Nota: tutte le citazioni bibliche di questo studio – se non altrimenti specificate – sono tratte dalla versione TILC.


 

Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi”. Pr 4:23.

 

Lunedì 4 agosto 1941, di pomeriggio, una giovane donna di ventisette anni scriveva:

“A volte mi sento proprio come una pattumiera; sono così torbida, piena di vanità, irrisolutezza, senso di inferiorità. Ma in me c’è anche onestà, e un desiderio appassionato, quasi elementare di chiarezza e di armonia tra esterno e interno.

   A volte vorrei essere nella cella di un convento, con la saggezza di secoli sublimata sugli scaffali lungo i muri, e con la vista che spazia su campi di grano – devono proprio essere campi di grano, e devono anche ondeggiare al vento. Lì vorrei sprofondarmi nei secoli, e in me stessa. E alla lunga troverei pace e chiarezza. Ma questo non è poi tanto difficile. È qui, ora, in questo luogo e in questo mondo, che devo trovare chiarezza e pace e equilibrio. Devo buttarmi e ributtarmi nella realtà, devo confrontarmi con tutto ciò che incontro sul mio cammino, devo accogliere e nutrire il mondo esterno col mio mondo interno e viceversa, ma è tutto così difficile e proprio per questo mi sento così oppressa”. – Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi Edizioni, pag. 53.

   Le nostre emozioni e i nostri stati d’animo condizionano il nostro umore. E sono i nostri pensieri a modificarci interiormente. Vi è poi ciò che è indipendente da noi: una malattia, una disgrazia, problemi di lavoro, un capovolgimento finanziario, eventi tragici che possono capitare a chi ci è vicino e che ci coinvolgono, perfino violenze e ingiustizie subite. Etty Hillesum era una donna olandese intelligente e bella, piena di vita e di progetti. Era però ebrea. Fu prima incarcerata in un campo di concentramento e poi deportata a Auschwitz, dove fu uccisa il 3° novembre 1943. Aveva ventinove anni.

   Sebbene esista una soluzione semplice e concreta per godere la vita, non abbiamo risposte facili ai problemi della vita. Viviamo negli “ultimi tempi”, in cui si sono “giorni difficili” (2Tm 3:1). Il mondo va come va e “tutto il mondo intorno a noi si trova sotto il potere del diavolo”. – 1Gv 5:19.

   Il profeta Daniele, ispirato, vide anticipatamente un mondo complesso e pervaso da tensione e nervosismo: “Al tempo della fine; molti andranno avanti e indietro” (Dn 12:4, ND). Viviamo in un tempo di grandi e veloci cambiamenti. Un apparecchio elettronico fantastico e sbalorditivo di ultimissima generazione, tra pochi mesi sarà sorpassato. Perfino la carta geografica subisce cambiamenti, con nazioni che si spaccano. L’essere umano non sa sempre vivere in pace con il suo vicino e in famiglia; le contese sono perfino nazionali e internazionali. Il materialismo provoca arrivismo, senso d’inferiorità, insoddisfazione. “L’amore dei soldi è la radice di tutti i mali” (1Tm 6:10). L’incertezza sul futuro fa sentire impotenti.

   L’ansia e la fatica del vivere ebbero inizio con il peccato del primo uomo: “Ora, per colpa tua,
la terra sarà maledetta: con fatica ne ricaverai il cibo tutti i giorni della tua vita . . . Ti procurerai il pane con il sudore del tuo volto” (Gn 3:17-19). Una delle cause principali di frustrazione è ancora oggi il fatto che non siamo disposti ad accettare che è il nostro modo di pensare che ci causa problemi. Rifiutando oggi come allora la guida di Dio, ne subiamo le conseguenze.

   La Bibbia ci rivela il modo per porre fine alle emozioni negative: “Basta una preoccupazione per deprimere,
una parola buona per incoraggiare” (Pr 12:25). Troppo spesso siamo noi stessi a crearci i nostri problemi con il nostro modo di pensare. La “mente equilibrata è vita per il corpo” (Pr 14:30). I rimedi medicinali basati sulla chimica non affrontano la causa vera della nostra inquietudine, che di natura chimica non è. Neppure le droghe, che procurano un ottimismo artificiale temporaneo e un’euforia deleteria, sono la soluzione, proprio come non lo sono le bevande alcoliche. “Un animo sereno favorisce la guarigione, uno spirito depresso toglie la vita” (Pr 17:22). Il rimedio è quindi la capacità di affrontare la vita con spontanea serenità e con fiducia ottimistica. Dio non abbandona quelli che sono suoi.

“Non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non raccolgono e non mettono il raccolto nei granai. Eppure il Padre vostro che è in cielo li nutre! Ebbene, voi non valete forse più di loro? E chi di voi con tutte le sue preoccupazioni può vivere un giorno più di quel che è stabilito? Anche per i vestiti, perché vi preoccupate tanto? Guardate come crescono i fiori dei campi: non lavorano, non si fanno vestiti. Eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua ricchezza, ha mai avuto un vestito così bello! Se dunque Dio rende così belli i fiori dei campi che oggi ci sono e il giorno dopo vengono bruciati, a maggior ragione procurerà un vestito a voi, gente di poca fede! Dunque, non state a preoccuparvi troppo, dicendo: ‘Che cosa mangeremo?, che cosa berremo?, come ci vestiremo?’. Sono gli altri, quelli che non conoscono Dio, a cercare sempre tutte queste cose. Il Padre vostro che è in cielo sa che avete bisogno di tutte queste cose. Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. Perciò, non preoccupatevi troppo per il domani: ci pensa lui, il domani, a portare altre pene. Per ogni giorno basta la sua pena”. – Mt 6:24-34.

   Dalla Bibbia è del tutto evidente che è l’ubbidienza a Dio la chiave della nostra realizzazione personale. È così che si eliminano le preoccupazioni e le emozioni negative. L’eliminazione definitiva dell’apprensione e dei suoi deprimenti effetti richiede una trasformazione del proprio modo di vivere, uscendo dall’egoismo, che spesso si fa egotismo, assumendo l’atteggiamento con cui si dà eccessiva importanza a se stessi e alle proprie esperienze di vita. Il noto psicologo Erich Fromm osserva che chi è “assillato dalla preoccupazione di perdere qualcosa è, sotto il profilo psicologico, un essere povero e immiserito, indipendentemente da quanto possiede”. E dice ancora: “L’egoista è interessato esclusivamente a se stesso; vuole tutto per sé . . . è capace di vedere il mondo esclusivamente dal punto di vista di ciò che può ottenere. Ma ciò di cui una persona del genere non si rende conto è che questo suo egoismo è la fonte di tutti i suoi guai, perché lo lascia vuoto e frustrato”.

   È imparando a dire grazie e a mostrare gratitudine che s’inizia a uscire un po’ da se stessi. Un sorriso condisce bene il tutto. La psicosomatica insegna che le condizioni fisiche influiscono sul nostro morale e viceversa. Lo sappiamo bene per esperienza: una buona notizia ci rallegra e una non buona ci abbatte. Il sorriso sorge spontaneamente da una sensazione piacevole che proviamo. Così, proprio in base alla psicosomatica, sorridendo ci causiamo una sensazione piacevole. Allo stesso modo, la gratitudine è la risposta che diamo per qualcosa di buono che abbiamo ricevuto, e mostrare gratitudine ci predispone a qualcosa di buono. “La pace, che è dono di Cristo, regni sempre nel vostro cuore . . . Siate sempre riconoscenti”. – Col 3:15.

“Siate sempre lieti perché appartenete al Signore. Lo ripeto, siate sempre lieti . . . Non angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi a Dio, chiedetegli con insistenza ciò di cui avete bisogno e ringraziatelo. E la pace di Dio, che è più grande di quanto si possa immaginare, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri . . . prendete in considerazione tutto quel che è vero, buono, giusto, puro, degno di essere amato e onorato; quel che viene dalla virtù ed è degno di lode. Mettete in pratica . . . E Dio, che dà la pace, sarà con voi”. – Flp 4:4-9.

   Dio fa una promessa, che la Bibbia ricorda in 1Cor 10:13: “Tutte le difficoltà che avete dovuto affrontare non sono state superiori alle vostre forze. Perché Dio mantiene le sue promesse e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze. Nel momento della tentazione Dio vi dà la forza di resistere e di vincere”. Questa la promessa che Dio fa a chi gli ubbidisce. E la saggezza biblica aggiunge: “Se il Signore approva la tua condotta, ti rappacificherà con i tuoi nemici”, esterni o interiori che siano (Pr 16:7). Tutto ciò accade perché Dio protegge i suoi. “Noi siamo sicuri di questo: Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano, perché li ha chiamati in base al suo progetto di salvezza”. – Rm 8:28.

   Ci è spesso difficile comprendere umanamente come una cosa brutta o cattiva, una disgrazia o perfino una tragedia, tutte queste cose “cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Rm 8:28, NR). Spesso vediamo che c’è stata l’amorevole vigilanza di Dio solo dopo che la bufera è passata. Al momento il nostro orizzonte può essere ristretto, come lo fu quello del servo del profeta Eliseo quando fu preso dalla disperazione: “La mattina il servo del profeta Eliseo si alzò uscì, vide soldati, carri e cavalli che circondavano la città e gridò a Eliseo: ‘È spaventoso, maestro! Che cosa possiamo fare?’. ‘Non aver paura, – gli rispose Eliseo, – nostri difensori sono più numerosi dei loro!’ Poi si mise a pregare: ‘Signore, apri gli occhi a quest’uomo, fa’ che possa vedere’. Il Signore aprì gli occhi al servo, e lui fu in grado di vedere: le montagne erano piene di carri e cavalli di fuoco, tutt’intorno a Eliseo”. – 2Re :15-17.

   Aver fede nella promessa di Dio di proteggerci non è un atto di volontà. Non serve a nulla, ripetersi ingenuamente che tutto va bene, quando siamo consapevoli che non è così. La fede è donata da Dio (Gal 5:22). Anche “la salvezza non viene da voi, ma è un dono di Dio” (Ef 2:8). A noi spetta pregare: “Non angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi a Dio, chiedetegli con insistenza ciò di cui avete bisogno e ringraziatelo. E la pace di Dio, che è più grande di quanto si possa immaginare, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri”. – Flp 4:6,7.

  È con la pace interiore che Dio dà a chi ha fiducia in lui che possiamo essere certi che “Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano” (Rm 8:28). È con l’ubbidiente sottomissione a Dio che possiamo domare l’inquietudine e il nervosismo, vincere le paure, l’ansia e le preoccupazioni.