La costa del Mar Grande o Mar Mediterraneo. – Gs 15:12.

È la fascia costiera lungo il Mare Mediterraneo, chiamato “mar Grande” nella Bibbia (Nm 34:6,7: Gs 1:4;9:1; Dn 7:2). Per la presenza di dune molto estese, l’unico porto naturale era a Ioppe (At 9:43), sotto il monte Carmelo. Tuttavia, a nord della catena del Carmelo c’erano diversi buoni porti naturali, tanto che i fenici, che erano stanziati lungo questa parte della costa, furono noti come eccellenti navigatori. La temperatura media annuale di tutta la fascia costiera è di circa 19°C, con estati molto calde; nel sud della costa, a Gaza, si raggiungono in estate i 34°C.

Le pianure a occidente del fiume Giordano

  • La pianura di Ascer. – Gdc 5:17.

È una pianura costiera a nord del monte Carmelo, parte del territorio che su assegnato alla tribù di Ascer (Gs 19:24-30). Per la sua fertilità (Gn 49:20), provvedeva derrate alimentari anche alla tavola reale al tempo di Salomone (1Re 4:7,16). Lunga circa 40 chilometri, è ampia e nel punto massimo ne raggiunge circa 13.

  • La striscia costiera di Dor. – Gs 12:23.

È una pianura che si trova fra la catena del Carmelo (con cui confina per una trentina di km) e il Mediterraneo, larga appena 4 chilometri. A sud c’era il porto di Dor (i cui colli fornivano cibo scelto per i banchetti salomonici – 1Re 4:7), e più sud ancora dune.

  • I pascoli di Saron. – 1Cron 5:16.

Profetizzando la liberazione d’Israele, Isaia dice che “si coprirà di fiori . . . le sarà data . . . la magnificenza del Carmelo e di Saron” (Is 35:2). Questa pianura, larga 16-19 km, che si estende dalla striscia di Dor verso sud per circa 64 km, era ben irrigata e quindi fertile. Ricca di foreste di querce, i suoi campi mietuti divenivano pascoli per il “bestiame grosso che pasceva a Saron”. – 1Cron 27:29.

  • La pianura della Filistea. – Gn 21:32; Es 13:17.

A sud dei pascoli di Saron, per circa 80 km lungo il litorale e per circa 24 verso l’interno, si estendeva il “paese dei Filistei” (1Re 4:21), una pianura incurvata somigliante alla steppa (con elevazioni dai 30 ai 200 m a sud, dietro Gaza), le cui dune lungo costa rientravano a tratti anche fino a 6 km. Il terreno è produttivo, sebbene minacciato dalla siccità per le poche piogge.

  • La valle centrale da est a ovest

Questa valle centrale, molto fertile, si divide in due parti: la pianura della valle di Meghiddo (2Cron 35:22) ovvero di Esdrelon, che si trova a ovest; il bassopiano di Izreel (Gdc 6:33), che si trova a est. Attraverso questa valle centrale si poteva attraversare facilmente la nazione, dalla rift valley del Giordano alla costa mediterranea. Era perciò un’importante via di comunicazione, sia commerciale sia militare.

  • La pianura di Meghiddo (Esdrelon). – 2Cron 35:22.

Le acque di questa pianura si scaricano nel torrente Chison (Gdc 5:21) – un piccolo corso d’acqua quasi secco in estate ma abbondante fino a divenire un torrente in altri periodi -, che defluendo per una gola fra il monte Carmelo e le colline della Galilea arriva alla pianura di Ascer per poi riversarsi nel Mediterraneo. Meghiddo, data la sua posizione strategica, fu teatro di guerre (Gdc 5:19-21; 2Re 9:27). E lo sarà ancora, quando le forze militari di molte nazioni vi si raduneranno prima di attaccare Gerusalemme. – Ap 16:16.

  • Il bassopiano di Izreel. – Gdc 6:33.

Le acque di questo bassopiano si scaricano verso sud-est, nel fiume Giordano. La pianura di Izreel, larga poco più di 3 km ed estesa per quasi 19, è una valle disagevole. Da un’altitudine iniziale di circa 90 m, discende gradualmente fino ai 120 metri sotto il livello del mare Mediterraneo in prossimità di Bet-Sean. La pianura di Izreel è una delle zone più ricche di tutta Israele: “La terra risponderà al grano, al vino, all’olio, e questi risponderanno a Izreel” (Os 2:22). Questo territorio, di cui Gn 49:15 dice che “è ameno”, fu teatro di guerre. – 1Sam 29:1;31:1,7.

Le regioni montagnose a ovest del Giordano

  • Le colline della Galilea. – Gs 20:7; Is 9:1.

Il meridione delle colline galilaiche e le zone intorno al Mar di Galilea o Lago di Tiberiade (che giace a 205 m sotto il livello del mare) videro la maggior parte dell’opera di Yeshùa (Mt 4:15-17; Mr 3:7). Gli undici apostoli fedeli e molti discepoli di Yeshùa venivano proprio dalla Galilea (At 2:7). In questa regione, davvero bella, il paesaggio è molto gradevole, con le sue colline che rasentano i 600 m d’altitudine. La zona è fertile grazie alle precipitazioni che avvengono da autunno a primavera. In primavera è tutto un fiorire sulle colline. I piccoli altopiani sono fertili; sulle colline si coltivano olivi e viti. È in questa regione che si trovavano le città bibliche di Nazaret, Cana e Nain (Mt 2:22,23; Gv 2:1; Lc 7:11). Yeshùa trasse da essa ispirazione per le sue illustrazioni (Mt 6:25-32;9:37,38). L’Alta Galilea, le cui colline superano i 1100 m d’altitudine, è battuta dal vento, con abbondanti piogge.

  • Le colline del Carmelo. – 1Re 18:19,20,42.

Il promontorio del monte Carmelo si spinge maestosamente nel Mediterraneo. Lunga circa 48 km e alta fino a più di 500 m, la catena montuosa del Carmelo s’estende a forma di cuneo dalle colline di Samaria al Mediterraneo, conquistando per la sua bellezza (Cant 7:5). Il promontorio è fertile, ricoperto da vigneti che producono vini famosi, da alberi da frutto e da olivi. Is 35:2, predicendo la futura gloria d’Israele, lo prende a paragone, dicendo che Israele “si coprirà di fiori” e avrà “la magnificenza del Carmelo”.

  • Le colline di Samaria. – Ger 31:5; Am 3:9.

A sud di questa regione c’è la parte più collinosa, che a oriente supera i 900 m di altitudine (1Sam 1:1). Le precipitazioni non mancano. A nord della regione ci sono conche e piccole pianure circondate da colline (che non sono tanto fertili, anche se sui terrazzamenti delle falde si riescono a coltivare vigne e oliveti). Ger 31:5 rammenta le “vigne sui monti di Samaria”. Le valli più grandi presentano però al fondo ottimo terreno per l’agricoltura, in particolare per la coltivazione di cereali. In questa regione il re scissionista Geroboamo riedificò Sichem (1Re 12:25). Il nome della regione, Samaria, fu dovuto alla città di Samaria, la capitale del Regno del Nord o Regno di Samaria. – 1Re 16:24.

  • La Sefela. – Gs 11:2; Gdc 1:9.

Il nome stesso “Sefela” (שְּׁפֵלָה, shefelàh) significa “bassopiano”. Si tratta di una zona collinosa (2Cron 26:10) attraversata da molte valli, che raggiunge un’altitudine di circa 450 metri nella parte sud. Situata a oriente della pianura costiera della Filistea, è un bassopiano solo se riferito alle colline di Giuda, che sono più alte (Gs 12:8), altrimenti dovremmo parlare di altopiano. 1Re 10:27 parla dei “sicomori che crescono nella Sefela” (CEI) ovvero nella “pianura” (NR), per meglio dire nel “bassopiano” (שְּׁפֵלָה, shefelàh). Questa zona fu una barriera naturale fra Israele e i filistei; lo era per qualsivoglia invasore che cercasse di entrare in Giuda passando dalla pianura costiera, magari con l’obiettivo di attaccare Gerusalemme. – 2Re 12:17; Abd 19.

  • La regione collinosa di Giuda. – Gs 11:21.

Si tratta di una zona elevata (le altitudini variano fra i 600 e i 1000 m) e rocciosa, lunga circa 80 km e larga una trentina. Ricoperta d’alberi, le sue valli e colline ospitavano campi di grano, oliveti e vigne, specie nella parte occidentale. Produceva perciò molto grano di qualità, olio e vino per tutta Israele. È in questa regione che c’è la magnifica Gerusalemme, chiamata nella Bibbia anche Sion dal nome della sua cittadella (Sl 48:1,2), resa capitale d’Israele dal re Davide. D’inverno, a volte, sui colli più alti fa la sua comparsa la neve, così che Gerusalemme e la vicina Betlemme si ammantano. Questa regione era un luogo naturale adatto per città e fortezze, poiché in caso di pericolo si poteva fuggire sui suoi monti per cercare scampo. – 2Cron 27:4.

  • Il deserto di Giuda. – Gdc 1:16; 1Sam 23:19.

“Davide è nascosto fra noi, nei luoghi sicuri della foresta, sul colle di Achila, che è a mezzogiorno del deserto [יְשִׁימֹון (yshymòn)]” (1Sam 23:19). La parola “deserto” in ebraico è יְשִׁימֹון (yshymòn), che TNM italianizza in “Gesimon”. Si tratta del deserto di Giuda. Il deserto è costituito dagli aspri pendii orientali delle spoglie e calcaree colline giudaiche, che in 24 km discendono progressivamente con un dislivello di 900 m fino ai pressi del Mar Morto, dove c’è una parete con rocce disuguali. Essendo la zona desertica, non ci sono città e la popolazione è davvero scarsa. Fu in questo deserto che Davide trovò scampo dal re Saul che voleva ucciderlo (1Sam 23:14). Fu fra questo deserto e il fiume Giordano che svolse la sua opera di predicazione Giovanni, il battezzatore (Mt 3:1). Fu in questo deserto che Yeshùa si ritirò dopo il battesimo per digiunarvi e esservi tentato. – Lc 4:1.

  • Il Neghev. – Gn 12:9; Nm 21:1.

Il Neghev si trova a sud delle colline di Giuda ed è semidesertico. Nel Neghev i patriarchi Abraamo e Isacco abitarono per molti anni (Gn 13:1-3;24:62). “Verso sud” c’è il “deserto di Sin” (Gs 15:1). Il Neghev s’estende dall’area di Beer-Sceba, che si trova a nord, fino a Cades-Barnea, che si trova a sud (Gn 21:31; Nm 13:1-3,26;32:8). Dalle colline giudaiche il terreno, scendendo, formava una sequenza di rilievi (messi in senso est-ovest), sicché venivano a costituire una barriera naturale, rendendo difficoltosa un’eventuale invasione da sud. Dai colli situati nella parte orientale del Neghev, invece, il terreno declinava fino a farsi pianura (desertica) a occidente, lungo il litorale. In estate il Neghev è arido, un vero e proprio deserto, tranne che nelle vicinanze di qualche valle torrentizia. L’acqua si poteva però trovare scavando dei pozzi (Gn 21:30,31). Il “fiume d’Egitto” stabiliva sia il confine a sud-ovest del Neghev sia parte del confine della stessa Terra Promessa. – Gn 15:18.

  • Il deserto di Paran. – Gn 21:21; Nm 13:1-3.

Sotto il Neghev c’è il deserto di Paran, che si unisce al deserto di Sin. Dopo essere ripartiti dal Sinày, gli ebrei passarono attraverso il deserto di Paran diretti alla Terra Promessa. Fu proprio da Paran che Mosè inviò le 12 spie che dovevano esplorare il paese promesso da Dio a Israele.  Nm 12:16–13:3.

La grande Araba (Great Rift Valley). – 2Sam 2:29; Ger 52:7.

La rift valley è una formazione geologica davvero inusuale: è una fossa tettonica (che s’estende per circa 6000 km – in direzione nord-sud della circonferenza del nostro pianeta – dal nord della Siria, nel sud-ovest dell’Asia,  fino al centro del Mozambico, nell’est dell’Africa). Nella Bibbia (Gs 18:18), la parte di questa fossa tettonica (ovvero della fenditura della crosta terrestre) che attraversa Israele da nord a sud, è chiamata “l’Arabà” (NR) o “l’Araba” (CEI), in ebraico הָעֲרָבָה (haaravàh). “Il Bitron” di NR in 2Sam 2:29 non è altro che “il burrone” (הַבִּתְרֹון, habitròn) che sostituisce appunto la fossa tettonica, in inglese rift valley. Al suo nord si trova il monte Ermon (Gs 12:1), dalla cui base la rift valley scende ripidamente verso sud fino a giungere in fondo al Mar Morto; poiché il Mar Morto è già a circa 400 m sotto il livello del Mediterraneo, la fossa arriva a circa 800 m sotto il livello del Mediterraneo. Da qui l’Araba prosegue risalendo fino a più di 200 m sul livello del mare a circa mezza via fra il Mar Morto e il golfo di Aqaba, che si trova sul Mar Rosso. Scende poi ripidamente nel Mar Rosso per raggiungere l’Africa.

  • Il bacino di Hula

Le sorgenti del fiume Giordano sono alcune fonti vicino a Cesarea di Filippo, che entrano nel Lago di Hula, oggi quasi asciutto. La rift valley, di cui abbiamo detto più sopra, scende rapidamente di quasi mezzo km dalle basi del Monte Ermon fino alla regione di Hula, che è quasi al livello del mare. Questa regione, essendo ben irrigata, rimane verde anche durante le calde estati. La città di Dan (centro idolatrico dal periodo dei Giudici fino al Regno d’Israele o Regno del Nord) era in questa regione (Gdc 18:29-31; 2Re 10:29). A Cesarea di Filippo, vicina al sito dell’antica Dan, Yeshùa attestò di nuovo di essere il cristo (messia, consacrato) di Dio; a quanto pare, la trasfigurazione che avvenne sei giorni più tardi accadde sul monte Ermon, lì vicino. Dall’Hula la rift valley scende fino al Mar di Galilea o Lago di Tiberiade, che è a 205 m sotto il livello del mare.  Mt 16:13-20;17:1-9.

  • La regione intorno al Mar di Galilea. – Mt 14:34; Gv 6:1.

Il Lago di Tiberiade è chiamato anche “lago di Gennesaret” (Lc 5:1), “mare di Tiberiade” (Gv 21:1) e “mare di Chinneret” (Gs 13:27). Si tratta di un lago lungo una ventina chilometri e largo, nel punto massimo, 12. Attorniato da colline, giace a 205 m sotto il livello del Mediterraneo; per la sua posizione, le condizioni meteorologiche possono cambiare all’improvviso; Lc 8:23 registra uno di questi improvvisi mutamenti, narrando che mentre Yeshùa e i discepoli navigavano sul lago “si abbatté sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d’acqua, ed essi erano in pericolo”. Comunque, gli inverni sono miti e gradevoli e le estati sono alquanto lunghe e calde; in primavera i pendii assumono colori vivaci, conferendo al luogo uno splendore unico. La zona è molto amena. In questa regione si svolsero molti avvenimenti della vita di Yeshùa, il quale “andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo” (Mt 4:23). Nel primo secolo vi fioriva l’industria della pesca.

  • La regione della valle del Giordano (il Ghor). – 1Re 7:46; 2Cron 4:17; Lc 3:3.

Si tratta di un’intera valle discendente, a forma di burrone, chiamata anche “l’Araba” (Dt 3:17). Oggigiorno è chiamata Ghor (“depressione”) dagli arabi. Il crepaccio inizia dal Mar di Galilea e in certi punti è ampio una ventina di chilometri. Il fiume Giordano scorre a 46 metri più in basso della pianura della valle, snodandosi tortuosamente, su una distanza di 105 km, per circa 320 km; dopo aver formato 27 rapide, scendendo di circa 180 metri, sfocia nel Mar Morto. Ger 49:19 evoca l’immagine di un leone che sale “dalle rive lussureggianti del Giordano”; qui si fa riferimento alle coste lussureggianti del suo corso inferiore, caratterizzate da piccoli boschi di alberi e arbusti (tamarischi, oleandri e salici), fra i quali si nascondevano i leoni. La famosissima città di Gerico, ancora esistente oggigiorno, si trova nella valle del Giordano. – Gs 6:2,20; Mr 10:46.

  • Il Mar Morto (Mar Salato, mare dell’Araba). – Nm 34:3; Dt 4:49; Gs 3:16.

Questo mare (in realtà un lago) è definito morto poiché non ci vivono pesci, essendo saturo di sale. Nella Bibbia è chiamato “il mar Salato” (Gn 14:3). In Gs 12:3 è chiamato anche “mare della pianura, cioè il mar Salato” (NR) o, per meglio dire, יָם הָעֲרָבָה (yàm haaravàh), “mare dell’Araba”. Quest’ultimo nome è dovuto al fatto che è situato nella rift valley dell’Araba (Gn 14:3; Gs 12:3). Lungo, da nord a sud, circa 75 chilometri, ha una larghezza di quasi 15 chilometri. Giace a poco più di 400 metri sotto il livello del Mediterraneo, trovandosi così nella massima depressione del nostro pianeta. Profondo circa 400 metri nel suo lato nord, questo “mare” è chiuso, non avendo nessuno sbocco; l’acqua esce solo per evaporazione, e questa è tale che ha la stessa rapidità dell’acqua che vi viene versata dal Giordano. L’acqua, contenendo circa il 25 per cento sale, ne fa un luogo privo di vita. Gn 13:10 descrive “l’intera pianura del Giordano” dicendo che “prima che il Signore avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta irrigata fino a Soar, come il giardino del Signore [il giardino dell’Eden]”. Gn 19:27-29 narra della terribile distruzione che ci fu.

  • L’Araba (a sud del Mar Salato). – Dt 2:8.

Quest’ultima parte della fossa tettonica (rift valley) s’estende a sud per altri 160 chilometri. In pratica è un deserto, chiamato nella Bibbia עֲרָבָה (aravàh), parola resa infelicemente da NR con “pianura”; più appropriata TNM: “Araba” (Dt 2:8). A mezza via sale per raggiungere l’altezza massima di 200 m sul livello del mare, per poi ridiscendere verso sud fino al golfo di Aqaba sul Mar Rosso. Qui “il re Salomone costruì anche una flotta a Esion-Gheber, presso Elat, sulla costa del mar Rosso”. – 1Re 9:26.

I monti e gli altopiani a oriente del Giordano. – Gs 13:9,16,17,21;20:8.

“Di là dal Giordano, a oriente” (Gs 18:7) si trovano degli altopiani. – Gs 13:9-12;20:8.

  • l paese di Basan. – 1Cron 5:11; Sl 68:15.

Sl 22:12 parla dei “potenti tori di Basan”, che si trovava nel settentrione della regione (Gs 13:30); di Basan erano anche noti “montoni, agnelli, capri . . .tutti ingrassati in Basan” (Ez 39:18). Is 2:13 parla delle “querce di Basan”. – Cfr. Zc 11:2.

  • Il paese di Galaad. – Gs 22:9.

Nel meridione della regione c’erano “le città di Galaad” (Gs 13:25), che erano “luoghi da bestiame” (Nm 32:1). Gn 37:25 descrive “una carovana d’Ismaeliti che veniva da Galaad, con i suoi cammelli carichi di aromi, di balsamo e di mirra”; il balsamo di Galaad era rinomato (Ger 46:11). A Galaad Davide fuggì per scampare da Absalom (2Sam 17:26-29). “Il territorio della Decapoli” (Mr 7:31), in cui Yeshùa predicò, si trovava nella parte occidentale della regione.

  • Il paese di Ammon e di Moab. — Gs 13:25; 1Cron 19:2; Dt 1:5.

A sud di Galaad c’era “paese dei figli di Ammon” (Gs 13:25), un altopiano adatto “per le pecore” (Ez 25:5). Più giù ancora c’era il “paese di Moab” (Dt 1:5), in cui v’erano grandi allevamenti di pecore. – 2Re 3:4.

  • L’altopiano di Edom. – Nm 21:4; Gdc 11:18.

A sud-est del Mar Morto, c’era l’altopiano di Edom (Gn 36:19-21; Abd 1-4). A oriente di questa zona fatta di colli e di altopiani c’era un esteso deserto roccioso, barriera naturale che impediva viaggi diretti fra Israele e Mesopotamia: le carovaniere dovevano necessariamente deviare. 

I monti del Libano. – Gs 13:5.

I monti del Libano sono costituiti da due catene montuose parallele, le cui colline pedemontane si protraggono nell’Alta Galilea. Le colline, in molti tratti, arrivano fino al litorale. La vetta più alta dell’adiacente catena dell’Antilibano è il monte Ermon, alto più di 2800 metri. È dalle sue nevi disciolte che nasce il Giordano. “La rugiada dell’Ermon”, che si produce abbondantemente nei mesi asciutti (tarda primavera) è ricordata in Sl 133:3. Famosissimi sono gli enormi cedri dei monti libanesi, di cui – per la costruzione del Tempio di Gerusalemme – anche il re Salomone si avvalse (1Re 5:6-10). La qualità delle vigne, degli oliveti e dei frutteti del Libano sono menzionati in Os 14:5-7.