I demòni. La Bibbia dapprima parla di satana come di un angelo al servizio di Dio, che secondo il permesso da lui ricevuto mette alla prova gli uomini (Gb 1 e 2). Con l’esilio babilonese si sviluppò molto il concetto dei demòni posti contro Dio e non più al suo servizio. Infatti, il dualismo parsista riconosceva una forza anti-divina (Ahriman o Angra maynu) servita da molti esseri demoniaci, i daeva. Nelle Scritture Greche sono presentati come potenze con intelligenza e volontà personali che dominano l’aria, vale a dire il cielo visibile all’uomo e inferiore a quello divino invisibile: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore” (Lc 10:18). Essi dominano gli uomini (possessione demoniaca), fanno propri i regni e i poteri civili mostrando così il loro dominio sul mondo. Le potenze mondane appartengono a satana che è disposto a donarle a Yeshùa qualora egli si ponga al suo servizio (Mt 4). La venuta di Yeshùa segna una vittoria su di loro: “Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono” (Lc 4:36), “Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome” (Lc 10:17). Sul palo, morendo, Yeshùa trionfa su queste potenze del male:

“Ha spogliato i principati e le potenze,

ne ha fatto un pubblico spettacolo,

trionfando su di loro per mezzo della croce”. – Col 2:15.

   Yeshùa aveva detto: “Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Gv 12:31). E Paolo dice: “Questa potente efficacia della sua forza egli [Dio] l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro” (Ef 1:20,21), “Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”. – Flp 2:9-11.

   La Bibbia non parla mai dell’origine dei demòni. Il precipitare di satana “come folgore” (Lc 10:18) e la caduta del “gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo” (Ap 12:9) si riferiscono, come appare dal contesto, alla sua sconfitta messianica e non a un primordiale peccato e castigo degli angeli. Fu solo una tradizione giudaica (poi accolta anche dai “cristiani” e dai musulmani) che attribuì l’origine del peccato angelico al fatto che Dio aveva rivelato la gloria a cui l’uomo (creatura inferiore agli angeli) sarebbe stato elevato quale immagine di Dio. Per gli angeli ribelli non vi è possibilità di salvezza, non tanto perché agiscono con piena libertà per libero volere senza tentazione dall’esterno (come accade invece per l’uomo), ma perché essi non si vogliono ravvedere. Solo gli origeniani (i seguaci di Origène) e altri teologi contemporanei sostengono – contrariamente alla Bibbia – la conversione finale dei demòni, satana compreso. Va detto che la dottrina teologica dei demòni poggia molto di più sulla tradizione che non sulla Scrittura (che ben poco ne parla, e senza nessun intento dottrinario). La prima formulazione dogmatica si ebbe nel 1215 con il Concilio Ecumenico Lateranense IV: “Si dichiara che il Diavolo e gli  altri demòni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma sono divenuti cattivi per propria colpa; l’uomo poi ha peccato per istigazione dei demòni” (Denz 237). Durante il Medio Evo si cercò di dare un apparato gerarchico agli angeli (secondo la concezione astronomica del tempo): l’uomo starebbe nel punto centrale e, andando in alto verso Dio, vi sarebbe una gerarchia di spiriti buoni: angeli, arcangeli, troni, principati, dominazioni, cherubini, serafini; sotto l’uomo, andando verso “Lucifero”, ci sarebbe tutta una gerarchia di spiriti maligni. È su tale concezione che poggia la Divina Commedia di Dante. Oggi non mancano gli studiosi che ritengono che satana sarebbe solo un espediente per spiegare la presenza del male.

   Satana e i demòni esistono davvero? Sì. Occorre distinguere tra immagini bibliche e realtà. Quelle immagini descrivono la realtà. Solo una mente occidentale che non conosca il mondo della Bibbia può prendere come realtà le immagini descrittive. Ogni tanto occorre ripeterlo: ci sono due modi di leggere la Scrittura: penderla letteralmente o prenderla sul serio. Oggi sappiamo che il serpente di Gn 3 ha connessione con le idee mesopotamiche e cananee, sappiamo che il “Lilit” di Is 34:14 riflette la dea babilonese delle tempeste e del deserto, sappiamo che “demonio” e “diavolo” sono appellativi di schietta tradizione greca. E allora? Gli scrittori sacri si esprimevano con i mezzi che avevano, compreso il linguaggio comune del loro tempo. In 2Pt 2:4 leggiamo: “Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio”; e in Gda 6: “Egli [Dio] ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora”. Le idee qui espresse da Pietro e da Giuda sono di chiara matrice apocrifa. Dove mai si legge nella Scrittura un riferimento a quanto detto da loro? Far riferimento ai nefilìm di Gn 6 è una interpretazione moderna. Sia Pietro che Giuda si richiamano a tradizioni ebraiche conservate in libri che solo per noi oggi sono apocrifi (il canone delle Scritture Ebraiche fu stabilito nel 100 circa E. V., quando Pietro e Giuda erano ormai morti).  

   Attenzione però, insieme all’acqua sporca, a non buttar via anche il bambino. L’uso di quelle immagini o di quei concetti che la Bibbia usa sono solo l’involucro di oggettività sostanziali. Dentro c’è la verità. Quando Yeshùa ci mette in guardia contro l’influsso che il demonio può esercitare sul potere decisionale dell’essere umano, parlava di una realtà che lui stesso aveva subito durante le sue tentazioni nel deserto. Certo, satana non ha la coda e non va in giro con un forcone, ma è una realtà. Certo, forse il serpente che parla e che addita il frutto proibito è solo un’immagine presa in prestito dalle concezioni del tempo, ma Eva era una donna vera in carne ed ossa. Adamo visse davvero. La tentazione ci fu. Il tentatore anche. Sono tutte realtà storiche. Ovviamente occorre essere più cauti nell’attribuire tutto a satana, dato che lo stesso Giacomo dice che la tentazione proviene da noi stessi: “Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Gc 1:14,15). Ma Giacomo non negava affatto l’esistenza di satana.

   In fondo – se ben ci si pensa – la Bibbia con le sue espressioni ci vuole insegnare che il male non rientrava nel disegno originario di Dio. La Scrittura ci dice che nulla ostacola la signoria di Yeshùa il consacrato: egli ha vinto e vincerà tutti gli ostacoli e tutti i nemici, siano essi umani o extraumani che si oppongono alla sua sovranità e alla salvezza dell’uomo volute da Dio.

   Gli invasati. Circa le possessioni demoniache indicate nelle Scritture Greche, oggi si va da un estremo all’altro: quelle persone o erano veri indemoniati o erano solo malati psichici.

   Veri indemoniati. In passato si accettava questo fenomeno con più facilità. Già papa Benedetto XIV, in De servorum Dei beatificatione et canonisatione IV 1,29,5, citava: “Sembra assai verosimile che molti di coloro che si sottopongono agli esorcismi sotto pretesto di possessione diabolica non abbiano affatto un demonio, ma soffrano di qualche malattia. Si sottopongono ad esorcismi dopo aver esaurito ogni altro mezzo di guarigione solo per tentare un’altra via”. Anche oggi esistono preti cattolici esorcisti, che però esigono che chi si rivolge a loro si sottoponga prima a visite mediche complete e accurate. Certo non tutti coloro che si crede siano indemoniati, lo sono. Ma gli indemoniati esistono anche oggi. Molti, si può dire, se la vanno a cercare: indovini, cartomanti e simili con chi dovrebbero metterci in contatto se non con forze oscure?

   Interpretazione laica. Gli indemoniati biblici sarebbero solo dei malati psichici. Medici e psichiatri che hanno esaminato i passi biblici sono riusciti a volte a diagnosticare forme epilettiche, depressive e maniacali (cfr. Lesêtre, Follie in Dict. Bibl. I,2301-2302). Ma sì, i pazzi dovevano pur esserci anche al tempo di Yeshùa. Anche allora esistevano le cause della follia: età, temperamento, emozioni squilibrate, passioni, sifilide, ereditarietà e perfino condizioni climatiche. Nessuno mette in dubbio che la metereopatologia abbia avuto un ruolo in alcune malattie mentali e nervose del tempo (basti leggere la Treccani alla voce “pazzia”). Però i critici fanno osservare che nella Bibbia non c’è un solo pazzo, un solo epilettico, un solo isterico, un solo neuropatico, un solo maniaco che abbia incontrato Yeshùa. Non si può sospettare – dicono costoro – che fossero definiti indemoniati o lunatici proprio quel tipo di malati? Matteo parla di un “lunatico”: “Signore, abbi pietà di mio figlio, perché è lunatico e soffre molto” (17:15). TNM sembra di questo avviso, dato che si permette addirittura una diagnosi medica sul versetto e traduce: “Signore, abbi misericordia di mio figlio, perché è epilettico e sta male”. Il greco ha proprio σεληνιάζεται (seleniàzetai) e anche chi non conosce il greco sa che selène significa “luna”. Qualche studioso in passato ha creduto che a quel tempo si pensasse che l’epilessia ritornasse ed aumentasse con l’aumento della luna, e da qui il termine; ma il fatto è che i greci non sapevano proprio niente dell’epilessia! Così, TNM si dà forse la zappa sui piedi, diagnosticando “epilettico”, dato che nel passo parallelo di Mr 9:17, dello stesso “epilettico” si dice: “Maestro, ti ho condotto mio figlio perché ha uno spirito senza parola [greco: “spirito muto”]”? Pare di no. Tutti i sintomi descritti sono proprio quelli dell’epilessia. Allora quell’indemoniato era un semplice epilettico? Sì.

   A quel tempo ogni genere di malattia o sciagura poteva essere attribuito direttamente a Dio o a satana:  “Il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo […]. Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: ‘Sono io che ho peccato; sono io che ho agito da empio; queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!’” (2Sam 16:15-17); “Satana rispose al Signore: ‘Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia’. Il Signore disse a Satana: ‘Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita’”. – Gb 2:4-6.

   L’artrite deformante che aveva reso una donna “tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi” è attribuita da Yeshùa stesso a satana che ”aveva tenuto legata per ben diciotto anni” la poveretta (Lc 13:11,16). A maggior ragione, dovevano essere considerate come possessione demonica le malattie mentali. Gli ebrei, non avendo un vocabolo per indicare il pazzo, facevano un giro di parole e lo chiamavano anche “uno che agisce come profeta” (מִתְנַבֵּא, mitnabè) ossia invasato da uno spirito in un modo simile al profeta (che agiva in modo diverso dal normale). Capitava che sotto l’influsso dello spirito i profeti si comportassero in modo insolito, a volte denudandosi o danzando pubblicamente (1Sam 10:11 e sgg.;19:24). Davide, per scampare ai filistei che lo avevano riconosciuto come il loro antico nemico, si finse pazzo lasciandosi uscire la bava dalla bocca. Ritenuto per questo invasato da uno spirito, divenne intoccabile dagli altri che temevano di incorrere nella punizione dello spirito (1Sam 21:12-15). Ieu tratta da “pazzo” il profeta che gli ha preannunciato la sua elezione al trono (2Re 9:11,20). Semeia fa mettere in prigione il “pazzo” che non è altro che il profeta Geremia: “Per sorvegliare ogni uomo che è pazzo e che fa il profeta”. – Ger 29:26.

   Da ciò risulterebbe che gli indemoniati biblici sarebbero dei poveri malati mentali, definiti indemoniati per la mancanza di adeguate nozioni mediche e di una terminologia tecnica.

   La psicosi satanica diffusa nel Medio Evo (con riunioni sataniche, sabba, orge sessuali, messe nere) si spiega con gli squilibri psicofisici causati in gran parte dalla predicazione del tempo e dalla caccia alle streghe (pare che addirittura sei milioni di “streghe” o presunte tali siano state mandate al rogo in tre secoli). Secondo alcuni, la preponderanza di donne “possedute dal demonio” si spiega psicologicamente: escluse dai servizi religiosi, molte donne avrebbero cercato inconsciamente in altre direzioni le loro aspirazioni sacerdotali. Anche oggi le donne prevalgono nei moderni culti satanici in cui vengono ordinate sacerdotesse o fungono da altare con i loro corpi nudi nelle messe nere. Può influire anche il fatto che le donne sono più suggestionabili.

   La psicologia analitica di C. Jung ha poi spiegato come satana sia vissuto come simbolo del fratello/sorella oscuro/oscura che ogni persona porta dentro di sé e che rifiuta fino a negarlo/a per ragioni di moralità, di estetica, di etica e di logica.

   Gli specialisti in psichiatria vedono espresse le seguenti patologie psichiche nella Bibbia:

     – Psicosi maniaco-depressiva: Saul (1Sam 16:14,sgg., cfr. 18:10;19:9); indemoniato di Cerasa. – Mr 5:1-20.

     – Epilessia. – Mr 9:17-27.

     – Isteria. – Mr 1:23-26; At 16:16,sgg..

   Le guarigioni ancor oggi avvengono mediante delle crisi in cui si cerca di eliminare l’idea fissa e sostituirla con un’altra. Oggi la medicina possiede il modo, in molti casi, per riportare all’equilibrio le alterate funzioni psichiche della demenza.

   In passato si usava l’antico e rozzo procedimento di legare l’ammalato per farlo poi girare velocemente su se stesso per far uscire l’idea fissa. Poi si usarono le cure febbrili (mediante sostanze chimiche o biologiche, vaccini, tubercolina, diatermia, onde corte) per scatenare nell’organismo forti reazioni. Nel 1933 si ebbe il metodo dello shock procurato con dosi progressive di insulina, e poi con iniezioni intramuscolari di cardiazolo. Fu poi la volta dell’elettroshock. Chissà se i pazzi erano i pazienti o i medici.

   Si noti ora come Yeshùa era invece all’avanguardia. Anzitutto faceva parlare l’indemoniato (pazzo) e cercava di fargli dire l’idea fissa che lo dominava. Incontrando l’indemoniato di Gadara intuisce la sua follia e cerca di penetrare nel suo intimo, tanto che l’altro risponde: Lasciami stare! Gli domanda allora il nome del demonio e giunge a conoscere che sono molti (“Legione”). Contro questa idea fissa cerca di suscitare in lui una idea nuova: Esci da lui! Entrate pure nei porci … La vera guarigione si attua però con la potenza di Yeshùa.

   Via intermedia. Pur accogliendo in buona parte le considerazioni dell’interpretazione laica e pur respingendo in buona parte l’estremismo dei lettori letterali della Bibbia (per i quali un indemoniato è indemoniato e basta), pur ammettendo che in buona parte gli indemoniati biblici sono malati psichici, dobbiamo domandarci se sia lecito giungere alla negazione assoluta di casi di demonismo, eliminando del tutto la potenza del male che opera negli esseri umani. Si può davvero demitizzare quelle potenze del male che Paolo  pone nei cieli secondo la mentalità del tempo, per dire che sono superiori alla terra e quindi all’uomo? – Col 1:33.

“Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti”. – Ef 6:12.

   Bisogna fare attenzione a distinguere il linguaggio dalla verità che contiene. Quando si legge, ad esempio, su un bollettino ufficiale astronomico che il tal giorno il sole sorge alla tale ora, sarebbe da stolti buttar via il bollettino presupponendo che – dato che il sole non sorge ma è la terra che gira che girando abbassa il suo orizzonte – dica falsità. Il sole “sorgerà” lo stesso, e sarà puntualissimo. Così, dobbiamo distinguere nella Bibbia tra linguaggio del tempo (che cambia con le epoche e le società) e verità (che mai muta). Yeshùa dice: “Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (Gv 12:32). Yeshùa salì in cielo (proprio nel nostro cielo) e le nuvole (proprio le nostre nuvole) lo nascosero. Significa che i suoi eletti saranno attirati da lui nel nostro cielo? Quello era il linguaggio. Sarebbe più credibile se dicesse diversamente? Magari qualcosa del genere: Quando assumerò forma incorporea nella dimensione extraterrestre al di fuori dello spazio e del tempo materiali, saranno presenti anche altre entità incorporee, puri esseri uniti a me. No, non sarebbe maggiormente credibile. Si penserebbe forse al delirio di un patito di fenomeni extraterresti. Il fatto è che noi siamo materiali in un universo materiale. Possiamo pensare solo in termini materiali. Se tentiamo di pensare a qualcosa di spirituale ricadiamo subito nello schema materiale. Dove si trova Dio? Forse immaginiamo una specie di “corpo” spirituale in qualche punto lontanissimo al di là dell’universo? Sarebbe una bestemmia. L’idea è solo il ricadere nel materiale. Per quanto spirituale, parliamo di corpo; per quanto al di là dell’universo, immaginiamo un posto che essendo al di là dell’universo sarebbe solo in un prolungamento dello spazio. La verità è che non siamo in grado di immaginare (né tanto meno di parlare) di altre realtà di cui non abbiamo la minima esperienza. Che cos’è il nulla? Ci viene da pensare ad uno spazio vuoto, ma ci inganniamo: uno spazio vuoto è qualcosa, e possiamo perfino misurarlo. Il fatto è che la nostra mente, per ragionare su cose nuove, richiama esperienze precedenti che siano analoghe. Ma che esperienza abbiamo del nulla? Nessuna. In tutta verità, non sappiamo assolutamente cosa sia il nulla.

   Dobbiamo allora demitizzare ciò che la Bibbia dice su satana e sui demòni? Sarebbe un gravissimo errore. Ma satana e i demoni sono davvero “nei luoghi celesti”, come dice Paolo? Così si credeva al tempo. E oggi? In questo 21° secolo di massima conquista intellettuale, in questo tempo di massimo progresso scientifico, oggi lo sappiamo dove sono? Forse i teologi, gli esegeti, gli studiosi e gli scienziati possono aggiornare le parole di Paolo? Possono dirci oggi dove collocare i demòni? Lo sanno?

   Oggi, come quasi duemila anni fa, sono del tutto attuali e vere le parole di Paolo:   

 “Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti”. – Ef 6:12.

   E faremmo bene a prestare la massima attenzione.