“E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli”. – Ap 12:7-9.

   Giovanni vede ora lassù in cielo una guerra titanica. Nella scena appare Michele, senza dare spiegazioni su chi sia. Chi conosce la Scrittura sa chi è. Si tratta del protettore del popolo di Israele, il popolo Dio. Di lui profetizzò Dn 12:1: “In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo”. Questa potente creatura spirituale esce con le sue schiere angeliche, i “suoi angeli”, e affronta satana, che pure ha le sue schiere, i demòni. Le forze del male soccombono e non trovano più posto in cielo. “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore”, disse Yeshùa. – Lc 10:18.

   Michele è un arcangelo, e fu alla difesa di Israele durante l’Esodo nel deserto (cfr. Gda 9).


Le schiere angeliche

Dalla Bibbia ricaviamo la scala gerarchica angelica:

 

Serafini

(שְׂרָפִים, serafìm, “ardenti”)

Stanno attorno al trono di Dio (Is 6:2,6).

Hanno una posizione molto elevata.

“Ardono” d’amore per Dio.

Cherubini

(כְּרֻבִים, keruvìm, “principi delle corti”)

Sono dislocati dove

c’è da sostenere la sovranità di Dio.

Gn 3:24.

Arcangeli

(ἀρχάγγελοι, archàngheloi,

“capi degli angeli”)

1Ts 4:16; Gda 9.

Angeli

(מַלְאָכִים, malakhìm)

(ἄγγελοι, àngheloi)

“messaggeri”

Troni

(θρόνοι, thònoi)

Col 1:16.

Signorie

(κυριότητες, küriòtetes)

Col 1:16.

Potenze

(δυνάμεις, dünàmeis)

Ef 1:21

Principati

(ἀρχαὶ, archài)

Col 1:16.

Autorità

(ἐξουσίαι, ecsusìai)

Col 1:16.


 

   La visione indica che la venuta del Messia ha sconfitto il regno satanico.

  • “Se è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l’uomo forte?”. – Mt 12:28,29.
  • “Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo”. – Gv 12:31.
  • “Il principe di questo mondo è stato giudicato”. – Gv 16:11.
  • “Per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo”. – Eb 2:14.
  • “Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”. – 1Gv 3:8.

   Il dragone è identificato chiaramente con una serie di epiteti:

  • “Il gran dragone”; è lo stesso che voleva attaccare la donna per divorarne il figlio.
  • “Il serpente antico”; è lo stesso che sotto le mentite spoglie del serpente indusse al peccato la prima coppia nell’Eden. – Gn 3:1-7; cfr. 2Cor 11:3.
  • “Diavolo”; si tratta della forma greca (διάβολος, diabolo; “calunniatore”) del nome ebraico “satana”.
  • “Satana”; in ebraico è satàn (שָׂטָן), parola che indica un oppositore.

   Tutta questa sequela di nomi sta ad indicare tutta la malignità del dragone. Egli è colui “che svia l’intera terra abitata”. – Ap 12:9, TNM.

  • “Il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo”. – 2Cor 4:4.
  • “Satana si traveste da angelo di luce”. – 2Cor 11:14.
  • “Il principe della potenza dell’aria”, “quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli”. – Ef 2:2.
  • “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno”. – 1Gv 5:19.

   Al dramma che vede la sconfitta del maligno segue un inno celeste che canta la vittoria della chiesa:

“Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte. Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi!”. – Ap 12:10-12.

   Il maligno è chiamato con un epiteto che trova conferma nella Bibbia.

 

“L’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio”. – Ap 12:10.

“Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro … stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia”. – Gb 1:6-11.

“Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia»”. – Gb 2:4.5.

“Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all’angelo del Signore, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo”. – Zc 3:1.

“Satana si mosse contro Israele”. – 1Cron 21:1.

 

   Ora non c’è più chi possa accusare gli eletti. “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica” (Rm 8:33). Satana è stato precipitato ed è iniziato il Regno di Dio e del suo Messia.

   Nell’inno celeste non si loda solo Dio e Yeshùa, ma anche la fedeltà dei credenti. È vero che essi “hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello”, che era indispensabile, ma hanno vinto anche “con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte” (Ap 12:11). Yeshùa stesso aveva detto: “Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà” (Mr 8:35). E Giovanni, il veggente, aveva già scritto nel suo Vangelo: “Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna”. – Gv 12:25.

   Tutti esultano e sono incitati a giubilare: “Gioiscano i cieli ed esulti la terra; risuoni il mare e quanto contiene”. – Sl 96:11.

   In cielo è stata già vista la caduta del maligno e la chiesa è già trionfante. Sulla terra rimangono però delle prove da affrontare: “Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo»”. – Ap 12:12.

“Quando il dragone si vide precipitato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma alla donna furono date le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dov’è nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontana dalla presenza del serpente”. – Ap 12:13,14.

   Il maligno è obbligato a scendere sulla terra, suo malgrado. Sa di avere poco tempo a disposizione e perciò si incattivisce di più. Il suo furore è più rabbioso che mai. La sua fine è però ormai segnata.

   Il malvagio progetto di satana di divorare il figlio della donna è fallito, e non gli resta che scagliarsi contro di lei, e con maggiore violenza, per la rabbia. Dio provvede però alla salvezza della donna. Tale scampo è raffigurato con un’immagine squisitamente biblica.

 

“Alla donna furono date le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto”. – Ap 12:14.

“Voi avete visto quello che ho fatto agli Egiziani e come vi ho portato sopra ali d’aquila e vi ho condotti a me”. – Es 19:4.

“[Dio ha protetto il suo popolo] come un’aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini,

spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne”. – Dt 32:11.

“Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile”. – Is 40:31.

   Il riferimento biblico che Giovanni fa alle ali dell’aquila non è generico; egli infatti specifica che “alla donna furono date le due ali della grande aquila”. Si noti l’uso dell’articolo:

αἱ δύο πτέρυγες τοῦ ἀετοῦ

ai dýo ptèryghes tù aetù

le due ali dell’aquila

   Non si tratta di un’aquila generica, ma “dell’aquila”. Viene così identificato un qualche essere spirituale, un angelo, che esegue gli ordini di Dio. Il deserto richiama la protezione di Dio (cfr. 1Re 17:2-6;19:4-8). Sui tre anni e mezzo è già stato detto. La donna è così custodita da Dio in un posto solitario, dove satana non può raggiungerla. Il maligno fa però un ultimo tentativo:

“Il serpente gettò acqua dalla sua bocca, come un fiume, dietro alla donna, per farla travolgere dalla corrente. Ma la terra soccorse la donna: aprì la bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla sua bocca”. – Ap 12:15,16.

   Essendo Giovanni ricorso all’immagine mitica del dragone, me usa anche qui. Negli antichissimi miti, i draghi tenebrosi erano rappresentati come mostri marini che avevano una forza bestiale e sputavano acqua. Nella Bibbia troviamo traccia di questi mitici draghi, che sono però privati di consistenza per essere ridotti a mostri marini sconfitti da Dio. Così, in Sl 74:13 si canta a Dio: “Tu, con la tua forza, dividesti il mare, spezzasti la testa ai mostri marini sulle acque”. Anche il gran dragone apocalittico sputa acqua, e tanta, addirittura “un fiume”. Nell’immagine apocalittica la terra è personificata: “La terra soccorse la donna”, “aprì la bocca e inghiottì il fiume”. La terra è ovviamente agli ordini divini, e Dio può impiegarla, come in Nm 16:30-32 “«Se il Signore fa una cosa nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto quello che appartiene a loro e se essi scendono vivi nel soggiorno dei morti, allora riconoscerete che questi uomini hanno disprezzato il Signore». Appena egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si spaccò sotto i piedi di quelli, la terra spalancò la sua bocca e li ingoiò”. La simbolica donna è protetta da Dio nel simbolico deserto, proprio come Israele fu protetta da Dio e rimase al sicuro nel deserto. Yeshùa aveva assicurato riguardo alla sua chiesa che “le porte dell’Ades non la potranno vincere”. – Mt 16:18.

    Il maligno non riesce nella sua folle impresa contro la donna, e diventa quindi ancora più furibondo: “Allora il dragone s’infuriò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù” (Ap 12:17). Questi rimanenti sono figli della donna, come lo è il Messia. Si tratta del popolo di Dio. Si noti da cosa sono riconoscibili: oltre ad attenersi all’insegnamento di Yeshùa, “osservano i comandamenti di Dio”. Questa imprescindibile caratteristica dei veri discepoli di Yeshùa esclude molte religioni che non ubbidiscono ai Comandamenti o li cambiano o perfino li dichiarano aboliti.

    La vera chiesa sa che deve subire ancora la furia diabolica del nemico di Dio, ma sa anche che satana è già sconfitto e che il suo furore è solamente il sintomo della sua agonizzante sconfitta.

   Il dragone “si fermò sulla riva del mare” (Ap 13:1). Sta per apparire la bestia che sale dal mare.