“Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora” (Ap 8:1). Il momento è altamente drammatico: Yeshùa rompe l’ultimo dei sette sigilli e cade un profondo silenzio, molto impressionante, creando drammatica attesa per ciò che deve accadere. E già si immagina che ci sarà un crescendo di venti catastrofici.

   “Circa mezz’ora” è la valutazione che Giovanni fa del tempo d’attesa, un tempo che dovette sembrargli lungo e carico di tensione, lì in cielo.

   Qualcosa però nel frattempo accadeva, silenziosamente. Non ci si faccia ingannare dalla traduzione “poi vidi i sette angeli” del versetto successivo, il 2. Il testo greco originale ha καὶ εἶδον (kài èidon), “e vidi”. Cosa vide il veggente? “E vidi i sette angeli che stanno dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe” (Ap 8:2, TNM). Ma Giovanni vide anche d’altro: “E venne un altro angelo con un incensiere d’oro; si fermò presso l’altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro posto davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi”. – Ap 8:3,4.

   Si noti che questo angelo, diverso dai sette con le trombe, si presenta “con un incensiere d’oro” . Ciò ci fa identificare l’altare presso cui si ferma: è l’alare dell’incenso. Infatti, gli vengono “dati molti profumi”. Nel Tempio gerosolimitano c’era un particole momento, in una certa ora, in cui veniva offerto l’incenso (cfr. Lc 1:10).  “Il sacerdote con l’incenso e i suoi aiutanti salivano lentamente i gradini che portavano al Santo . . . Poi uno degli aiutanti spargeva con riverenza i carboni sull’altare d’oro; l’altro disponeva l’incenso; quindi il sacerdote officiante veniva lasciato solo nel Santo, dove aspettava il segnale del presidente prima di bruciare l’incenso. . . . Quando il presidente dava l’ordine indicante che ‘il tempo dell’incenso era giunto’, ‘tutta la moltitudine del popolo che stava fuori’ si ritirava dal cortile interno e si inginocchiava dinanzi al Signore, levando le mani in una muta preghiera. Questo era il momento più solenne, quando in tutti i vasti edifici del Tempio un profondo silenzio scendeva sulla moltitudine adorante, mentre all’interno del santuario vero e proprio il sacerdote deponeva l’incenso sull’altare d’oro, e la nube di ‘odori’ si levava dinanzi al Signore”. – A. Edersheim, The Temple, 1874, pag. 138.

   Prima che inizino le visioni relative alle sette trombe, Giovanni ammira la scena della liturgia celeste. Dall’apocrifo Tobia 12:12 sappiamo che giudei pensavano che gli angeli portassero in alto, presso Dio, le preghiere. Dalla mano dell’angelo le preghiere salgono insieme all’incenso fino a Dio.

   Poi cessa il gran silenzio, perché “poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra. Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto” (Ap 8:5).  La scena assomiglia a quella di Ez 10:2 in cui Dio ordina all’“uomo vestito di lino”: “Rièmpiti le mani di carboni ardenti tolti in mezzo ai cherubini, e spargili sulla città”. Le preghiere dei santi, che chiedevano a Dio di affrettare il giudizio (Ap 6:9-11), sono state esaudite.

   I “i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio” (Ap 8:2) sono menzionati nel libro per la prima volta qui. In Tobia 12:15, che fa parte della letteratura giudaica non biblica, si legge: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”. Nel testo greco della LXX, in cui si trova il libro di Tobia, si parla di ἑπτὰ ἁγίων ἀγγέλων (eptà aghìon anghèlon), “sette speciali / degni di venerazione angeli”. In 1Ts 4:16 si fa riferimento agli arcangeli che hanno la tromba di Dio. In Gda 9 è menzionato “l’arcangelo Michele”. I giudei attribuivano un particolare valore a questi sette arcangeli.

   Le trombe annunciano il giudizio. “Suonate la tromba a Sion! Date l’allarme sul mio monte santo! Tremino tutti gli abitanti del paese, perché il giorno del Signore viene, è vicino, giorno di tenebre, di densa oscurità” (Gle 2:1,2; cfr. 1Ts 4:16, 1Cor 15:52). Prima che i sette angeli suonino le trombe del giudizio, l’angelo che aveva officiato l’offerta dell’incenso e delle preghiere di tutti i santi, usa lo stesso incensiere per spargere fuoco sulla terra. Come immediata conseguenza c’è un terremoto con tuoni, voci e lampi. E “i sette angeli che avevano le sette trombe si prepararono a suonare”. – Ap 8:6.