Occorre rileggere la figura femminile nei testi biblici attraverso una nuova ermeneutica (criteri d’interpretazione del testo). Bisogna distinguere – e questo già lo si sapeva – tra parola di Dio e visuale dell’uomo. Nel caso della figura femminile bisogna applicare attentamente quest’ultimo criterio. Gli agiografi erano necessariamente condizionati dal loro contesto storico e culturale. Facciamo un esempio per tutti. Nella Bibbia troviamo uomini che si sbarazzavano con facilità della moglie per prendersene un’altra, anche uomini che poi ebbero l’approvazione di Dio per la loro vita di fede. Concludere che quella condotta poligama fosse approvata da Dio per il semplice fatto che è descritta nella Bibbia e che quei poligami erano alla fine approvati, è una conclusione cui giunge solo chi legge la Scrittura con i paraocchi, credendo che la Bibbia sia stata calata dal cielo e dettata parola per parola da Dio. Così non è. Il messaggio era di Dio, ma la scrittura fu affidata a uomini limitati, peccatori, impregnati del loro modo di pensare. Che quella condotta maschilista e disordinata fosse solo tollerata da Dio lo dice chiaramente Yeshùa: “Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così”. – Mt 19:8.

   L’immagine femminile che troviamo nella Bibbia è spesso il prodotto delle proiezioni maschili. Questa figura viene  degradata in base al contesto storico e culturale del tempo, perfino idealizzata secondo uno stereotipo maschile. Occorre tener conto di questo e, nella nostra valutazione, passare ad una immagine diversa: quella della donna reale, con i suoi valori e i suoi limiti.

   In questa nuova prospettiva biblica, in cui si scinde la parola umana dalla parola di Dio, la donna può essere riscoperta come protagonista con una sua dignità propria e con la sua libera facoltà che le derivano dalla sua relazione con Dio. La dignità e la libertà della donna non possono e non devono essere considerate una delega maschile fatta per gentil concessione.

   La libertà femminile e la dignità della donna hanno il loro fondamento nel Creatore. Dio pose la donna al culmine della sua creazione: fu l’ultima sua opera. Il suo capolavoro.