Quando si pone una domanda, se si vuole una risposta corretta occorre porre la domanda giusta. Esaminiamo la domanda: Qual è la vera religione? Questa domanda poggia su basi del tutto ipotetiche: si dà per scontato che tra le religioni ne esista una vera e si domanda quale sia. L’inganno sta nel creare – magari anche in buona fede – una possibilità che in realtà non è provata. Chi ha detto che ci sia una vera religione? Più corretto sarebbe domandare: Esiste una vera religione? Se la risposta fosse affermativa ci si potrebbe domandare allora quale sia questa religione. Se però non esiste una vera religione non ha senso domandarsi quale sia.

   La rivista religiosa La Torre di Guardia del 15 ottobre 1978, a pagina 5, spiega “come si identifica la vera religione”. Di nuovo mettiamo in discussione l’assunto: ma siamo proprio certi che esista una vera religione?

Nella Bibbia la parola “religione” non esiste neppure

   Nell’ebraico moderno per “religione” si hanno due parole.

   La più usata è דת (dat), che significa “religione, legge, regola, culto”. Nella Bibbia compare 20 volte nel libro di Ester. Qui ha sempre e solo il significato di “legge”, ma non ha nulla ha che fare con la legge del Dio degli ebrei, dato che vi si parla esclusivamente della legge dei persiani. Un’altra volta dat compare in Esdra 8:36; anche qui ha il senso di “legge” ed è riferita alla legislazione persiana. In effetti la parola dat è presa a prestito dal persiano. Questo è il motivo per cui alcuni studiosi rifiutano di tradurre con “legge” la parola dat in Deuteronomio 33:2 che dice (nella Versione Riveduta della Bibbia): “Dalla sua destra [di Dio] usciva il fuoco della legge per loro [gli israeliti]”. Da questa traduzione sembrerebbe che qui si stia parlando della Toràh, comunemente ritenuta la Legge di Dio (in verità toràh significa insegnamento). Nell’originale ebraico, però, la frase tradotta “fuoco della legge” è  אֵשׁ דָּת  (esh dat), e la Biblia Hebraica Stuttgartensia mette דת (dat) in corsivo per segnalarne la singolarità. Il problema è che la lezione דת (dat) = “legge” introdurrebbe qui (nel Pentateuco!) una parola presa a prestito dal persiano. L’equivoco nasce dal fatto che una nota in margine in M (Testo Masoretico) divide in due una parola che nel testo stesso è una sola: אֵשׁדָּת (eshdàt). Questa parola è tradotta nella LXX (la traduzione in greco della Bibbia completata nel 3° secolo avanti la nostra èra volgare) con “angeli” (ἄγγελοι, àngheloi). La traduzione giusta in Deuteronomio 33:2 è quindi: “Con lui [Dio] erano decine di migliaia di santi, alla sua destra loro messaggeri [ἄγγελοι (àngheloi)]”. TNM rende con: “E con lui erano sante miriadi, alla sua destra guerrieri appartenenti a loro”. Insomma, qui la parola persiana dat (“legge”) non c’entra alcunché. In ogni caso, in tutta la Bibbia, דת (dat) non ha mai a che fare con “religione”. Questa parola è usata con il senso di “religione” sono nell’ebraico moderno.

   La seconda parola nell’ebraico moderno per “religione” è אמונה (emunàh), che significa “fede”. Nella Bibbia questa parola compare diverse volte e ha il senso di “fermezza”. Per la prima volta compare in Es 17:12 che letteralmente dice: “Gli sostenevano le mani [ a Mosè], uno da una parte e l’altro dall’altra, così che le sue mani furono fermezza”, passo che già ci indica il senso della parola: “stabilità”, “immobilità”, “solidità”. Non solo delle cose concrete, ma anche di quelle apparenti, come in Salmo 119:30: “Io ho scelto la via della fermezza [אמונה (emunàh)], ho posto i tuoi [di Dio] giudizi davanti ai miei occhi”. Una traduzione più libera, ma sempre corretta, sarebbe: “Ho scelto la via della fedeltà”. Nessuno certo si sognerebbe mai di tradurre: ‘Ho scelto la via della religione’. Lo stesso concetto di “fermezza” – nel senso di sicurezza – della parola emunàh viene applicato nella Bibbia agli esseri umani: “I tuoi giorni saranno resi sicuri” (Is 33:6; letteralmente: “Stabilità [אמונה, emunàh] di tempi”). Il concetto è applicato anche a Dio: “Tu sei il mio Dio; io ti esalterò, loderò il tuo nome, perché hai fatto cose meravigliose; i tuoi disegni, concepiti da tempo, sono fedeli e stabili” (Is 25:1; letteralmente: “stabilità” [אמונה, emunàh]). Anche qui nessuno si sognerebbe di tradurre questi passi così: ‘I tuoi giorni saranno religione’, ‘I tuoi disegni sono religione’.

   Molti rimarranno sorpresi, ma in tutta la Bibbia la parola “religione” non compare una sola volta. Per la verità, in tutto il vocabolario ebraico biblico la parola “religione” non esiste proprio. L’ebreo biblico non aveva una religione (come diremmo noi oggi): per lui tutta la vita era e doveva essere vissuta nell’ubbidienza a Dio.

   Eppure, nelle traduzioni della Bibbia la parola “religione” la troviamo. Questa, tuttavia, è una scelta bislacca dei traduttori. A nostro giudizio, ciò non solo tradisce il senso vero della Sacra Scrittura, introducendo una parola inesistente nel vocabolario biblico, ma svia anche il lettore, inculcandogli quella parola che è alla base puramente ipotetica della domanda su quale sia la vera religione.

   Come esempio citiamo alcuni passi in cui la parola è introdotta dai traduttori, paragonandola con la freschezza del testo originale della Bibbia.

 

Passo

biblico

Traduzioni

Ebraico e greco (LXX)

2Re 17:26

“Le nazioni che hai portato in esilio e quindi stabilito nelle città di Samaria non hanno conosciuto la religione del Dio del paese . . . ecco, sono messi a morte, in quanto non c’è nessuno che conosca la religione del Dio del paese” (TNM)

משפט (mishpàt), “prescrizione”

κρίμα (krìma), “prescrizione”

Senso: I deportati pagani in Samaria non conoscono le prescrizioni del Dio di Israele e si comportano male.

2Re

17:34

“Fino a questo giorno fanno secondo le loro religioni precedenti” (TNM)

משפטים (mishpatìm), “prescrizioni”

κατὰ τὸ κρίμα αὐτῶν

(katà to krìma autòn),

“secondo la prescrizione di loro”

Giacomo

1:27

“Questa è la religione che Dio Padre considera pura e genuina” (PdS)

θρησκεία (threskèia), “tremore”

Si tratta del timor di Dio

 

   La religione non è quindi un concetto biblico. Per i moderni occidentali la religione è un’appartenenza alla stregua di un partito politico o simili. Le persone dicono di essere del tale partito, di essere della tale religione, di essere per la tale squadra sportiva, e così via. Per l’ebreo biblico l’intera vita doveva essere vissuta nel timor di Dio. “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo”. – Ec 12:15.

Religione

   La religione potrebbe essere definita come il tentativo umano di raggiungere Dio. Ecco perché ci sono migliaia di religioni: ci sono migliaia di modi che gli uomini stabiliscono per mettersi a posto con Dio. È un movimento dal basso (umanità) verso l’alto (Dio). Per la Bibbia avviene esattamente il contrario: è dall’alto che Dio raggiunge l’umanità. “Il Signore apparve ad Abramo e disse”. – Gn 12:7.

   Una persona che comprese che la religione è un’invenzione diabolica fu C. T. Russell, pastore degli Studenti Biblici fino al 1916, anno della sua morte. Per lui le piaghe dell’umanità erano tre: finanza, politica e religione. Il suo successore, J. F. Rutherford, nonostante le notevoli deviazioni dal Russell, nel 1940 ancora scriveva: “La religione è l’arguto prodotto di Satana e che per lungo tempo è stata iniquamente usata da lui ed altri demoni per più effettivamente corrompere la razza umana” (Religione, pagina 98, Brooklyn, New York, U.S.A.). Siamo pienamente d’accordo con questa affermazione.

   La religione non ha alcunché a che fare con Dio. La domanda circa quale sia la vera religione non ha senso. Tutte, ma proprio tutte, le religioni sono false. La domanda corretta dovrebbe essere: Qual è la verità che riguarda Dio?