Tra le varie e numerose sfaccettature che la Sacra Scrittura presenta, ce n’è una che per molti è insospettata e insospettabile: l’umorismo.

   Nella Bibbia si trovano sarcasmo, ironia, giochi di parole, nomi umoristici, immagini divertenti, esagerazioni e situazioni comiche. La Bibbia utilizza molti tipi di umorismo, ma il suo scopo non è ovviamente quello di intrattenere o di divertire. Con il suo umorismo la Bibbia vuole dimostrare che il male è male ed è anche, in fondo, ridicolo. Le pene inflitte ai trasgressori sono spesso progettate per deriderli.

   La capacità di cogliere i lati comici delle situazioni e di riderne è un attributo umano. Siamo creati a immagine di Dio (Gn 1:26), per cui Dio per primo dovrebbe possedere questa caratteristica. È così? Certo che sì. Paolo definisce l’Onnipotente “beato Dio” (1Tm 1:11), “felice Dio” (TNM). L’aggettivo greco impiegato è μακάριος (makàrios), lo stesso usato in Lc 11:27: “Beata la donna che ti ha generato e allattato!” (TILC), nel senso di felice, gioiosa. Sebbene la gioia e la serenità non comportino di per sé l’umorismo, esse ne sono la condizione. È un fatto che chi non è sereno, chi non prova gioia, chi è musone, non sa divertirsi.

   La Bibbia è pregnante d’umorismo. Il brio è un marchio speciale che contraddistingue la Scrittura. Nella Bibbia c’è abbondanza di umorismo. L’umorismo biblico comprende:

  • Ironia;
  • Sarcasmo;
  • Umorismo involontario (che rimane parte del testo ispirato);
  • Situazioni tragicomiche;
  • Umorismo macabro;
  • Assegnazione di nomi ironici;
  • Giochi di parole;
  • Sottintesi;
  • Ironia della sorte;
  • Situazioni umoristiche;
  • Iperboli o esagerazioni;
  • Racconti umoristici;
  • Autoironia.

   Gran parte dell’umorismo biblico, purtroppo, può essere apprezzato solo se letto nell’originale ebraico e non in una traduzione. Per molti può essere quindi una sorpresa scoprire quest’aspetto della Bibbia. Considerando la Scrittura in maniera troppo seriosa, soltanto come un trattato di alta morale, alcuni potrebbero perfino sentirsi offesi alla sola idea che la Scrittura contenga dell’umorismo. Eppure, questa caratteristica avvicina ancora di più Dio all’essere umano. La capacità di ridere è un dono di Dio. Con il suo umorismo la Bibbia mostra quanto il male è ridicolo, oltre che sbagliato, e che la punizione porta alla beffa.

   Pirandello aveva scoperto che l’umorismo germoglia dal sentimento del contrario. Mark Twain, che aveva il dono dell’umorismo, sapeva bene che l’umorismo nasce anche dal dolore e costituisce una delle migliori tecniche letterarie per divertirsi e riequilibrare, perlomeno nei momenti di lettura, le tristi sorti del nostro umano destino. Per Freud era una metodologia psichica tra le più elevate.

   Se poi vogliamo fare proprio i teologi, possiamo anche dimostrare biblicamente la teologia del buon umore: “Siate sempre gioiosi” (1Ts 5:16), “sempre allegri” (TNM). E questo è un consiglio ispirato. Per chi ancora non comprende, Paolo (sempre ispirato) ripete due volte: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Flp 4:4). E quando le cose vanno male? “Come afflitti, eppure sempre allegri”. – 2Cor 6:10.

   La Bibbia insegna che la gioia è al centro stesso della realtà di Dio. C’è “gioia in cielo” (Lc 15:7). La gioia è un frutto dello spirito di Dio, e viene al secondo posto, subito dopo l’amore: “Il frutto dello spirito è amore, gioia”. – Gal 5:22, TILC.

   L’umorismo biblico coinvolge il lettore e suscita in lui una reazione emotiva che lo immerge nel racconto suo malgrado. È umoristica l’immagine della trave nell’occhio di chi, bigotto, cerca ipocritamente la pagliuzza nell’occhio altrui: “Tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell’occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come osi dirgli: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio», mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente e potrai togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”. – Lc 6:41,42, TILC.

   Le immagini umoristiche catturano la nostra attenzione prendendoci, per così dire in trappola: una volta sorriso, possiamo capire che il bersaglio dello scherno potremmo essere anche noi. A volte, un concetto difficile può raggiungerci tramite l’umorismo, perché è raro che una persona non sia coinvolta da una battuta o da una storia divertente.

   Solo i bacchettoni delle religioni considerano la Bibbia troppo seria per contenere umorismo. Qualche bigotto forse potrebbe citare Ef 5:3,4: “Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti”. Qui le “parole sciocche” fanno però riferimento alla volgarità, all’oscenità e all’immoralità sessuale. Piuttosto, la Bibbia dice che c’è “un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare” (Ec 3:4). “Beati voi che ora piangete, perché riderete”. – Lc 6:21.

   La Bibbia usa – intenzionalmente – l’umorismo, l’ironia e il sarcasmo.

“I re della terra si danno convegno
e i prìncipi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Unto, dicendo:
«Spezziamo i loro legami,
e liberiamoci dalle loro catene».
Colui che siede nei cieli ne riderà;
il Signore si farà beffe di loro”. – Sl 2:2-4.

   Qui, più che umorismo, c’è sarcasmo vero e proprio. D’altra parte, dal suo eccelso e irraggiungibile trono, che altro potrebbe manifestare Dio, se non derisione, ai poveretti che si credono chissà chi? “Ecco, le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo che vola” (Is 40:15). Questo è umorismo ironico. In Is 55:8 Dio dice: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”. Un proverbio rabbinico, a commento di questo passo, così recita: “L’uomo pensa, Dio ride!”.