Nota:

In questo studio, citando TNM sarà sostituita alla parola italiana quella originale ebraica; ciò sarà indicato così: TNM*.


 

Dal momento che – come si è visto – nèfesh indica la sede delle necessità vitali, senza il cui soddisfacimento la persona non può vivere, ne risulta la nèfesh indica in maniera evidente la vita stessa.

   In Pr 8:35,36 il contesto induce a tradurre necessariamente in questo modo. Lì la sapienza personificata dice:

“Chi mi trova certamente troverà la vita . . .  Ma chi mi perde fa violenza alla sua nèfesh; tutti quelli che mi odiano intensamente sono quelli che davvero amano la morte”. – TNM*.

   Nell’antitesi con il periodo precedente nèfesh appare come sinonimo esatto di “vita”, e nel parallelismo con lo stico seguente nèfesh appare come il contrario esatto di “morte”.

   In Sl 30:3 è detto: “Hai tratto la mia nèfesh dallo stesso Sceol”, e il seguito chiarisce con il sinonimo: “Mi hai mantenuto in vita” (TNM*). Il che rende chiaro che nèfesh non è qui altro che la vita. Anche in Pr 19:8 il significato che si adatta a nèfesh è quello di vita: “Chi acquista cuore [senno] ama la sua propria nèfesh” (TNM*). Così anche in Pr 7:23: “Proprio come un uccello si affretta nella trappola, ed egli non ha saputo che vi è implicata la sua medesima nèfesh”. – TNM*.

   Il significato di vita che nèfesh ha è evidente in Dt 12:23: “Il sangue è la nèfesh” (TNM*). Con ciò si compie l’identificazione sangue-vita, che è alla base della prescrizione biblica di Lv 17:10,11 che ne vieta il consumo, e in cui è detto chiaramente che “la nèfesh della carne è nel sangue” (TNM*). Qui la nèfesh non può essere nient’altro che la nèfesh-vita.

   Anche Gn 9:4 pone in stretta connessione la nefesh-vita con il sangue: “Non dovete mangiare la carne con la sua nèfesh, il suo sangue”. – TNM*.

   Se non avessimo questa identificazione nèfesh-vita, alcuni passi biblici rimarrebbero incomprensibili. In Sl 141:8, infatti, l’espressione ‘versare la nèfesh’ significa morire dissanguati. In Is 53:12, “Versò la sua nèfesh alla medesima morte” significa che versò il suo sangue-vita: il verbo ebraico per “versare” è lo stesso che si usa in Gn 24:20 riferito al versare l’acqua in un abbeveratoio.

   Si noti Lv 24:18b: “Nèfesh per nèfesh” (TNM*). Ovvero: vita per vita. La vita può essere scambiata solo con la vita. Per la vita di una persona uccisa, la morte di un’altra. Per un animale ucciso, la vita di un altro vivo dato in cambio. Anche nella vita militare la sentinella rispondeva con la propria vita: “La tua nèfesh dovrà prendere il posto della sua nèfesh”. – 1Re 20:39, TNM*.

   Quando qualcuno prega per una vita, prega per una nèfesh: “Sia la mia nèfesh e la nèfesh di questi tuoi cinquanta servitori preziosa ai tuoi occhi” (2Re 1:13, TNM*); “Mi sia data la mia propria nèfesh” (Est 7:3, TNM*). “[Non] hai chiesto la nèfesh dei tuoi nemici” (1Re 3:11, TNM*). Giona, allo stremo, grida: “Togli via da me, ti prego, la mia nèfesh”. – Gna 4:3, TNM*.