Oola (אָהֳלָה, Aholàh, “la tenda di lei”)
“I loro nomi sono: quello della maggiore, Oola; quello della sorella, Ooliba. Esse divennero mie e mi partorirono figli e figlie; questi sono i loro veri nomi: Oola è Samaria, Ooliba è Gerusalemme”. – Ez 23:4,5.
“Oola è Samaria” (Ez 23:4). Oola è il nome usato come simbolo dell’idolatria del Regno d’Israele (costituito dalla dieci tribù che formarono il Regno del Nord), che aveva la sua capitale in Samaria. Questo regno viene descritto come una donna impudica, un’adultera, una prostituta che si dà all’abominazione idolatrica. A causa dei suoi crimini, la popolazione fu portata in cattività e cessò di essere un regno. È detta sorella maggiore in quanto questo regno era più esteso di quello rappresentato dalla sorella minore Ooliba (Regno di Giuda o Regno del Sud). – Cfr. 1Re 12:25-33; 2Cron 11:5-17.
Il nome אָהֳלָה (Aholàh), “tenda di lei”, è la forma femminile di אָהֳלוֹ (aholò), “tenda di lui”, che si trova in Gn 9:21: “[Noè] bevve del vino; s’inebriò e si denudò in mezzo alla sua tenda [אָהֳלוֹ (aholò), “tenda di lui”]”. Queste dieci tribù, rappresentate da Oola, andarono in esilio a causa del vino simbolico che bevevano (Am 6:6). Il termine אֹהֶל (òhel), “tenda”, è quello usato per il Tabernacolo, il tempio mobile (Es 39:32) che rappresentava la presenza di Dio in Israele (Es 33:7-11). “La tenda di lei” (Oola) fa quindi riferimento non alla tenda di Dio ma a quella idolatrica dei vari centri di adorazioni pagani del Regno di Israele. La prostituzione (in senso spirituale) delle due sorelle Oola ed Ooliba era iniziata in Egitto (Ez 23:1) e continuata nella Terra Promessa, per poi esprimersi nella più degradante pratica idolatrica che includeva i sacrifici di bambini. Alla fine, Oola (il Regno del Nord) fu consegnata da Dio nelle mani dei suoi amanti assiri. – 2Re 17:1-18; 18:9,10.
Nella Bibbia i profeti paragonano spesso il peccato dell’idolatria a quello della prostituzione. Nel modo di pensare ebraico le astrazioni, così care agli occidentali, mancano: vengono sostituire con descrizioni molto concrete. L’allegoria dell’adulterio assume quindi descrizioni molto crude: “[Oola ed Ooliba] si prostituirono in Egitto; si prostituirono nella loro giovinezza; là furono premute le loro mammelle, e là fu schiacciato il loro vergine seno” (Ez 23:3). “Mentre era mia, Oola si prostituì, si appassionò per i suoi amanti, gli Assiri . . . Essa si prostituì con loro . . . e si contaminò con tutti quelli per i quali s’appassionava, con tutti i loro idoli. Essa non rinunciò alle prostituzioni commesse con gli Egiziani, quando quelli si erano uniti a lei nella sua giovinezza, schiacciavano il suo vergine seno e sfogavano su di lei la loro lussuria . . . Essi ebbero rapporti sessuali con lei”. – Ez 23:5-10, passim.
Ooliba (אָהֳלִיבָה, Aholyvàh, “la mia tenda in lei”)
“I loro nomi sono: quello della maggiore, Oola; quello della sorella, Ooliba. Esse divennero mie e mi partorirono figli e figlie; questi sono i loro veri nomi: Oola è Samaria, Ooliba è Gerusalemme”. – Ez 23:4,5.
“Ooliba è Gerusalemme” (Ez 23:4). Ooliba è il nome usato come simbolo dell’idolatria del Regno di Giuda, costituito dalla tribù di Giuda e da quella di Beniamino (2Cron 25:5), che formarono il Regno del Sud e che aveva la sua capitale in Gerusalemme. Questo regno viene descritto come una donna impudica, un’adultera, una prostituta che si dà all’abominazione idolatrica. A causa dei suoi crimini fu portata in cattività e cessò di essere un regno. È detta sorella minore in quanto questo regno era meno esteso di quello rappresentato dalla sorella maggiore Oola (Regno di Israele o Regno del Nord). – Cfr. 1Re 12:25-33; 2Cron 11:5-17.
Il nome אָהֳלִיבָה (Aholyvàh), “la mia tenda in lei” sta ad indicare che in lei, ovvero nel Regno di Giuda, si trovava la “tenda” di Dio. Il termine אֹהֶל (òhel), “tenda”, è quello usato per il Tabernacolo, il tempio mobile (Es 39:32) che rappresentava la presenza di Dio in Israele (Es 33:7-11), divenuto poi il Tempio di Gerusalemme (2Sam 7:1-16; 1Re 5:3-5;8:17; 1Cron 17:1-14;22:6-10). “La mia tenda in lei” è in contrasto con “la tenda di lei” (Oola, il Regno del Nord) che aveva i suoi vari centri di adorazione pagana. La prostituzione (in senso spirituale) delle due sorelle Oola ed Ooliba era iniziata in Egitto (Ez 23:1) e continuata nella Terra Promessa,
Nella Bibbia i profeti paragonano spesso il peccato dell’idolatria a quello della prostituzione. Nel modo di pensare ebraico le astrazioni, così care agli occidentali, mancano: vengono sostituire con descrizioni molto concrete. L’allegoria dell’adulterio assume quindi descrizioni molto crude: “[Oola ed Ooliba] si prostituirono in Egitto; si prostituirono nella loro giovinezza; là furono premute le loro mammelle, e là fu schiacciato il loro vergine seno” (Ez 23:3). “Sua sorella [Ooliba] vide questo [la sua prostituzione], e tuttavia si corruppe più di lei nei suoi amori; le sue prostituzioni sorpassarono le prostituzioni di sua sorella [Oola] . . . questa [Ooliba] superò l’altra nelle sue prostituzioni; vide degli uomini disegnati sui muri, delle immagini di Caldei dipinte in rosso . . . tutti quanti ritratti dei figli di Babilonia, della Caldea, loro terra natìa; e, come li vide, si appassionò per loro . . . I figli di Babilonia vennero da lei, al letto degli amori, e la contaminarono con le loro fornicazioni; ed essa si contaminò con loro . . . Essa mise a nudo le sue prostituzioni, mise a nudo la sua vergogna, e io mi allontanai da lei, come mi ero allontanato da sua sorella [Oola] . . . essa moltiplicò le sue prostituzioni, ricordandosi dei giorni della sua giovinezza, quando si era prostituita nel paese d’Egitto; si appassionò per quei fornicatori dalla carne come la carne degli asini e dal membro come il membro dei cavalli. Così tu tornasti all’infamia della tua giovinezza, quando gli Egiziani ti schiacciavano le mammelle a motivo del tuo vergine seno”. – Ez 23:11-21, passim.
Per questa sua prostituzione, Dio le predisse: “Perciò, Ooliba, così parla il Signore, Dio: ‘Ecco, io susciterò contro di te i tuoi amanti . . . e li farò venire contro di te da tutte le parti: i figli di Babilonia e tutti i Caldei . . . Essi verranno contro di te con armi, carri e veicoli, e con una moltitudine di popoli; con scudi grandi e piccoli, e con elmi, si schierano contro di te tutto intorno; io rimetto in mano loro il giudizio, ed essi ti giudicheranno secondo le loro leggi . . . ed essi ti tratteranno con furore’”. – Ez 23:22-25, passim.
Oolibama (אָהֳלִיבָמָה, Aholyvamàh, “[la] mia tenda [è] altezza”)
“Questi furono i figli di Oolibama, figlia di Ana, figlia di Sibeon, moglie di Esaù; ella partorì a Esaù: Ieus, Ialam e Cora”. – Gn 36:14.
Lei era figlia di Ana e nipote dell’ivveo Sibeon. – Gn 36:2,5-8,14,18, 25;
Orpa (עָרְפָּה, Orpàh, “nuca”)
“Questi sposarono delle moabite, delle quali una si chiamava Orpa, e l’altra Rut; e abitarono là per circa dieci anni”. – Rut 1:4.
Orpa era la moglie, poi vedova, di Chilion, figlio di Naomi. Opra viveva in Moab, dove gli ebrei Elimelec e sua moglie Naomi si erano trasferiti a causa di una carestia (Rut 1:1,2). Qui i due loro figli, Malon e Chilion, avevano sposato due sorelle moabite, Orpa e Rut. “Elimelec, marito di Naomi, morì . . . Poi Malon e Chilion morirono anch’essi” (Rut 1:3-5), così Orpa rimase sola con sua sorella Rut e la loro suocera Naomi.
Naomi “si alzò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab, perché nelle campagne di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane. Partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov’era stata, e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda” (Rut 1:6,7). Senza uomini che provvedessero per loro, queste tre donne vedove dovettero provvedere alla loro vita. Naomi decise allora di portare con sé in Israele le sue due nuore Orpa e Rut. Sulla strada, però, Naomi decide di rimandarle a casa loro: “’Andate, tornate ciascuna a casa di sua madre; il Signore sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me! Il Signore dia a ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito!’ Le baciò; e quelle si misero a piangere ad alta voce, e le dissero: ‘No, torneremo con te al tuo popolo’. E Naomi rispose: ‘Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me? Ho forse ancora dei figli nel mio grembo che possano diventare vostri mariti? Ritornate, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per risposarmi; e anche se dicessi: Ne ho speranza, e anche se avessi stanotte un marito, e partorissi dei figli, aspettereste voi finché fossero grandi? Rinuncereste a sposarvi? No, figlie mie! Io ho tristezza molto più di voi’”. – Rut 1:8-13.
Orpa seguì il consiglio della suocera e tornò dal suo popolo. Orpa non solo fece ciò che Naomi le aveva chiesto, ma anche ciò che ragionevolmente la società richiedeva da lei. Su Orpa ci rimangono le parole di sua suocera, rivolte anche a lei: “Il Signore sia buono con voi, come voi siete state con quelli che sono morti, e con me!”