, dal luogo dove sei, a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente. Tutto il paese [הָאָרֶץ (haàretz); “la terra”] che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre’”. La terra (ebraico haàretz) promessa da Dio è la terra della promessa.
  • Terrasanta. Anche questa è designazione moderna, assente dalla Bibbia ebraica. La parola italiana “santo”, nell’ebraico biblico deriva da un termine che significa “separato”. Dato che la terra che fu promessa da Dio a Israele fu messa a parte o separata da Dio per il suo popolo, in questo senso può essere ritenuta “santa”. Ma, ripetiamo, il termine “Terrasanta” non è biblico. D’altra parte, nella Bibbia si dice che Gerusalemme è santa (Nee 11:1; Is 52:1); si parla anche di zone sante (Ez 45:1): indicazione che non tutta la terra è santa.
  • Canaan. È questo il nome più comune con cui gli ebrei chiamavano la loro terra. Qui c’è una lezione per coloro che – in modo bigotto o religioso – si scandalizzano per l’uso di nomi pagani (tipo quelli babilonesi dei mesi) e credono che vadano evitati come la peste. La Bibbia non la pensa così. Solo eccezionalmente la Bibbia chiama la Palestina con il nome di “paese di Israele” (Ez 7:2). Israele, invece, mantenne ben vivo il ricordo che la loro terra era stata “il paese dei Cananei” (Es 3:17). Gli ebrei non rinnegarono mai il nome “Canaan”. Lo mantennero, anzi, nel loro parlare quotidiano per riferirsi alla terra della promessa divina.

 

Il “paese di Canaan”: la terra promessa da Dio a Israele

“Partirono verso il paese di Canaan”

Gn 12:5

“Giunsero così nella terra di Canaan”

Gn 12:6

“Abramo si stabilì nel paese di Canaan”

Gn 13:12

“A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio”

Gn 17:8

“Giacobbe abitò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan”

Gn 37:1

“Mangiarono la manna finché giunsero ai confini del paese di Canaan”

Es 16:35

“[Il] paese di Canaan, che io vi do come vostro possesso”

Lv 14:34

“Io sono il Signore vostro Dio; vi ho fatto uscire dal paese d’Egitto per darvi il paese di Canaan”

Lv 25:38

“Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi toccherà come eredità: il paese di Canaan”

Nm 34:2

“Ti darò il paese di Canaan come vostra eredità”

Sl 105:11

Che Canaan non fosse appartenuta originariamente a Israele si riflette anche in tre importanti designazioni teologiche.

  1. Canaan è “l’eredità”: “Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi toccherà come eredità”. – Nm 34:2.
  2. Canaan è la proprietà o il “possesso” di Israele: “Guarda il paese di Canaan, che io do in possesso ai figli d’Israele”. – Dt 32:49.
  3. Canaan è il “riposo” che Dio vuol dare a Israele: “Finora non siete giunti al riposo e all’eredità che il Signore, il vostro Dio, vi dà. Voi dunque passerete il Giordano e abiterete il paese che il Signore, il vostro Dio, vi dà” (Dt 12:9,10); “Il vostro Dio, vi ha concesso riposo, e vi ha dato questo paese”. –  Gs 1:13; cfr: Sl 95:11.
  • La terra. C’è tanta riconoscenza nell’uso di questa semplice parola: “terra”, la terra della promessa, la terra donata da Dio a Israele. “Confida nel Signore e fa’ il bene; abita il paese [אָרֶץ (erètz), “terra”] e pratica la fedeltà” (Sl 37:3); “I malvagi saranno sterminati; ma quelli che sperano nel Signore possederanno la terra” (Sl 37:9); “Gli umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace” (Sl 37:11); “Chi è benedetto da Dio erediterà la terra” (Sl 37:22): “I giusti erediteranno la terra e l’abiteranno per sempre”. – Sl 37:22.

   Sarebbe un grossolano errore d’ingenuità leggere all’americana e scambiare la “terra” di cui parla il Sl 37 con il nostro pianeta. È uno dei tanti errori tipici dei Testimoni di Geova, che usano il passo per annunciare l’imminente fine del sistema umano planetario e il Regno di Dio sulla “terra”. “Ancora un po’ e l’empio scomparirà”, dice VR traducendo Sl 37:10. Nell’edizione del 1967 la TNM traduceva: “Ancora un pochino” (il 1975, presunto anno della “distruzione”, si avvicinava). L’edizione attuale di TNM ha corretto in “ancora un poco”. Eppure le parole bibliche furono scritte più di 3000 anni fa: non dovrebbero essere soggette a mutamenti cronologici in base agli intendimenti di Brooklyn. Comunque, a cosa si riferiva esattamente il salmista quando parlava di “terra” (אָרֶץ, erètz)? Forse al nostro pianeta? Ma no. Il contesto lo stabilisce chiaramente. Il Sl 37 è un invito a non prendersela, a non covare rancore, a confidare in Dio e a vivere in pace. Dopo aver detto che non bisogna invidiare i malfattori ma, piuttosto, confidare in Dio (vv. 1-3a), si esorta: “Risiedi sulla terra, e agisci con fedeltà” (v. 3b, TNM). Si noti il tempo al presente: Abita la terra che Dio ti ha dato, compòrtati bene. In quanto ai malvagi, è detto che Dio “certamente farà uscire la tua giustizia“ (v. 6, TNM), brutta traduzione che sta per “farà risplendere la tua giustizia” (NR). Si noti che tutto è al presente: Non invidiare (ora) i malvagi, abita la tua terra (ora), sii fedele (ora), compòrtati bene (ora). Se fai così – dice il salmista – Dio metterà in luce la tua giustizia. Poi, ai vv. 10,11: “E ancora un poco, e il malvagio non sarà più; e certamente presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà. Ma i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace” (TNM). Il salmista sta forse parlando di un mondo futuro, quello del Regno di Dio? No. Egli sta solo dicendo: Ai malvagi va a finir male, per i fedeli ci sono le benedizioni di Dio. Questa era l’esperienza vissuta dal salmista, e la documenta: “Ero giovane, sono anche invecchiato, eppure non ho visto nessun giusto lasciato interamente . . . e la sua progenie ha quindi la prospettiva di una benedizione” (vv. 25,26, TNM); “Ho visto il malvagio [fare il] tiranno e distendersi come un [albero] lussureggiante in suolo natio. Eppure passava via, e non c’era; e lo cercavo, e non si trovava” (vv. 35,36, TNM). Erano cose che accadevano sempre, e il salmista lo ricorda. D’altra parte, se la “terra” (intesa come pianeta) fosse un premio futuro dato da Dio, non si vede come il risiedervi possa dipendere dalla decisione dal singolo. Ma il salmista dice: “Fa il bene; risiedi sulla terra, e agisci con fedeltà” (v. 3, TNM). Il fedele deve scegliere e decidere di: 1. Fare il bene, 2. Abitare in pace la sua terra, 3. Essere fedele a Dio. Tutto questo è ancora più chiaro ricordando il patto tra Dio e Israele, che includeva la terra:

“Questi sono i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che il Signore, il vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese [בָּאָרֶץ (baàretz), “nella terra”] nel quale vi preparate a entrare per prenderne possesso, così che tu tema il tuo Dio, il Signore, osservando, tutti i giorni della tua vita, tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandamenti che io ti do, affinché i tuoi giorni siano prolungati. Ascoltali dunque, Israele, e abbi cura di metterli in pratica, affinché venga a te del bene e vi moltiplichiate grandemente nel paese [בָּאָרֶץ (baàretz), “nella terra”] dove scorrono il latte e il miele”. – Dt 6:1-3.

   “Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, affinché venga a te del bene ed entri in possesso del buon paese [הָאָרֶץ הַטֹּבָה (haàretz hatovà), “della terra buona”]”. – Ibidem 6:18.

   La semplice espressione haàretz, “la terra”, designa la terra data a Israele. Ancora oggi gli israeliani e gli ebrei di tutto il mondo parlano dello stato di Israele come di haàretz, “la terra”.