Nel libro di Amos si possono distinguere tre parti ben determinate:

   Prima parte (capitoli 1 e 2). Discorso strofico in cui si annuncia il giudizio a sette popoli confinanti con Israele (damasceni, filistei, fenici, idumei, ammoniti, moabiti, giudei) e al Regno di Israele stesso. Ogni brano inizia con una frase fissa: “Così parla il Signore”, in cui la parola tradotta “Signore” è nell’ebraico “Yhvh”:

 

כֹּה אָמַר יְהוָה  (coh amàr Yhvh),

“Così parla Yhvh”

Am 1:3

“Così parla il Signore:”.

Am 1:6

“Così parla il Signore:”.

Am 1:9

“Così parla il Signore:”.

Am 1:11

“Così parla il Signore:”.

Am 1:13

“Così parla il Signore:”.

Am 2:1

“Così parla il Signore:”.

Am 2:4

“Così parla il Signore:”.

Am 2:6

“Così parla il Signore:”.

 

   Lo schema è fisso. Dopo aver detto: “Così parla il Signore”, viene aggiunto: “Per tre misfatti di [indicazione del popolo], anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza, perché hanno [segue la specificazione della colpa che ha provocato il castigo]”. Ecco le ripetizioni fisse:

Amos 1:3 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti di Damasco,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché hanno […]”.

Amos 1:6 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti di Gaza,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché hanno […]”.

Amos 1:9 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti di Tiro,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché hanno […]”.

Amos 1:11 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti di Edom,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché ha […]”.

Amos 1:13 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti dei figli di Ammon,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché hanno […]”.

Amos 2:1 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti di Moab,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché ha […]”.

Amos 2:4 Così parla il Signore:

“Per tre misfatti di Giuda,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché hanno […]”.

Amos 2:6 – “Così parla il Signore:

Per tre misfatti d’Israele,

anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza,

perché  […]”.

 

   Seconda parte (capitoli 3-6). Questa parte, che si rivolge esclusivamente al Regno di Israele, costituisce un atto di accusa per l’iniquità e annuncia l’immancabile castigo divino. Vi si rinfacciano il lusso, la corruzione dei giudici, l’oppressione dei poveri e l’ipocrisia delle formalità. Si tratta di tre discorsi che iniziano con la frase “Ascoltate questa parola”:

שִׁמְעוּ אֶת־הַדָּבָר  (shimù et-hadavàr)

“Ascoltate la parola”

Am 3:1

“Ascoltate questa parola”.

Am 4:1

“Ascoltate questa parola”.

Am 5:1

“Ascoltate questa parola”.

 

   Terza parte (capitoli 7-9). In una serie di cinque visioni simboliche si annuncia – con un crescendo impressionante – che la pazienza di Dio verso il Regno di Israele è ora giunta al suo colmo. Le visioni sono separate in due sezioni da un interludio storico in cui si descrive la drammatica discussione con il sacerdote Amasia (Am 7:10-17), che si frappone tra la terza e la quarta visione. L’intonazione minacciosa del profeta culmina con la promessa finale della restaurazione di Giacobbe (altro nome di Israele) che non sarà interamente distrutta. Si annuncia anzi la ricostruzione dell’unità nazionale e la restaurazione della dinastia davidica:

“’Ecco, gli occhi del Signore, di Dio, sono sopra il regno colpevole. Io li sterminerò dalla faccia della terra; tuttavia, io non distruggerò interamente la casa di Giacobbe’, dice il Signore. ‘Poiché, ecco, io darò ordini e scuoterò la casa d’Israele fra tutte le nazioni, come si scuote il setaccio; non cadrà nemmeno un granello in terra. Tutti i peccatori del mio popolo moriranno di spada; essi che dicono: La sventura non giungerà fino a noi e non ci toccherà. Quel giorno io rialzerò la capanna di Davide che è caduta, ne riparerò i danni, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò com’era nei giorni antichi, affinché possegga il resto di Edom e tutte le nazioni sulle quali è invocato il mio nome’, dice il Signore che farà questo. ‘Ecco, vengono i giorni’, dice il Signore, ‘in cui l’aratore s’incontrerà con il mietitore, e chi pigia l’uva con chi getta il seme; quando i monti stilleranno mosto e tutti i colli si scioglieranno. Io libererò dall’esilio il mio popolo, Israele; essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. Io li pianterò nella loro terra e non saranno mai più sradicati dalla terra che io ho dato loro’, dice il Signore, il tuo Dio”. – Am 9:8-15.

   Questo brano è ritenuto da alcuni di origine postesilica, ma non c’è nessuna ragione per ipotizzarlo.