Nota: tutte le citazioni bibliche di questo studio – se non altrimenti specificate – sono tratte dalla versione TILC.


 

La prima cosa è la calma.

È allettante la prospettiva evocata dal salmista:

 

“Io resto tranquillo e sereno.

Come un bimbo in braccio a sua madre

è quieto il mio cuore dentro di me”.

Sl 131:2.

   “Città indifesa e senza mura è l’uomo che non sa dominarsi”. – Pr 25:28.

   Una donna è in preda al panico: la sua casa sta andando a fuoco; telefona tutta agitata ai Vigili del Fuoco e grida parole confuse. Un’altra sta assistendo al dissanguamento di una persona vittima di un incidente stradale e telefona piena d’angoscia al Pronto Soccorso. Le loro voci sono concitate, implorano, cercano di dire tutta la loro angoscia. Dall’altra parte del telefono voci controllate dicono loro: Signora, prima di tutto si calmi, poi mi dica con calma cosa succede. Nella loro confusione, le due donne hanno un attimo di sorpresa e si sentono indignate: come si può star calmi in una situazione così? Ma quelli sono davvero in grado di gestire le emergenze? Eppure, loro non perdono il controllo; sono dei professionisti; ripetono con voce sicura: Si calmi, mi dica ogni cosa con calma. E le due donne sanno ora, dentro di sé, di essere in buone mani.

   Fortunatamente, queste situazioni non accadono alla maggior parte delle persone. Eppure, possono esserci momenti angosciosi senza che qualcosa di realmente brutto o pericoloso ci accada. Succede qualcosa nella nostra mente. Non si tratta di vera realtà ma di come percepiamo la realtà.

   “Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Andiamo all’altra riva del lago’. Essi lasciarono la folla e portarono Gesù con la barca nella quale già si trovava. Anche altre barche lo accompagnarono. A un certo punto il vento si mise a soffiare con tale violenza che le onde si rovesciavano dentro la barca, e questa già si riempiva d’acqua” (Mr 4:35-37). La situazione si fa molto pericolosa. È comprensibile lo stato di agitazione e di paura dei discepoli. Ma Yeshùa cosa sta facendo?“Gesù intanto dormiva in fondo alla barca, la testa appoggiata su un cuscino”. Strano contrasto: loro si sentono in pericolo di morte, e lui che fa? Dorme tranquillo. Ma come si fa a essere così indifferenti e distaccati o – detta con un linguaggio moderno – così menefreghisti? “Allora gli altri lo svegliarono e gli dissero: ‘Maestro, affondiamo! Non te ne importa nulla?’”. – Mr 4:35-38.

   “Chi è impulsivo può commettere sciocchezze” (Pr 14:17). Marta era una donna ansiosa; sua sorella Maria era calma e tranquilla (si veda, per approfondimento, lo studio Yeshùa e le due sorelle nella sezione Yeshùa). “Molta pazienza, molta sapienza, chi è irascibile mostra stoltezza. Mente equilibrata è vita per il corpo”. – Pr 14:29,30a.

   Nei momenti bui è facile essere presi dall’agitazione. “Dio, il Signore, il Santo d’Israele vi ha detto: ‘Se tornate a me in pace, sarete salvi. Se avrete fiducia in me sarete forti’. Voi non avete voluto questo, ma invece avete detto: ‘No, vogliamo fuggire a cavallo!’ Fate pure, dovrete fuggire! Avete insistito: ‘I nostri cavalli sono veloci!’ Ma i vostri inseguitori saranno ancora più veloci” (Is 30:15,16). “Nel tornare a me in pace, sarete salvi”: NR traduce con “nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza”; CEI rende il passo con “nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza”. Anziché accettare l’invito a star calmi, spesso preferiamo far di testa nostra e fuggire come a cavallo per strade che ci appaiono vie di fuga. Presi nella fretta dell’ansia, pensiamo che ‘i nostri cavalli siano veloci!’ Eppure, le nostre paure e i nostri pensieri condizionanti quali “inseguitori saranno ancora più veloci”. Rinunciare ai veloci cavalli delle facili vie di fuga e accettare invece di avanzare là dove pare non esserci strada, distaccarsi dal dominio degli avvenimenti, saper contare su qualcosa di più rispetto alle forze cieche che ci attanagliano: ecco l’atteggiamento che il profeta descrive con l’espressione “nella conversione e nella calma”. Se la salvezza sta lì, è perché la calma ci permette d’assumere la nostra vulnerabilità e non considerarla come un ostacolo sulla strada della libertà. Riconoscersi vulnerabili, senza ‘cavalli veloci’, non significa passività. Piuttosto, questa vulnerabilità ci dà l’audacia di andare avanti senza previsioni infauste né provviste da noi preconfezionate. Si tratta di consapevolezza.

   Oggigiorno, con la paura del fallimento che impedisce di correre dei rischi e con la convinzione che si debba sempre prevedere tutto, è essenziale scoprire l’audacia della vulnerabilità. È questo l’invito del Dio d’Israele, colui che ci ha “liberati dalla schiavitù” (Es 13:3). Avere Dio come riferimento costante e sicuro ci permette d’accettare di procedere là dove non c’è strada, di distaccarci dall’egemonia degli avvenimenti, di saper contare su altra cosa rispetto alle proprie forze. “Si gettano i dadi nel bussolotto, ma la decisione dipende tutta dal Signore”. – Pr 16:33.

   Ciò che turba la calma interiore è spesso la rabbia. “Sta’ attento. Non ti agitare! Non aver paura e non lasciarti intimorire” (Is 7:4); “Tu resta fermo al tuo posto. La calma fa evitare gravi sbagli”. – Ec 10:4.

   La calma interiore ci permette di essere consapevoli e di usare il buon senso, e “il buon senso fa frenare la collera” (Pr 19:11). Nei rapporti interpersonali “una risposta gentile calma la collera, una parola pungente eccita l’ira” (Pr 15:1). “Chi è irascibile suscita litigi, chi è paziente calma le liti” (Pr 15:18). “Se sbatti il latte, ne esce il burro; se schiacci il naso, ne esce il sangue; se scoppia la collera, ne esce una lite”. – Pr 30:33.

   Si tratta spesso semplicemente di fermarsi. Star fermi. “Chi è paziente è più di un eroe, chi domina se stesso è più di un conquistatore”. – Pr 16:32.

   Ciascuno di noi può trovare i modi per raggiungere la calma. Potrebbe bastare una passeggiata; Isacco “era uscito al tramonto, per svagarsi in campagna” (Gn 24:63). Potrebbe essere edificante la musica; “Cercheremo un uomo che sappia suonare la cetra. Così, quando lo spirito cattivo ti investirà, egli suonerà la cetra e tu ne avrai sollievo” (1Sam 16:16); secondo la propria sensibilità e i propri gusti, abbiamo a disposizione musica leggera melodica e musica classica. Il respiro è importante. Una persona agitata ha il fiato corto. Dalla psicosomatica sappiamo che gli stati mentali alterano le funzioni del nostro corpo. Avviene però anche il contrario: la condizione fisica influisce sullo stato mentale. Respirare con tranquillità, profondamente, produce calma.

   Ciò che più ci garantisce calma e serenità, insieme alla gioia, è il nostro rapporto con Dio. “Siate sempre lieti perché appartenete al Signore. Lo ripeto, siate sempre lieti . . . Non angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi a Dio, chiedetegli con insistenza ciò di cui avete bisogno e ringraziatelo. E la pace di Dio, che è più grande di quanto si possa immaginare, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. – Flp 4:4,6,7.