Presentazione del lunario biblico

 

Nel presentare il lunario biblico, vogliamo spiegare come è stato composto.

Il calendario biblico fu stabilito da Dio stesso che disse a Mosè e ad Aaronne: “Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno” (Es 12:2). Il mese in questione era il mese di abìb, poi chiamato nissàn.

La Mekilta (la raccolta di regole d’interpretazione e di esegesi di Esodo) nella sua notazione a Es 12:2 dice: “Le nazioni fanno i conteggi con il sole, ma Israele con la luna”. In Sl 104:19 si legge nelle comuni traduzioni bibliche: “Egli [Dio] ha fatto la luna per stabilire le stagioni; il sole conosce l’ora del suo tramonto”. Si noti che mentre il sole si limita a tramontare, è la luna che stabilisce … non le stagioni, come tradotto da NR, ma i מֹועֲדִים (moadìym), come si legge nel testo biblico. Che cosa sono i moadìym (מֹועֲדִים)? In Lv 23:4 leggiamo: “Queste sono le solennità [מֹועֲדִים (moadìym)] del Signore, le sante convocazioni che proclamerete”. Si tratta delle Festività bibliche annuali comandate da Dio. Ecco che allora Sl 104:19 afferma che “Egli ha fatto la luna per le Festività”, ovvero che le Festività comandate da Dio vanno osservate secondo la luna.

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   Non si deve, comunque, confondere il calendario biblico con quello ebraico attuale. Il calendario ebraico attuale è successivo a quello biblico e comporta delle modifiche.

“I mesi ebraici hanno sempre continuato a essere quello che i mesi di tutte le nazioni civilizzate erano in origine, vale a dire i naturali mesi lunari. Siccome la durata del mese astronomico è 29 giorni, 12 ore, 44’, 3’’, i mesi di 29 giorni devono alternarsi regolarmente coi mesi di 30 giorni. Ma 12 mesi lunari ammontano solo a 354 giorni, 8 ore, 48’ 38’’ mentre l’anno solare è composto da 365 giorni 5 ore 48’ 48″. La differenza tra l’anno lunare di dodici mesi e l’anno solare ammonta perciò a 10 giorni e 21 ore. Per compensare questa differenza, come minimo una volta ogni tre anni, e qualche volta due, un mese deve essere intercalato. Fu osservato molto tempo fa che una compensazione sufficientemente accurata si otteneva intercalando un mese tre volte ogni otto anni (durante il quale periodo, la differenza è di 87 giorni). I giochi quadriennali greci dipendevano già dal riconoscere questo ciclo di otto anni (octaeteris) e il ciclo di quattro anni risultò semplicemente dividendo a metà questa cifra.

   Così anticamente, nel quinto secolo a. C., l’astronomo Metone di Atene disegnò un sistema di compensazione più esatto nella forma di un ciclo di 19 anni, nel quale un mese doveva essere intercalato sette volte. Questo sistema superò in esattezza il ciclo di otto anni, perché ogni 19 anni la differenza era solo di due ore mentre in otto anni era di un giorno e mezzo. Tra gli astronomi seguenti che fornirono calcoli ancora più accurati, Ipparco di Nicea (circa 180 – 120 a. C.) merita di essere nominato. Il fatto che dopo ogni 19 anni, il corso del sole e della luna coincide ancora quasi esattamente, era risaputo presso i babilonesi. Infatti, si crede che iscrizioni cuneiformi dimostrino che questi usarono regolarmente il ciclo intercalante fin dal tempo di Nabonassar, quindi, molto prima di Metone. Anche se questo fatto non è ancora provato, l’uso del ciclo intercalante di 19 anni nell’era persiana e seleucide può tuttavia essere accettato come verificato, sebbene non si sia assolutamente certi se la priorità appartenga ai greci o (come probabile) ai babilonesi.

   . . . che il ciclo di 19 anni era in uso durante il regno degli Arsacidi nel primo secolo a. C. e d.  C., è dimostrato da T. Reinach per via di monete in cui gli anni 287, 317, e 390 dell’era seleucide erano anni bisestili. Quanto hanno progredito gli Ebrei dell’era inter-testamentaria in questa faccenda? Di certo avevano delle nozioni su quest’argomento ma, a meno che non ci siamo ingannati, al tempo di Gesù, loro non avevano ancora un calendario fisso, però basandoci su basi di osservazione puramente empirica, ogni mese cominciava con l’arrivo della luna nuova, e ugualmente basandosi sull’osservazione, intercalavano un mese nella primavera del terzo o secondo anno in conformità con le regole che in ogni circostanza la Pasqua ebraica deve cadere dopo l’equinozio primaverile”. – Emil Schürer, The History of the Jewish People in the Age of Jesus Christ Vol. 1; il grassetto è aggiunto per enfasi.

Il calendario stabilito da Dio trova la sua origine nella creazione stessa. Il passaggio dal puro originale calendario biblico a quello rabbinico avvenne per opera del Rabbino Hillel nel 358 della nostra era, subendo modifiche successive sino all’11° secolo. Tuttavia, già prima erano state effettuate delle modifiche. La Mishnàh (la compilazione della legge orale della tradizione ebraica) già verso il 200 della nostra era mostra che le festività bibliche erano spostate a prima o a dopo il sabato in diverse occasioni (cfr. Talmùd,  Shabbat 114b, Menachot 100b; Mishnah Besah 2,1; Shabbat 15,3; Sukkah 5,7; Arakhin 2,2; Hagigah 2,4). Ciò era stato ideato dai farisei per proteggere le loro tradizioni.

Aspetto interessante, nella Mishnàh le date che riguardano Esdra e Neemia ovvero quelle dei tempi biblici sono accordate al 1° di nissàn (primo giorno del calendario biblico) e non al 1° di tishrì (capodanno del calendario ebraico), sebbene già fosse in uso il conteggio dell’anno nuovo dal 1° di tishrì. Il concetto di tishrì come inizio dell’anno, proveniente dalla Babilonia, è documentato per la prima volta nella Mishnàh.  È solamente nel terzo secolo E. V. che vediamo tishrì stabilito come inizio dell’anno dai rabbini. – Cfr. Enciclopedia Giudaica, Fixing Rosh HaShanah.

L’attuale calendario ebraico (fissato nell’11° secolo), che non è biblico, ha un sistema di posticipazioni che era già stato introdotto dai farisei.

Quale esempio dimostrativo che l’attuale calendario ebraico è sbagliato, prendiamo il lunario ebraico dell’anno 5776 (nostro 2015-2016). Non ha importanza qui stabilire la correttezza dell’anno: gli ebrei seguono un loro conteggio, quanto al nostro non possiamo essere sicuri che sia giusto, perché pare che quando il nostro calendario fu cambiato siano stati commessi degli errori); al di là dell’anno, ciò che preme qui è stabilire l’esatto calendario biblico.

Nel lunario ebraico del 5776 il mese di iyàr viene fatto iniziare lunedì 9 maggio 2016. Il novilunio che segna l’inizio del mese si verifica però a Gerusalemme alle ore 21:29 di venerdì 6 maggio 2016. Avvenendo la fine del crepuscolo nautico alle ore 19:21 sempre del 6 maggio, questo novilunio si verifica in effetti dopo il tramonto e quindi nel nuovo giorno biblico (il giorno biblico va dalla prima oscurità dopo il tramonto fino al tramonto successivo – Lv 23:32), per cui il primo giorno del mese è sabato 7 maggio 2016. Già tale fatto mostra quanto sia sballato il lunario ebraico.

Ma c’è di più ancora. Il successivo novilunio si verifica nel cielo di Gerusalemme alle ore 4:59 di sabato 5 giugno 2016. Ora, tra il 7 maggio (novilunio) e il 5 giugno (novilunio) ci sono 28 giorni, il che è impossibile, perché il mese lunare può essere solo di 29 o 30 giorni, essendo in media di 29 giorni, 12 ore, 44’, 3’’. Cosa significa ciò? Non solo che il lunario ebraico attuale sbaglia la collocazione del primo giorno del mese, ma sbaglia perfino il mese, che in effetti non è iyàr. Infatti, il mese di iyàr segue al mese di nissàn, che il lunario ebraico colloca al nostro aprile-maggio, situando la Pasqua al 23 aprile 2016 (15 nissàn per il lunario ebraico).

L’equinozio di primavera è importantissimo per il controllo del calendario (e di conseguenza per le Feste stabilite da Dio). L’anno biblico inizia con la luna nuova più vicina all’equinozio di primavera (cfr. Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche, III.x.5) e la Pasqua, che cade nel mese di nissàn (Es 12:2-8), deve essere a ridosso della prima luna piena di nissàn (cfr. J. D. Douglas & N Hillyer, Illustrated Bible Dictionary, IVP, 1980, Vol. 1, pagg. 223 e sgg.). Un errore comune è che la luna nuova del primo mese debba sempre cadere dopo l’equinozio primaverile. A quanto pare l’origine di tale errore va ricercata presso i samaritani, che lo introdussero nel loro calendario. Scrive Giuseppe Flavio nelle sue Antichità Giudaiche (III, 10): “Nel mese di Xàntico, che è chiamato Nisan da noi, ed è l’inizio dell’anno, il quattordicesimo giorno della luna, mentre il sole è nel segno dell’Ariete … dobbiamo sacrificare ogni anno il sacrificio …, chiamato la Pasqua”. Qui abbiamo gli antichi parametri per la Pasqua: la Pasqua non poteva cadere dopo questo periodo né il 14 di nissàn poteva cadere prima dell’equinozio.

Nel 2016 l’equinozio di primavera si ha il 20 marzo e il novilunio che è a ridosso dell’equinozio si verifica a Gerusalemme il 9 marzo, primo giorno di nissàn; il 14 di nissàn, giorno della preparazione pasquale, cade il 22 di marzo, nel segno dell’ariete. Ora, per l’attuale lunario ebraico, il 22 marzo corrisponde al 12 del secondo adàr. Il che mostra che il calendario ebraico attualmente in uso sbaglia anche ad inserire il 13° mese.

È del tutto evidente che se il 1° di abìb/nissàn non è calcolato in modo corretto, allora tutto il calendario è sballato le Feste bibliche saranno osservate in date sbagliate.

A noi interessa il vero calendario biblico, quello stabilito da Dio.

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